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1 In Evidenza - 22 apr 2025

Fauna selvatica, emergenza fuori controllo: CIA Abruzzo chiede interventi urgenti e annuncia la mobilitazione regionale

In Abruzzo, la pressione della fauna selvatica ha superato ogni soglia di tollerabilità. Campi devastati, greggi attaccate, raccolti compromessi e un ecosistema sempre più sbilanciato: è questa la drammatica realtà che CIA Abruzzo, insieme a Confagricoltura Abruzzo, Copagri Abruzzo e Liberi Agricoltori Abruzzo, denuncia con forza e in modo compatto, chiedendo interventi urgenti, strutturati e coerenti.

La proliferazione incontrollata di cinghiali, cervi, lupi e specie invasive sta mettendo in ginocchio l’intero comparto agricolo. Il piano per il contenimento dei cinghiali resta in larga parte inapplicato, il prelievo dei cervi è stato sospeso da una sentenza del TAR, la peste suina africana continua ad avanzare, e i risarcimenti per i danni, quando arrivano, sono spesso tardivi e insufficienti.

"Non è solo il reddito degli agricoltori a essere sotto attacco, ma la tenuta stessa del nostro territorio. Dove manca la gestione, l’ambiente si degrada. Dove viene meno l’agricoltura, si perde presidio, biodiversità e sicurezza alimentare," dichiara Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. "Siamo stanchi di subire. Siamo pronti a far sentire la nostra voce e a chiedere conto a chi ha responsabilità politiche e istituzionali. Non ci fermeremo finché non saranno adottate misure concrete ed efficaci."

Per questo le organizzazioni promotrici annunciano una campagna di mobilitazione e una raccolta firme che, nei prossimi giorni, attraverserà l’intero territorio regionale. Incontri pubblici, presìdi e momenti di confronto con cittadini e amministratori avranno l’obiettivo di dimostrare che l’agricoltura non è la causa del problema, ma la prima vittima di un sistema che ha smesso di funzionare.



La mobilitazione avrà un momento centrale nella manifestazione regionale di lunedì 13 maggio 2025, a L’Aquila, alle ore 10:00 davanti alla sede del Consiglio Regionale. Un’iniziativa aperta ad agricoltori, cittadini e famiglie, per chiedere con determinazione ascolto e responsabilità da parte delle istituzioni. Al termine degli interventi pubblici, una delegazione dei dirigenti delle organizzazioni agricole sarà ricevuta dalle autorità regionali per presentare un documento con proposte operative concrete.

Il giorno seguente, martedì 14 maggio, in occasione dell’udienza di merito presso il TAR dell’Aquila sulla delibera regionale per l’abbattimento di 469 cervi, una delegazione ristretta sarà presente all’esterno del tribunale. 

CIA Abruzzo e le altre organizzazioni confermano che questa è solo la prima tappa di un percorso di mobilitazione destinato a proseguire finché non saranno adottate misure serie, efficaci e coordinate, in grado di ristabilire il necessario equilibrio tra agricoltura, fauna selvatica e tutela del territorio.

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1 In Evidenza - 22 apr 2025

Cordoglio in Cia per la morte del Papa: se ne va un grande alleato della terra e di chi la cura


“Esprimiamo il nostro più profondo cordoglio per la morte di Papa Francesco, in questi anni difficili uno strenuo difensore della giustizia sociale e dei diritti umani, ma anche un grande amico della terra e di chi la cura”. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, insieme a tutta la Confederazione, si unisce al dolore della Chiesa e di tutto il mondo per la scomparsa del Pontefice.


“Le sue parole, a partire dall’enciclica Laudato sì, hanno sottolineato con forza il diritto di tutti a un cibo sano e sostenibile, bene inalienabile e universale -ricorda Fini- richiamando più volte la centralità e la dignità del lavoro agricolo, oltre alla necessità di sostenere l’agricoltura familiare contro povertà e ineguaglianze”.


“Non possiamo dimenticare neppure i suoi costanti richiami alla pace e alla solidarietà tra gli uomini e i popoli -continua il presidente di Cia-. Tante volte abbiamo condiviso i suoi appelli per dire no alle guerre, alla violenza e alle discriminazioni”.

“Ora l’esempio di Papa Bergoglio, uomo di speranza e di vita -conclude Fini- continui a essere da guida per la costruzione di un mondo più giusto e pacifico”. 

