1
In Evidenza - 19 feb 2020
Biologico: Cia e Anabio, Senato approvi legge senza ulteriori attese
Serve una rapida approvazione del disegno di legge sul biologico, attualmente in discussione alla Commissione Agricoltura del Senato, senza ulteriori significative variazioni. A sollecitarlo sono Cia-Agricoltori Italiani e la sua associazione di riferimento per la promozione del biologico Anabio, spiegando che il settore ha urgente necessità di politiche adeguate di sostegno.
Da Biofach 2020 a Norimberga -spiegano le due organizzazioni- è arrivata la nuova conferma della crescita del comparto, con un aumento dell’8% annuo del mercato dei prodotti bio, che ha raggiunto nell’Ue un fatturato di 40,7 miliardi. Gli Stati Uniti restano il primo mercato mondiale, mentre in Europa la Spagna si conferma il Paese più bio, seguito dalla Francia, la nazione in cui si è avuto il rialzo maggiore delle vendite (+15%). L’Italia continua a distinguersi con buoni risultati su produzione, superfici coltivate, consumi ed export: con un valore di 3,5 miliardi, è il quinto mercato mondiale per consumi e l’ottavo Paese al mondo (terzo in Europa)per superfici coltivate a bio con poco meno di 2 milioni di ettari, che rappresentano il 15,5% della superficie agricola, leader in Ue per numero d’imprese con oltre 79 mila operatori.
Il settore biologico ha ormai un ruolo strategico per il futuro dell’agricoltura italiana ed è fortemente coerente con le linee guida politiche della presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, la quale (con la nuova strategia Farm to Fork) sottolinea la necessità di fornire ai cittadini europei cibo economico, nutriente, sicuro e sostenibile economicamente per i nostri agricoltori.
Il disegno di legge sul biologico, ora in Comagri a Palazzo Madama, costituisce un riferimento strategico per adottare in maniera coordinata e incisiva specifiche politiche di sviluppo per il biologico italiano -osservano Cia e Anabio-. In particolare, risulta molto importante l’istituzione di uno specifico Fondo per la ricerca, che è attività fondamentale per estendere e qualificare la coltivazione su superfici maggiori, soprattutto nei terreni di pianura, mettendo a disposizione tecniche e prodotti innovativi (Sementi, prodotto di bio-protezione, meccanica 4.0). Negli ultimi dieci anni, secondo il CREA, sono state destinate alla ricerca in agricoltura biologica risorse pubbliche pari allo 0,18% del valore dei consumi nazionali di prodotti biologici. Ecco perché, anche se insufficiente, il Fondo previsto dalla legge rappresenterebbe un primo rilevante strumento operativo.
Il disegno di legge contempla anche la costituzione delle Associazioni dei Produttori e della Interprofessione -continuano Cia e Anabio- che consentirebbero ai piccoli produttori associati di avere, rispetto a oggi, un maggiore valore lungo la catena della produzione.
Altrettanto importante è la costituzione prevista dal ddl dei Distretti biologici, che rappresentano i luoghi dove adottare azioni congiunte per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, attraverso progetti ambientali particolarmente complessi per varietà di azioni previste, diversità dei partecipanti e tipologia di investimento. I Distretti, utilizzando le misure dei Psr, dovranno finanziare i costi di organizzazione, coordinamento e animazione del gruppo di produttori che porta avanti il progetto di cooperazione.
Infine, nel disegno di legge c’è l’istituzione del marchio italiano per il biologico, che può costituire un elemento di fiducia per accrescere i consumi interni (Germania e Francia hanno consumi di prodotti bio per 10 miliardi circa).
Per tutti questi motivi, Cia e Anabio si sono astenuti da presentare alla Commissione Agricoltura del Senato emendamenti al testo approvato a dicembre 2018 dalla Camera dei deputati. Quel testo infatti -concludono le due organizzazioni- rappresenta la forma più avanzata per consentire al biologico italiano di recepire le esigenze dei cittadini e anche dell’Unione europea, essendo al tempo stesso equilibrato e rispettoso delle altre forme di agricoltura presenti nel nostro Paese.
