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In Evidenza - 07 gen 2020
Buyer giapponesi: servizio di Btob in video-collegamento per le aziende vitivinicole
Nuovo ed innovativo servizio di Cia - Agricoltori Italiani alle aziende vitivinicole interessate al mercato giapponese, ideato e svolto in collaborazione con la Japan Italy Economic Federation (JIEF) partner Cia per il Giappone. Si tratta di un servizio “Pilota” che permette di svolgere in video-collegamento con la città di Tokyo o di Fukuoka gli incontri BtoB con un gruppo selezionato d’importatori-distributori giapponesi.
Tra le aziende che invieranno la manifestazione d’interesse ne verranno selezionate 6 (in base alla preferenza e alle richieste degli operatori giapponesi). Le aziende che resteranno fuori dalla lista verranno inserite con priorità nel calendario del prossimo incontro da programmare.
Gli operatori giapponesi verranno selezionati precedentemente dalla JIEF in base al grado di compatibilità con le aziende produttrici; la compatibilità sarà verificata attraverso un matching preventivo.
Il video-incontro avrà una durata di 20 minuti ad azienda e quest’ultima potrà svolgere il BToB direttamente dalla propria sede attraverso una videoconferenza guidata e assistita dall’ufficio internazionale Cia.
Alcune settimane prima del video-incontro le aziende italiane prepareranno le informazioni necessarie e invieranno i campioni dei prodotti richiesti dagli importatori giapponesi. Al momento dell’incontro gli importatori avranno già avuto modo di valutare il prodotto ed il listino prezzi, e di conseguenza il BToB avrà carattere di approfondimento o di chiusura di accordi.
Questo nuovo format ha come obiettivo quello di dare concrete opportunità di business alle imprese italiane senza i rilevanti investimenti di tempo e di spesa necessari ad una missione estera.
DETTAGLI ORGANIZZATIVI
• L’iniziativa si svolgerà il giorno 5 MARZO 2020, in orario da definire (mattina per questione di fuso orario), e riguarderà aziende produttrici di vino (si accetta qualsiasi tipologia e produzione geografica).
• Le aziende devono inviare la manifestazione d’interesse (che segue sotto) entro il 13 GENNAIO 2020 e riceveranno riscontro sulla partecipazione e sui dettagli connessi (incluse le specifiche sui campioni da spedire) entro il 24 Gennaio.
• Le aziende scelte dovranno inserire entro il 15 febbraio il materiale informativo sulla piattaforma SMAPPON (vedi informazioni allegate per conoscere e ottenere l’APP SMAPPON) e inviare una piccola campionatura dei prodotti richiesti entro il 29 febbraio.
COSTI A CARICO DELL’AZIENDA
- Come copertura dei costi organizzativi in Giappone (organizzazione, assistenza nello scambio dei materiali e interpretariato) è richiesto un contributo di 100€ ad azienda.
- Costi dell’APP Smappon: Abbonamento annuale 36€, servizio traduzione inglese e giapponese UNA TANTUM 49,90€ (facoltativo) e gestione dell’account da un operatore in Giappone UNA TANTUM 49,90€ (facoltativo).
- Costi di spedizione in Giappone della campionatura.
I dettagli organizzativi sugli incontri, i nomi degli importatori selezionati, e tutti i dettagli connessi alla gestione del follow up verranno comunicati alle aziende scelte non appena terminato il matching con gli operatori giapponesi, al fine di massimizzare le opportunità di esiti positivi.
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In Evidenza - 07 gen 2020
Abruzzo: bando "Pacchetto giovani", opportunità per i giovani agricoltori
Pubblicato dalla Regione Abruzzo il bando “Pacchetto giovani” con la misura 611 e 411 finalizzato all'attivazione, in modalità combinata, del premio previsto per l’avvio di attività imprenditoriali per i giovani agricoltori, con il sostegno agli investimenti finanziabili per il miglioramento della redditività nelle aziende agricole.
Il sostegno è rivolto a giovani agricoltori che intendono avviare una impresa agricola e che si insediano per la prima volta nella stessa in qualità di capo azienda in forma singola o associata.
La scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 28 febbraio 2020.
Per maggiori dettagli consultare l'allegato in Pdf.