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1 In Evidenza - 16 apr 2025

Emergenza Dazi USA: Cia Abruzzo chiede azioni urgenti per difendere il settore agroalimentare

Cia Abruzzo esprime forte preoccupazione per le conseguenze che la politica commerciale protezionistica degli Stati Uniti rischia di avere sul comparto agroalimentare regionale. 

La recente decisione americana di prorogare di soli 90 giorni l’introduzione di dazi del 20% sulle importazioni dall’Unione Europea, mantenendo comunque un’aliquota del 10%, rappresenta una minaccia concreta per le imprese agricole italiane e anche abruzzesi.

Nel 2024, il valore dell’export agroalimentare abruzzese verso gli Stati Uniti ha visto in particolare le province di Chieti e Pescara tra le più esposte, rispettivamente con il 20% e il 24% delle proprie esportazioni agroalimentari destinate oltre oceano. Vino, olio extravergine di oliva e ortofrutta trasformata sono i prodotti maggiormente a rischio.

Si tratta di una situazione allarmante”, dichiara il presidente regionale Nicola Sichetti, “che potrebbe compromettere la competitività delle nostre eccellenze e mettere in crisi intere filiere produttive e occupazionali che rappresentano non solo un patrimonio economico, ma anche culturale e ambientale del nostro territorio”.

CIA Abruzzo fa proprio l’appello lanciato dalla direzione nazionale, chiedendo che il negoziato tra Unione Europea e Stati Uniti venga rilanciato con forza e che l’Italia giochi un ruolo centrale per evitare trattative separate tra Washington e singoli Paesi. Allo stesso tempo è indispensabile prevedere strumenti di sostegno per le aziende più colpite e risorse straordinarie per compensare le eventuali perdite e sostenere l’apertura di nuovi mercati.

Chiediamo alle istituzioni regionali e ai parlamentari abruzzesi di farsi carico di questa emergenza e di sostenere con forza la voce degli agricoltori e delle imprese agroalimentari abruzzesi a Bruxelles e a Roma”, conclude il Presidente Sichetti.

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1 In Evidenza - 14 apr 2025

Bando INAIL 2025 per l’Agricoltura: contributi a fondo perduto fino a 130.000 euro

L’INAIL ha pubblicato la versione definitiva del Bando ISI 2024-2025, con 600 milioni di euro complessivi a disposizione delle imprese italiane. Di questi, 90 milioni sono dedicati al settore agricolo, con una quota riservata di 20 milioni per i giovani agricoltori.

Obiettivo: migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro, promuovendo al contempo sostenibilità e innovazione.

Per quanto concerne l'Abruzzo le risorse destinate a questa fattispecie ammontano in totale a 2.444.466 euro, ripartiti in due sotto assi, il primo – asse 5.1 – destinato a tutte le imprese operanti nel settore della produzione primaria, per un importo di 1.810.313 euro, ed il secondo – asse 5.2 – con una dotazione di 634.153 euro, riservato ai giovani agricoltori che al momento della chiusura della procedura informatica per la compilazione delle domande, non abbiano compiuto il quarantesimo anno di età.


Chi può partecipare

  • Imprese agricole iscritte alla Camera di Commercio
  • Cooperative agricole di lavoro
  • Giovani agricoltori (under 40), in possesso dei requisiti professionali e formativi richiesti

Esclusioni: aziende che hanno già beneficiato dei Bandi ISI 2021, 2022 o 2023; soggetti con precedenti penali in materia di sicurezza sul lavoro.

I beneficiari potranno inoltre accedere al bando sia in forma singola che associata, e potranno presentare una sola domanda di finanziamento in un’unica Regione, per una sola tipologia di progetto e per una sola unità produttiva.


Cosa finanzia il bando

Spese ammissibili:

  • Acquisto o noleggio con patto di acquisto di trattori e macchinari agricoli o forestali
  • Redazione della perizia asseverata (max €1.850)

Attenzione: gli investimenti devono rispettare criteri tecnici precisi e portare un reale miglioramento della sicurezza. Ogni mezzo proposto deve raggiungere un punteggio minimo di 130 punti.