Visualizza Allegato
1
In Evidenza - 19 feb 2020
Autorizzazioni per gli impianti viticoli, aperti i termini per la presentazione delle domande
Sono aperti i termini per richiedere superfici per impiantare nuovi vigneti. Possono essere richieste, dalle aziende agricole, tutte le superfici non utilizzate a vigneto o con vincoli condotte dall’azienda in proprietà, affitto o comodato gratuito per una superficie massima di 10 ettari. Le richieste ammissibili saranno accettate nella loro totalità se saranno uguali o inferiori alla superficie nazionale ammissibile. In caso di una richiesta superiore alla superficie nazionale sarà calcolata in maniera proporzionata a livello regionale. Ai singoli richiedenti il numero totale degli ettari disponibili è assegnato in maniera proporzionata sulla base delle superfici richieste. Qualora l’autorizzazione rilasciata è inferiore al 50% della superficie richiesta l’azienda può rifiutare entro 10 giorni e sarà ripartita tra gli altri richiedenti.
Entro giugno verranno fatte le comunicazioni ai produttori che avranno 3 anni per impiantare i vigneti. Queste autorizzazioni non possono accedere al finanziamento della Ristrutturazione e Riconversione Vigneti. La scadenza per le domande è fissata al 31 marzo 2020.
Puoi recarti presso l'ufficio CIA più vicino per informazioni e per l’inoltro della domanda.
Visualizza Allegato
1
In Evidenza - 08 feb 2020
Il progetto "Risorse Naturali d'Abruzzo" al congresso-evento "Metti in Cucina"
Il progetto “Risorse Naturali d’Abruzzo” all’interno del congresso-evento di cucina regionale “Meet in Cucina” dedicato ai cuochi, professionisti e imprenditori della ristorazione. Il progetto è governato da una ATI con capofila la Cooperativa ASCA ed aggrega ben 22 partner fra investitori diretti ed indiretti, ed è finanziato dal PSR Abruzzo 2014-2020 a valere sulla misura 16.4 “Filiere corte e mercati locali”. L’obiettivo è il ridimensionamento del “problema cinghiali”, contribuendo alla riduzione del numero dei capi, salvaguardando il territorio dai danni provocati da questi selvatici e costruendo una filiera forte, competitiva e qualificata capace di incrementare il consumo di carne di selvaggina trasformata in maniera sicura e di qualità, così da far crescere il reddito delle imprese agricole che partecipano al progetto e di quelle economie delle aree interne.
“Meet in Cucina” darà la possibilità agli addetti ai lavori interessati alla valorizzazione gastronomica e culinaria della carne di selvaggina di discutere di come perfezionare la filiera, dal cacciatore alla tavola, attraverso il trattamento delle carni, i controlli sanitari, la loro preparazione, la somministrazione, il consumo.
La novità di quest’anno, assolutamente inedita, è riservata proprio al trattamento delle carni di selvaggina attraverso una serie di dimostrazioni pratiche, curate dagli chef, che daranno la possibilità di far degustare al pubblico piatti preparati con carne di cinghiale.
“Il progetto si pone l’obiettivo ambizioso di trasformare un problema in risorsa e opportunità” afferma il coordinatore del progetto, Fabio De Marinis, “Con la vendita di carne di selvaggina attraverso una filiera, controllata e certificata, si potrà far emergere un consumo sempre regolare e sicuro per il consumatore, ma anche integrare il reddito delle aziende agricole aderenti”.
Le intere province di Pescara e di Chieti e oltre la metà della provincia dell’Aquila saranno i principali fornitori della selvaggina, in particolare del cinghiale. “Si ipotizza” continua De Marinis “che, a regime, la filiera possa intercettare almeno un 55% di tutti i cinghiali abbattuti annualmente in Abruzzo, pari a circa 6000 capi. Questi potrebbero risultare divisi in 4000 capi derivanti dalla caccia collettiva (52% dei capi abbattuti in braccata/girata) e 2000 capi provenienti dalla caccia di selezione e controllo (64% dei capi totali abbattuti in queste forme)”.
“Sono fiducioso sul contributo che questo progetto possa dare in termini di salvaguardia e valorizzazione del territorio riducendo gli effetti che la fauna selvatica sta creando” afferma Mauro Di Zio, presidente Cia Abruzzo. “La nostra confederazione, a livello nazionale, è già promotrice di una radicale riforma della legge 157 del 1992 che regola l’attività di caccia e che, innanzitutto, si pone l’obiettivo di sostituire il concetto di protezione con quello di gestione, e prevede varie iniziative volte a tutelare l’attività agricola”.