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In Evidenza - 23 dic 2019
La fauna selvatica da problema a opportunità e risorsa per l’Abruzzo
“La Filiera della Selvaggina come Opportunità di Valorizzazione delle Risorse Naturali del Territorio Abruzzese” al centro del convegno che si è svolto a Pescara, nella sede di Aurum, nell’ambito del progetto “Risorse Naturali d’Abruzzo”. L’obiettivo è il ridimensionamento del “problema cinghiali” contribuendo alla riduzione del numero dei capi, salvaguardando il territorio dai danni provocati da questi selvatici e costruendo una filiera forte, competitiva e qualificata capace di incrementare il consumo di carne di selvaggina trasformata in maniera sicura e di qualità così da far crescere il reddito delle imprese agricole che partecipano al progetto e di quelle economie delle aree interne. Il progetto è governato da una ATI con capofila la Cooperativa ASCA ed aggrega ben 22 partner fra investitori diretti ed indiretti ed è finanziato dal PSR Abruzzo 2014-2020 a valere sulla misura 16.4 ‘Filiere Corte e Mercati Locali’.
Regione pioniera in termini di destinazione della fauna abbattuta è stata l’ Emilia-Romagna che nel 2007 ha consentito l’utilizzo della selvaggina per autoconsumo.
“Grazie a queste iniziative”, spiega Maria Luisa Zanni della Regione Emilia-Romagna, “è possibile reperire prodotto fresco dell’Appennino nelle macellerie anche del centro città e degustare piatti cucinati da chef qualificati realizzati con carni di prima qualità, frollata e sezionata correttamente al fine di valorizzarne al meglio il sapore”.
“Sebbene i prodotti di selvaggina ricoprono un ruolo importantissimo nella green economy, il valore
di essi è stato a lungo sottostimato”, dice Roberto Viganò dello studio associato AlpVet, “Questo ci deve far ragionare su quanto finora in Italia ci siamo lasciati sfuggire non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto dal punto di vista di immagine dell’attività venatoria, la quale, ancora oggi, non viene riconosciuta come qualcosa in grado di produrre degli alimenti, ma più che altro come un’attività ricreativa e con una forte e radicata caratterizzazione sociale, essendo prevalentemente praticata più per convivialità”.
“Il progetto si pone l’obiettivo ambizioso di trasformare un problema in risorsa e opportunità”, afferma il coordinatore del progetto Fabio De Marinis, “Con la vendita di carne di selvaggina attraverso una filiera, controllata e certificata, si potrà far emergere un consumo sempre regolare e sicuro per il consumatore, ma anche integrare il reddito delle aziende agricole aderenti”.
Le intere province di Pescara e di Chieti e oltre la metà della provincia dell’Aquila saranno i principali fornitori della selvaggina, in particolare del cinghiale. “Si ipotizza”, continua De Marinis, “che, a regime, la Filiera possa intercettare almeno un 55% di tutti i cinghiali abbattuti annualmente in Abruzzo, pari a circa 6000 capi. Questi potrebbero risultare divisi in 4000 capi derivanti dalla caccia collettiva (52% dei capi abbattuti in braccata/girata) e 2000 capi provenienti dalla caccia di selezione e controllo (64% dei capi totali abbattuti in queste forme)”.
“Una soluzione per le buone pratiche di conservazione del prodotto consiste nel favorire la realizzazione di una rete locale di Centri di Sosta (CdS) con celle frigorifere di adeguate capacità, indifferentemente che un cacciatore voglia commercializzare il suo capo tramite un CdLS, oppure cederlo direttamente al consumatore finale o riservarselo per l’autoconsumo nel proprio ambito domestico”, sostiene Mauro Ferri, esperto del S.I.E.F. (Società Italiana Ecopatologia della Fauna).
“Sono fiducioso sul contributo che questo progetto possa dare in termini di salvaguardia e valorizzazione del territorio riducendo gli effetti che la fauna selvatica sta creando”, dice Mauro Di Zio, Presidente Cia Abruzzo, “La nostra confederazione, a livello nazionale, è già promotrice di una radicale riforma della legge 157 del 1992 che regola l’attività di caccia e che, innanzitutto, si pone l’obiettivo di sostituire il concetto di protezione con quello di gestione, e prevede varie iniziative volte a tutelare l’attività agricola”.
Vedi gli Abstract dei relatori del workshop che sono allegati al documento PDF di seguito riportato.