I beni previsti nel progetto dovranno essere nuovi (non sono ammessi mezzi usati), potranno essere al massimo due e rispettare la seguente composizione:

  • 1 trattore agricolo o forestale e 1 macchina agricola o forestale dotata o meno di motore proprio;
  • 1 macchina agricola o forestale dotata di motore proprio e 1 macchina agricola o forestale non dotata di motore proprio;
  • 2 macchine agricole o forestali non dotate di motore proprio.
     

Contributi concessi

  • 80% a fondo perduto per giovani agricoltori (under 40)
  • 65% a fondo perduto per altre imprese agricole

Importo finanziabile: da €5.000 fino a €130.000
Anticipo possibile: fino al 70% senza soglia minima


Scadenze e modalità di accesso

Apertura portale INAIL: 14 aprile 2025

Chiusura compilazione domanda30 maggio 2025 (ore 18:00)


Per ulteriori informazioni vi invitiamo a seguirci sui nostri canali o a contattarci.

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1 In Evidenza - 09 apr 2025

"Agricoltura Sicura": terzo incontro a Penne per difendere il lavoro regolare e la sicurezza nei campi

In un momento in cui il settore agricolo è sempre più al centro delle sfide legate alla sostenibilità e alla tutela dei diritti dei lavoratori, si è svolto presso la Sala Polivalente di Penne il terzo incontro di “Agricoltura Sicura”, promosso dalla CIA – Agricoltori Italiani Abruzzo e dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro di Chieti-Pescara.

L’appuntamento rientra in una più ampia campagna di prevenzione e sensibilizzazione, rivolta in particolare agli imprenditori agricoli e ai lavoratori del comparto. L’obiettivo è fare chiarezza su obblighi normativi, adempimenti in materia di salute e sicurezza e contrasto al lavoro sommerso.

Ad aprire i lavori, i saluti istituzionali del Sindaco di Penne Gilberto Petrucci, che ha sottolineato come la legalità e la sicurezza sul lavoro siano valori fondanti per un territorio che fa dell’agricoltura una risorsa identitaria e produttiva. Accanto a lui, la Vice Presidente della CIA Chieti-Pescara, Beatrice Tortora, ha ribadito l’impegno dell’associazione nel supportare le aziende agricole affinché operino nel pieno rispetto delle normative.

La prima parte dell’incontro ha visto protagoniste Monica Sorgi e Maria Beatrice Ambrosini, entrambe ispettrici del lavoro presso l’ITL di Pescara. Il loro intervento ha offerto una panoramica chiara e concreta sugli aspetti normativi generali che regolano il lavoro agricolo, mettendo in luce le criticità più frequenti riscontrate durante le ispezioni.


Tra i temi affrontati: le tipologie contrattuali previste per il settore, le modalità corrette di assunzione, le comunicazioni obbligatorie, ma anche le gravi conseguenze legate al ricorso al lavoro sommerso. “Il lavoro nero non solo danneggia il lavoratore, ma penalizza l’intero comparto agricolo, alimentando concorrenza sleale e illegalità”.

La seconda parte dell’incontro si è concentrata sugli adempimenti in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro agricoli. A parlarne, Annalisa Gentile e Matteo Natale, ispettori tecnici dell’ITL di Pescara, che hanno illustrato in modo puntuale le responsabilità del datore di lavoro, a partire dalla redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), fino all’obbligo di formare e informare correttamente il personale.

Particolare attenzione è stata data ai rischi specifici dell’ambiente agricolo, spesso sottovalutati: l’utilizzo improprio dei trattori, l’assenza di dispositivi di protezione individuale, l’esposizione a prodotti fitosanitari e le lavorazioni in condizioni meteorologiche avverse. “La sicurezza non può essere vissuta come un obbligo burocratico, ma come un investimento culturale, che tutela la vita delle persone e il futuro dell’azienda”.

A moderare l’incontro è stato Alfonso Ottaviano, direttore CIA Chieti-Pescara, che ha guidato anche il dibattito finale con il pubblico. Molti gli interventi da parte degli agricoltori presenti, che hanno posto domande pratiche, condiviso esperienze e chiesto chiarimenti su aspetti tecnici e procedurali.

L’iniziativa si è chiusa con un messaggio chiaro: lavorare in regola conviene. Conviene ai lavoratori, che operano con dignità e sicurezza. Conviene alle aziende, che si tutelano da rischi e sanzioni. Conviene al territorio, che cresce su basi solide e trasparenti.