Ufficio Stampa
Vedi allegato Versione PDF
Visualizza Allegato
1
In Evidenza - 04 feb 2020
Sprechi alimentari: Cia, buttiamo sempre meno cibo. Fissare nuovi obiettivi
In un’epoca in cui la sicurezza alimentare e la sostenibilità della produzione agricola si vanno affermando come sfide da affrontare con sempre maggiore urgenza, ridurre lo spreco è un obbligo necessario. Occorre investire su sensibilità e buone pratiche dimostrate negli ultimi tempi, dagli italiani. Ad affermarlo è Cia-Agricoltori Italiani in occasione della 7° Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, che si tiene ogni anno il 5 febbraio, commentando positivamente il calo del 25% annuo del cibo buttato nella spazzatura.
Le imprese agricole, con il loro impegno, svolgono un ruolo centrale nella riduzione degli sprechi durante la fase di produzione e -sottolinea Cia- confermano ogni giorno il loro contributo attivo all'obiettivo ambizioso, fissato dalla legge nazionale anti-spreco 166/2016, di recuperare un milione di tonnellate di cibo l'anno e donarle a chi ne ha bisogno.
Più in generale, -ricorda Cia- il problema degli sprechi coinvolge tutti gli anelli della filiera alimentare, inclusi i consumatori che però sono sempre più consapevoli. Per la prima volta dopo dieci anni nelle case degli italiani, si butta meno cibo e quasi 7 italiani su 10 (il 66%) sono finalmente coscienti della connessione fra spreco alimentare, salute dell’ambiente e dell’uomo. E’ un dato rilevante -continua Cia- che vede scendere il costo dello spreco settimanale medio per nucleo familiare a 4,9 euro, per un totale di oltre 10 miliardi se si includono gli scarti di produzione e distribuzione, rispetto ai 6,6 euro registrati nel corso del 2019, pari a circa 8,4 miliardi complessivi.
Nonostante ciò, l’Italia resta al 13simo posto in Europa per quantità di cibo edibile che si perde lungo la filiera agroalimentare. Per questo è fondamentale -conclude Cia- recuperare efficienza nell’utilizzo delle risorse e dare nuovo impulso all’importante legge nazionale contro lo spreco alimentare, guardando anche al percorso segnato dall’Agenda 2030 dell’Onu sullo Sviluppo Sostenibile.
Visualizza Allegato
1
In Evidenza - 22 gen 2020
Agrichef: valorizzazione della cucina del territorio
Si è tenuto, martedì 21 gennaio, a Pescara, presso l’Istituto Alberghiero “De Cecco”, la manifestazione Agrichef Abruzzo, dedicata alla valorizzazione della cucina del territorio.
Nella prima parte della mattinata si è svolto un convegno dedicato al valore culturale della cucina contadina, con la partecipazione di esperti di chiara fama e giornalisti del settore. Sono intervenuti Mauro Di Zio Presidente regionale della Cia, la Preside dell’Istituto Alberghiero, Alessandra Di Pietro, Leonardo Seghetti, Gino Primavera, Leo Nodali, Iolanda Ferrara, Enrico Bruno, Lorenzo Pace. Ha moderato la giornalista Monica Di Pillo.
Nella seconda parte della mattinata le sei aziende agrituristiche partecipanti, in rappresentanza della tradizione gastronomica di tutta la regione, hanno preparato i piatti con il coinvolgimento degli studenti della scuola e di alcuni professori che hanno dato un significativo contributo alla buona riuscita dell’iniziativa.
Gli imprenditori e le imprenditrici intervenute hanno poi compiuto una narrazione delle ricette e dei territori ed infine, il Comitato Tecnico composto dagli esperti sopra citati ha fatto una valutazione critica.
Il risultato è stato soddisfacente, come ha dichiarato con entusiasmo il prof. Gino Primavera che ha definito come “significativamente alta la qualità dei piatti”.
Il professore ha continuato dicendo che è rimasto “colpito dal notevole livello qualitativo delle ricette contadine tale da porre la proposta gastronomica degli agriturismi sicuramente nella élite ristretta della cucina di qualità”.
Di seguito i piatti presentati dalle aziende agrituristiche ( visibili nella foro collage allegata all'articolo):
Scrippelle Mbusse – Agriturismo Bellavista di Assunta Di Michele – Arsita - TE
Sformato di Capretto – Agriturismo La Porta dei Parchi di Viola Marcelli – Anversa degli Abruzzi – AQ
Ngiuline (Salsicce, bacche e Uova)– Agriturismo L’Aperegia di Marino Recchini – Corvara – PE
Zuppa di Farro e legumi – Agriturismo La Fattoria di Maria Donata di Stefania Sergiampietri – Cugnoli – PE
Pallotte Cacie e Ove – Agriturismo Rosso di Sera di Domenica Trovarelli – Cugnoli PE
Acado (Carne di vitello in arrosto) – Agriturismo L’Antico Tratturo di Nico Ciavalini – Fara Fliorum Petri - CH
A completamento della manifestazione, gli allievi dell’Istituto Alberghiero “De Cecco”, hanno presentato un loro piatto tipico della tradizione contadina abruzzese.