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In Evidenza - 23 dic 2019
Natale: Cia, a tavola trionfa la tradizione. Spesa per 4,8 mld fino a Capodanno
Con l’arrivo delle feste, la tradizione torna protagonista a tavola. Messe in disparte le mode esotiche in cucina, vincono anche quest’anno pranzi e cene casalinghi con prodotti legati al territorio, per una spesa complessiva di 4,8 miliardi di euro tra Natale e Capodanno. Sono le stime di Cia-Agricoltori Italiani, secondo cui oltre due italiani su tre trascorreranno le festività tra le mura domestiche con parenti e amici, preferendo piatti locali nel 75% dei casi.
Anche se le tredicesime restano impegnate soprattutto su scadenze fiscali e risparmi, non si rinuncia alle classiche tavolate natalizie, per le quali si spenderanno fino a 2,8 miliardi, in media 140 euro a famiglia -rileva Cia-. Quasi 2 miliardi, invece, il budget alimentare previsto per allestire il cenone di Capodanno e il pranzo del primo gennaio nelle case. Mentre il 25% degli italiani sceglierà ristoranti, trattorie o agriturismi per attendere l’arrivo del 2020.
Rispetto ai menù, vincono le ricette tradizionali e regionali: ragù, bollito, tortellini in brodo, verdure pastellate, abbacchio, cotechino e lenticchie, pandoro e panettone. E per il cenone della Vigilia, che vedrà al centro il pesce (che registra proprio in questi giorni il consumo più elevato dell’anno, con una spesa prevista di circa 500 milioni) -continua Cia- le famiglie compreranno alici, baccalà, orate, spigole, trote e capitone invece del costoso caviale d’importazione.
Anche in queste feste, poi, spumante e prosecco trionferanno sullo champagne, con il 90% dei brindisi tricolori e oltre 70 milioni di tappi pronti a saltare da qui all’anno nuovo.
Menù locali e legati al territorio vinceranno anche negli agriturismi, dove le tradizioni della cucina contadina vengono valorizzate dagli Agrichef Cia. Secondo la nostra associazione agrituristica Turismo Verde, queste lunghe festività premieranno la vacanza in campagna (+6%), soprattutto sul fronte della ristorazione. Merito anche dei prezzi competitivi, con la possibilità di pacchetti e offerte “last minute”.
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Eventi - 18 dic 2019
A Pescara un workshop tematico sulla filiera della selvaggina
La Coop. A.S.C.A, capofila della costituita A.T.I., attuatrice del progetto “Risorse Naturali d’Abruzzo”, finanziato dal PSR Abruzzo 2014-2020 a valere sulla misura 16.4 ‘Filiere Corte e Mercati Locali’ organizza nella giornata di venerdì 20 Dicembre 2019, a partire dalle ore 15,00, presso la sede di Aurum a Pescara, un workshop tematico dal titolo “La Filiera della Selvaggina come Opportunità di Valorizzazione delle Risorse Naturali del Territorio Abruzzese”.
L’incontro rappresenta, di fatto, il lancio ufficiale del progetto e delle attività che si svilupperanno sull’intero territorio della Regione Abruzzo. I cosiddetti Progetti PIF o di microfiliera hanno lo scopo di agevolare lo sviluppo e la valorizzazione dei mercati locali, di prossimità e soprattutto di garantire corretta informazione sia verso le aziende aderenti che verso i consumatori quali destinatari finali. Oltre questi obiettivi, è importante mettere a punto anche strategie organizzativo/gestionali in grado di favorire i processi di filiera corta, di crescita economica e la conseguente valorizzazione della qualità dei prodotti e dei processi. Il progetto denominato “Risorse Naturali d’Abruzzo” è governato da una ATI con capofila la Cooperativa ASCA ed aggrega ben 22 partner fra investitori diretti ed indiretti che svilupperanno azioni ed attività riguardanti la filiera “Selvaggina/cinghiali”. Prevede una durata di 14 mesi ed ha in sè anche la possibilità che quattro aziende svilupperanno investimenti sulle misure del PSR Abruzzo per far sì che vi sia uno sviluppo e la creazione di una filiera sempre più efficace ed efficiente.