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1 In Evidenza - 04 apr 2025

Dazi: Cia, conto salato per province. 1 su 5 esposta per oltre 100 mln in export food verso Usa


I dazi imposti dagli Usa metterebbero a rischio il settore agroalimentare di una provincia italiana su cinque. Nella lista delle province ad alto rischio, a seguito delle barriere protezionistiche annunciate da Trump, secondo l’Ufficio studi di Cia-Agricoltori Italiani ce ne sono 21 - su un totale di 107 - le cui esportazioni di food verso gli Stati Uniti generano un valore superiore ai 100 milioni di euro.

La più esposta, in questa classifica che guarda ai valori assoluti dell’export, è la provincia di Salerno con 518 milioni, suddivisi soprattutto in ortofrutta lavorata e conserve di pomodoro, oltre a zucchero, cacao e condimenti vari. Segue Milano, con 422 milioni di spedizioni verso gli Stati Uniti, che vedono in primo piano le bevande alcoliche da aperitivo. Cuneo è, invece, regina dell’export di vini con quasi 400 milioni di euro venduti negli Usa dalle cantine dell’Albese, delle Langhe e del Roero (Barolo e Barbaresco, in primis). Poco fuori dal triste podio il trevigiano con il prosecco delle colline di Valdobbiadene (355 milioni) e la Food Valley di Parma, 306 milioni, nella quale i dazi colpiranno soprattutto i Consorzi di Parmigiano e Prosciutto e le conserve di pomodoro.

C’è, poi, il confronto sui valori percentuali, con un quadro ugualmente allarmante, che mette in risalto le province più vulnerabili, perché tanto dipendenti dall’export verso gli Stati Uniti. Se Grosseto, infatti, esporta negli Usa 236 milioni di olio d’oliva, preoccupa ancor di più che queste spedizioni rappresentino il 71% di tutte le vendite agroalimentari della provincia verso l’estero.
Senza contare che “anche con un valore inferiore ai 100 milioni di export, sono tante le province piccole e rurali per le quali l’impatto sull’economia locale sarebbe maggiore rispetto ai territori più ricchi, che riescono a diversificare i loro sbocchi commerciali”, ricorda il presidente nazionale Cia, Cristiano Fini.

Cia valuta particolarmente fragili le situazioni di Nuoro e Sassari, che destinano al mercato statunitense il 65% di tutta la loro produzione agroalimentare, soprattutto quel Pecorino romano prodotto per il 90% in Sardegna utilizzato oltreoceano dall’industria alimentare per aromatizzare patatine in busta e altri snack. “Se il prezzo del Pecorino romano non sarà più competitivo, verrà probabilmente sostituito da altri formaggi di pecora americani -evidenzia Fini- determinando un crollo per l’economia delle province dell’isola che si regge su quella filiera. A preoccupare sarà il prezzo del latte, che potrà subire contraccolpi immediati”.

Tra le province più esposte, fuori dal territorio sardo, ci sono anche Catanzaro, dove il mercato Usa assorbe il 42% della produzione agroalimentare provinciale (ortofrutta lavorata, marmellate e conserve di pomodoro), Siena (vino e olio d’oliva) con il 34% e Roma (vino, olio d’oliva e di semi) con il 33%.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 14 apr 2022

Nuova mobilitazione di Cia del Centro Italia: il 20 aprile a Venturina Terme

Nuova e terza manifestazione di Cia-Agricoltori Italiani contro costi di produzione alle stelle, peste suina ed emergenza fauna selvatica. A mobilitarsi, scendendo in strada tra bandiere e trattori, questa volta sono gli imprenditori agricoli del Centro Italia che si sono dati appuntamento mercoledì 20 aprile, alle ore 10:30, a Venturina Terme, frazione del comune italiano di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno.

In centinaia dalle regioni Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana e Umbria raggiungeranno la località per prendere parte al corteo da Via della Fiera ali piazzale antistante il Centro Fiere S.E.FI.

Non si arresta, infatti, la pressione che, da mesi, si sta abbattendo sull'economia delle imprese agricole. Dopo due anni di pandemia è sopraggiunto il colpo della guerra in Ucraina. La tensione geopolitica internazionale ha acuito la difficoltà a uscire dalla crisi, spinta da caro energia e carburante. Inoltre, l'aumento del 300% sui concimi, i rincari sui fertilizzanti del 170%, oltre al raddoppio sui mangimi, ha reso i costi di produzione insostenibili, portando il settore agricolo e allevatoriale allo stato attuale di precarietà, agevolata dalle speculazioni sui mercati. 