Visualizza Allegato
1
In Evidenza - 21 gen 2020
“Destinazione Solidarietà”: un pasto al giorno per 400 bambini
Alfabetizzazione, acqua, assistenza sanitaria e ora anche sostegno alimentare. Prende il via la nuova iniziativa di Cia - Agricoltori Italiani Abruzzo e Molise in collaborazione con “Progetto Etiopia Onlus - Lanciano” e ASeS Agricoltori, Solidarietà e Sviluppo, denominata “Destinazione Solidarietà: un pasto al giorno per 400 bambini”. Il progetto intende garantire a quattrocento bambini che frequentano le scuole di Agamsa e Awursè in Etiopia – Regione del Guraghe - un pasto al giorno. Secondo l’ultimo rapporto sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo realizzato dalle Nazioni Unite, sono più di 3 milioni, ogni anno, i bambini che, di fatto, muoiono di fame. Oggi il 22 per cento dei bambini sotto i 5 anni, pari a 149 milioni, è rachitico: cioè oltre a essere molto magri, le loro ossa non si rafforzano bene, lo sviluppo fisico e intellettivo è rallentato e sono più esposti alle malattie, in sostanza crescono male. Più della metà dei bambini rachitici vive in Africa, dove il numero è aumentato nell’ultimo decennio. Gli studi dimostrano che, senza un’adeguata nutrizione, i bambini fanno più difficoltà ad apprendere a scuola. Il prossimo 25 gennaio una delegazione formata da Mariano Nozzi, direttore Cia Abruzzo, Alfonso Ottaviano, direttore Cia Chieti - Pescara e da Angelo Rosato, presidente dell’associazione Progetto Etiopia Onlus, partirà in missione per l’Etiopia, al fine di verificare l’andamento del progetto e inaugurare le nuove aule della scuola nel villaggio di Maganasse, a circa 200 km a sud-ovest di Addis Abeba, che in totale avrà sei aule e una direzione didattica. Tra i progetti in cantiere, c’è anche la realizzazione di un pozzo a 150 mt. di profondità per il poverissimo villaggio dei Gumuz a 180 km a sud-ovest di Addis Abeba e agli stessi, con un progetto pilota firmato tra ASeS, Progetto Etiopia Onlus e con la partecipazione economica di Cia Abruzzo, il 28 gennaio p.v. verranno consegnati bovini e sementi al fine di aiutare la popolazione a sostenersi con l’agricoltura, garantirsi il raccolto e diversificare la loro alimentazione, oggi poverissima di elementi nutritivi, con carne e latte.
“Nessun bambino dovrebbe andare a scuola affamato”, spiega Mariano Nozzi “L’obiettivo di Destinazione Solidarietà è quello di fornire un contributo tangibile nella lotta alla fame ed al sostegno dei diritti dell’infanzia, chiamando ciascuno ad essere artefice del cambiamento. Assemblando pochi e semplici ingredienti si arrivano a produrre diverse razioni di cibo che andranno a sfamare i bambini delle scuole costruite da Progetto Etiopia Onlus. Inoltre l’alimentazione scolastica incoraggia le famiglie povere a mandare i propri figli a scuola e a fare in modo che frequentino regolarmente permettendo loro di avere un’istruzione”.
“Ci sono dei diritti umani fondamentali come la vita, la dignità della persona, l’alfabetizzazione, il diritto all’acqua, alla salute, ad essere bambini, che nessuno può violare o dimenticare”, afferma Angelo Rosato, presidente della Onlus. “Operiamo in Etiopia da 15 anni manifestando il nostro impegno umanitario con progetti utili e concreti affinché chi è più sfortunato possa migliorare la propria esistenza nella propria terra”.
Perchè a un bambino possa essere garantito il diritto al cibo basta un contributo di 30 euro l’anno che ogni impresa e associato può decidere di versare. Ogni donatore riceverà aggiornamenti necessari sulla vita dei bambini e sull’andamento dei progetti. Per aderire rivolgersi agli uffici della Cia regionale.
Visualizza Allegato