Il progetto si pone diversi obiettivi e risultati attesi, uno dei principali è quello di provare a ridimensionare il “problema cinghiali” riducendo il numero dei capi, salvaguardando il territorio dai danni provocati da questi selvatici e costruendo una filiera forte, competitiva e qualificata capace di incrementare il consumo di carne di selvaggina trasformata in maniera sicura e di qualità così da far crescere il reddito delle imprese agricole che partecipano al progetto e di quelle economie delle aree interne.
Per discutere di queste ed altre tematiche si è provveduto a coinvolgere attori importanti ed esperti qualificati provenienti da diverse regioni ed istituzioni pubbliche e private in grado di “aprire prospettive interessanti” al progetto nel suo complesso. Saranno presenti l’Assessore Regionale alle politiche agricole nonché vice Presidente della Giunta Regionale Emanuele Imprudente, il Sindaco di Pescara Carlo Masci, Maria Luisa Zanni in rappresentanza ufficiale della Regione Emilia Romagna, Mauro Ferri esperto Senior per Regione Emilia Romagna, Giuseppe Cavaliere responsabile PIF mis.16.4 Regione Abruzzo, Giuseppe Giannini esperto Senior, Roberto Viganò esperto Senior, Giuseppe Maiorano titolare cattedra Unimol, Giuseppe Bucciarelli Servizio Sanità veterinaria, Paolo Dalla Villa dell’Istituto Zooprofilattico G. Caporale, Eliodoro D’Orazio in rappresentanza del Presidio Slow Food. I lavori saranno moderati dal Massimo Di Cintio. Importante e strategica anche la presenza di Fabio De Marinis coordinatore di Progetto insieme a Mauro Di Zio Presidente CIA Abruzzo e di Nunzio Marcelli in rappresentanza della capofila Coop ASCA.
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In Evidenza - 18 dic 2019
Aree interne: Cia lancia piattaforma online per “Il Paese che Vogliamo”
Cia-Agricoltori Italiani lancia la piattaforma online dedicata al progetto nazionale “Il Paese che Vogliamo”. La presentazione ufficiale in occasione dell’Assemblea annuale che si è tenuta a Roma.
Il sito web, raggiungibile al link ilpaesechevogliamo.cia.it, è stato pensato, in primo luogo, per promuovere il dibattito pubblico sui 5 asset al centro dell’iniziativa (infrastrutture, governo del territorio, filiere a vocazione territoriale, fauna selvatica, enti locali e politiche Ue) e quindi come contesto virtuale per raccogliere proposte di rilancio delle aree interne.
La piattaforma risponde all’obiettivo di informare e aggiornare in merito all’iniziativa, ma soprattutto apre il progetto a una maggiore partecipazione, prevedendo al suo interno la sezione ad hoc “Lascia la tua proposta” per dare spazio a idee e suggerimenti. Chiamati a contribuire non solo istituzioni, enti, mondo accademico e associazioni, ma anche stakeholder, giornalisti e cittadini.
Stile e approccio, che traggono ispirazione dal sito web degli Agricoltori Italiani, sono stati scelti per una navigazione intuitiva e snella, una fruizione dei contenuti facile e immediata. Tanti gli approfondimenti sulle questioni sollevate con “Il Paese che Vogliamo”. Grande attenzione a documenti, analisi, report e focus, frutto del roadshow dedicato, che Cia sta portando avanti da Nord a Sud Italia.
“Chiudiamo il 2019 carichi di quattro mesi di intensa attività focalizzata sull’importante viaggio nel territorio de “Il Paese che Vogliamo” -ha detto il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino.- Il roadshow, fondamentale per dialogare con governatori, sindaci, presidenti di enti e associazioni, accademici e cittadini -ha raccontato Scanavino- finora ha toccato 4 tappe, coinvolgendo 12 regioni (a Nord Liguria e Piemonte; a Sud Campania, Puglia e Basilicata; nel Centro Italia Toscana, Emilia-Romagna e Umbria; nelle zone terremotate Marche, Lazio, Abruzzo, Umbria e Molise) radunando nei tavoli tematici oltre 200 ospiti istituzionali. La piattaforma arriva, ora, a rafforzare gli intenti del progetto Cia per realizzare, attraverso anche i prossimi appuntamenti in giro per l’Italia, il più dettagliato, organico e puntuale dossier sulle aree interne, da presentare presto al governo”.
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