Anche per il Centro Italia resta invariata, poi, l'annosa emergenza fauna selvatica, cui si è aggiunta la preoccupazione per la peste suina. Motivo, pure questo, per rilanciare l'appello sul tema attraverso la manifestazione di Venturina. Ripetuto da Cia-Agricoltori Italiani su tutto il territorio nazionale, serve una riforma radicale della legge 157 del 1992. Una normativa troppo datata per riuscire ad affrontare un problema ormai fuori controllo con +111% di cinghiali in circolazione, oltre 200 milioni di danni all’agricoltura e 469 incidenti, anche mortali negli ultimi quattro anni, e lo spettro della peste suina che mesi ha fatto registrare casi allarmanti in Liguria e Piemonte.

"L’agricoltura non si può fermare" ripete, quindi, Cia che con la terza mobilitazione in tre mesi chiede che si tuteli un settore estremamente strategico per il Paese.

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1 In Evidenza - 13 apr 2022

Alessandro Del Carlo confermato presidente dei Pensionati di Cia

Non sono più rinviabili misure urgenti su pensioni, sanità e servizi, per evitare che milioni di anziani, a partire da quelli con assegni al minimo, precipitino in una condizione d’indigenza, strozzati da caro-energia, inflazione “di guerra” e strascichi della pandemia. Questo l’appello di Alessandro Del Carlo, confermato nella carica di presidente nazionale di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, dall’VIII Assemblea elettiva che si è conclusa oggi al Centro Congressi Roma Eventi.

Nelle sue prime parole dopo la rielezione, il richiamo alla situazione in Ucraina: “La guerra ha sempre solo provocato morte, distruzione, sofferenze tra le popolazioni coinvolte -ha detto-. E l’agricoltura è il settore più colpito, con la devastazione di territori, campi, produzioni, che vuol dire meno cibo e meno sicurezza alimentare a livello mondiale”. Per questo, ha ribadito Del Carlo, “mentre si intensificano le iniziative di solidarietà e di accoglienza verso i profughi in fuga, bisogna insistere per arrivare a una nuova vera trattativa che garantisca stabilità e diritti per tutti. La pace è un principio non negoziabile, è una precondizione per ogni società affinché ci siano libertà e democrazia, per costruire il futuro”.

Intanto, le conseguenze della guerra sono piombate sull’economia italiana ancora traballante dopo due anni di pandemia, con l’aumento grave e immediato dei prezzi dei beni essenziali, cominciando da quelli alimentari, che vanno oltre i livelli di inflazione al 6,7% e sfociano nella speculazione. “Un ulteriore aggravio che fa salire ancora il costo della vita -ha spiegato il presidente di Anp- aggiungendosi al caro-bollette, al rialzo dei carburanti e ai postumi del Covid. Rischiano di saltare i bilanci di aziende e famiglie, ma soprattutto per i redditi bassi come i pensionati al minimo, la situazione è diventata completamente insostenibile”.

Proprio da questi nodi, è partita la tavola rotonda “Ripartiamo dal territorio. Anziani protagonisti: pensioni, sanità e servizi”, in occasione dell’Assemblea, con numerosi ospiti istituzionali. Oltre a Del Carlo, sono intervenuti Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana del Ministero della Salute; Tiziana Nisini, sottosegretaria al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (in video); Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva; Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia.

Obiettivo di Anp lavorare insieme alle istituzioni per aprire una nuova stagione di investimenti e di riforme sul fronte delle pensioni e della sanità, per dare respiro e dignità ai milioni di anziani in difficoltà, in particolare nelle aree interne del Paese.

LE RICHIESTE DI ANP-CIA SULLE PENSIONI – Bisogna prima di tutto aumentare le pensioni al minimo, che in Italia riguardano una platea di oltre 1,7 milioni di anziani, di cui un terzo sono ex agricoltori (circa 455.000), passando dai 524 euro di oggi a 780 euro mensili. “L’assegno pensionistico attuale non solo è tecnicamente inadeguato, ovvero sotto tutti i parametri previsti dalle norme nazionali ed europee sui livelli di povertà -ha ricordato Del Carlo- ma è moralmente e socialmente ingiusto. I pensionati al minimo sono stati dimenticati da tutti i numerosi provvedimenti che il governo ha fatto durante l’emergenza Covid, nonostante per loro siano aumentati disagi e bisogni materiali”.

Altrettanto necessario, secondo Anp-Cia, è ridurre la tassazione sulle pensioni, anche con l’estensione della no tax area fino a tre volte il minimo; rivedere i criteri di accesso alle pensioni di cittadinanza, che hanno impedito alla stragrande maggioranza dei pensionati di beneficiarne; prevedere diritti fiscali per gli incapienti che, con la normativa attuale, non possono detrarre oneri, spese e familiari a carico; estendere e stabilizzare la 14esima mensilità, in modo che diventi parte integrante della prestazione pensionistica; superare le incertezze interpretative sull’Ape Social per gli agricoltori circa la possibilità di andare in pensione anticipatamente senza penalizzazioni, riconoscendo il carattere usurante del lavoro svolto; modificare “Opzione donna” superando difformità di trattamento sbagliate; istituire una “pensione base o di garanzia” per i giovani.

“Se vogliamo compiere un vero ricambio generazionale in agricoltura, oggi bloccato sotto il 9%, dobbiamo costruire un ponte economico, finanziario e culturale tra i giovani che si avvicinano alla terra e chi la lascia per andare in pensione -ha aggiunto il presidente di Cia Scanavino-. Quando si dice che il settore primario è determinante, bisognerebbe essere coerenti, calibrando le politiche connesse a 360 gradi”.

“La questione delle pensioni al minimo assume oggi un carattere di emergenza vera e propria con l’aumento del costo della vita -ha ammesso la sottosegretaria Nisini-. Il Decreto Ucraina, con gli aiuti sulle bollette, è un primo passo ma non basta. Ci impegneremo per ridurre progressivamente il carico fiscale sulle pensioni”.

LE RICHIESTE DI ANP-CIA SU SANITA’ E SERVIZI – Durante la pandemia, gli anziani hanno pagato il prezzo più alto, anzitutto di vite umane (il 90% dei deceduti aveva più di 65 anni), senza contare che spesso precauzioni e distanziamento hanno significato isolamento sociale, oltre al peggioramento delle condizioni materiali nelle situazioni di maggiore fragilità. Il Covid ha anche reso chiara ed evidente l’importanza del Servizio Sanitario Nazionale, un patrimonio che però va migliorato, riqualificato e potenziato, utilizzando bene i 19,7 miliardi destinati dal PNRR, per assicurare l’uguaglianza nell’accesso ai servizi senza discriminazioni sociali o territoriali.

Per Anp-Cia, questo significa investire sulla sanità territoriale, l’assistenza domiciliare e i servizi di prossimità; puntare sulla diffusione adeguata di strutture poliambulatoriali e multifunzionali come le Case di Comunità; aprire Farmacie Rurali che possano svolgere molteplici servizi nelle aree interne; sviluppare la telemedicina; assicurare servizi per la non autosufficienza e le cronicità. Oltre, naturalmente, a recuperare tutti i ritardi accumulati a causa dell’emergenza: cure ordinarie, visite specialistiche, operazioni chirurgiche. Infine, occorre accrescere il potenziale dei servizi territoriali facendo leva sui soggetti del territorio, dalle associazioni di volontariato alle aziende che fanno agricoltura sociale.

“Alcuni mesi fa ho consegnato al premier Mario Draghi la “Carta dei diritti degli anziani e dei doveri della società” -ha annunciato Monsignor Paglia-. Vogliamo gli anziani al centro, nelle loro case, nei quartieri, nelle grandi città, così come nei Comuni delle aree interne a rischio di spopolamento. Bisogna reinventare il senso della vecchiaia, con i suoi diritti, e per questo la riforma prevede ad esempio visite mediche gratuite dopo gli 80 anni, così come cure palliative domestiche a tutti dove ci sono problemi di assistenza. Ma poi bisogna riattivare le reti sociali, incentivare il co-housing, costruire centri diurni attrezzati per anziani con demenze o altre patologie croniche, ripensare il ruolo delle RSA”. Il progetto di riforma, ha continuato, “sarà affidato a un disegno di legge delega e a una cabina di regia. Noi anziani dobbiamo fare un’alleanza larga, diventare massa critica”.

“Questa rielezione per me è un onore e una grande responsabilità nei confronti degli oltre 400mila iscritti dell’associazione -ha chiosato Del Carlo-. Anp continuerà a battersi per la difesa dei pensionati, per assegni dignitosi e servizi sociosanitari adeguati nelle aree rurali, per un welfare di comunità e per la tutela del ruolo sociale degli anziani nella società”.

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1 In Evidenza - 12 apr 2022

Vinitaly, Cia: i vini solidali antidoto contro guerra e crisi. Trend resiste

L’economia sociale che ruota intorno al mondo del vino può generare l’antidoto contro ogni guerra e crisi. A dimostrarlo è la forza di circa 2.000 aziende agricole italiane orientate al welfare rigenerativo, curando vigneti e producendo vini in quasi la metà dei casi. Hanno superato due anni di emergenza sanitaria e, adesso, resistono agli effetti del conflitto in Ucraina. Anche di questo si è parlato al Vinitaly di Cia-Agricoltori Italiani che nella 54° edizione del Salone ha confermato l’evento con la sua Ong ASeS-Agricoltori Solidarietà e Sviluppo e il Forum Nazionale Agricoltura Sociale.

I vini solidali, in costante ascesa negli ultimi 10 anni prima della pandemia e con volumi e valore in aumento, rispettivamente del 10% e del 5%, hanno conquistato dal 2019 quote importanti di interesse con la scelta degli italiani di un’etichetta solidale ogni tre acquistate. É accaduto -ha fatto notare Cia- in parallelo con lo sviluppo del consumo domestico, cresciuto del 61% sul totale, pari a 208 milioni di bottiglie di origine nazionale stappate nel 2021, con la richiesta sempre maggiore di produzioni locali e l’attenzione ad acquisti consapevoli e responsabili.

Secondo Cia, dunque, il vino Made in Italy ha trovato nelle Fattorie sociali un trend di peso, per l’impegno nel sostenere e favorire il recupero di soggetti in difficoltà, come disabili, immigrati e donne vittime di violenza, ma anche nel recuperare terreni confiscati. É questo il carattere distintivo di aziende che operano sul territorio, seguono un approccio ispirato dalla solidarietà e che, soprattutto, rendono i più deboli concretamente protagonisti nella realizzazione di produzioni di qualità, capaci anche di attrarre buyer esteri. Allo stesso tempo, poi, sono sostenibili per natura e, quindi, contribuiscono al Green Deal Ue, avendo da sempre una spiccata predisposizione per il biologico che, tra l’altro, nel comparto del vino è in crescita del 50%.

“Le produzioni vitivinicole che vengono dall’agricoltura sociale -ha detto Giuliano Ciano, presidente del Forum- fanno economia attraverso reti di comunità e questo, oggi più che mai, è un aspetto fondamentale che difendono attraverso il buono, il giusto e il pulito”.

“Al Vinitaly è importante raccontare di vini che sono eccellenze per il palato, ma anche per il modo in cui fanno agricoltura -ha detto la presidente di ASeS-Cia Cinzia Pagni-. Anche quest’anno, le etichette presentate sono il frutto di un consolidato legame con i territori di appartenenza e di rapporti con le fasce più deboli e fragili della comunità. Nei vini solidali -ha concluso Pagni- c’è il valore aggiunto di un’agricoltura non solo garante della sicurezza alimentare e della cura del paesaggio, ma anche in grado di promuovere inclusione sociale e nuovo welfare, difesa dei diritti e delle opportunità per tutti, dalle città alle campagne, contro ogni forma di marginalità”.

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1 In Evidenza - 11 apr 2022

Il Vinitaly di Cia riparte dai produttori e punta su più ricerca per la qualità

Con il taglio del nastro sulla 54° edizione di Vinitaly ci attendono quattro giorni intensi e cruciali per riposizionare il vino Made in Italy sui mercati internazionali e tutelare il valore record dell’export 2021 cresciuto del 13% con 7 miliardi di fatturato. Puntiamo sulla centralità dei nostri produttori per rinsaldare la fiducia dei buyer storici, tedeschi e americani in primis, e lavorare anche su nuove relazioni commerciali e nicchie di interesse emergenti, strategiche viste le dure ripercussioni economiche e geopolitiche della guerra in Ucraina. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino, in occasione della cerimonia inaugurale di Vinitaly, tornato in pieno stile a Veronafiere da oggi fino a mercoledì 13 aprile e con la Confederazione protagonista al Padiglione 10 Stand D2.

Al Salone, tutti i riflettori di Cia saranno, dunque, sulle degustazioni: 19 aziende associate di sette regioni d’Italia per undici eventi in programma. Ci sono etichette di Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Sardegna e Toscana, le produzioni vitivinicole solidali delle aziende aderenti alla rete del Forum Nazionale Agricoltura Sociale, i giovani e le donne del vino, le Tintilie del Molise con “La scuola del palato” e sommelier a supporto. 

La qualità -ha, infatti, precisato Scanavino- deve continuare a fare la differenza, sebbene ormai da mesi sia minacciata dall’aumento dei prezzi e da costi di produzione insostenibili, estremamente acuiti dal conflitto che sta rallentando anche la crescita. Gran parte delle esportazioni di vino dall’Italia alla Russia è salvo dalle sanzioni Ue sul Cremlino, ma questo non rinfranca le aziende del comparto che fanno del tricolore il primo fornitore di vino del mercato russo con un giro d’affari diretto di oltre 150 milioni di euro. Come è legittima la preoccupazione interna all’Italia con l’Horeca che per via della guerra dovrà rinunciare a quasi 6 milioni di presenze dalla Russia.

Senza dubbio -ha aggiunto Scanavino- sono cambiate le priorità globali e auspichiamo che veri negoziati di pace siano vicini, ma nel frattempo l’agricoltura non può e non deve fermarsi. Asset chiave del settore vitivinicolo, quindi, non vanno abbandonati, piuttosto richiedono proprio ora una maggiore presa. Mi riferisco all’impegno necessario sul fronte della promozione Ue, ma anche nazionale, per assicurare finanziamenti adeguati al comparto del vino, ancor più dopo il risultato importante nell’ambito del Cancer Plan per la distinzione tra uso e abuso di alcol, senza demonizzare il consumo consapevole di vino e delle altre bevande alcoliche.

Infine, con lo stesso approccio -ha concluso Scanavino- va affrontato il tema delle produzioni vitivinicole di qualità in rapporto ai cambiamenti climatici. Occorre andare avanti nella ricerca di specie e varietà resistenti di vite, da una parte con la selezione clonale, dall’altra portando avanti la sfida del genome editing. Per questo, Cia ne parla approfonditamente anche a Vinitaly, oggi alle 16 nell’Area Meeting Spazio Mipaaf, con il convegno dal titolo “La qualità delle produzioni vitivinicole a partire dal materiale di moltiplicazione. Stato dell’arte e prospettive”.

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1 In Evidenza - 08 apr 2022

La onlus “Ruralità e Solidarietà” in aiuto alla popolazione ucraina

Con il prolungarsi delle ostilità in Ucraina, sono aumentati i bisogni primari della popolazione locale. Quasi dieci milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case, in cerca di ripari più sicuri, e oltre quattro milioni di persone sono fuggite nei Paesi vicini, compreso l’Italia. Raramente negli ultimi decenni si è assistito ad un esodo così rapido e violento. Una situazione disperata che impone una risposta umanitaria di tutte le organizzazioni che hanno finalità benefiche.

La onlus “Ruralità e Solidarietà”, promossa da Cia Agricoltori-Italiani Abruzzo, Marche e Molise, ha lanciato una raccolta fondi destinata a supportare la popolazione civile colpita dal conflitto, a cui ha aderito anche “Progetto Etiopia Onlus” su proposta del presidente Angelo Rosato. È stato, inoltre, aperto un canale di comunicazione diretto e sicuro per far arrivare gli aiuti indispensabili e rispondere ai bisogni umanitari sia di chi è rimasto in Ucraina, sia dei profughi che cercano asilo oltre confine, manifestando loro tutta la solidarietà, la vicinanza e  il conforto necessario. 

I primi aiuti concreti sono partiti oggi per consegnare a Sighetu, in Romania, presso il centro profughi locale direttamente al confine con l’Ucraina, 35 quintali tra derrate alimentari a lunga conservazione, farmaci generici, farmaci chirurgici, kit di materiale post-traumatico, vestiario vario per bambini dai 4 ai 16 anni e materiale intimo termico, acquistati con i proventi delle prime donazioni.

Il dramma che sta vivendo la popolazione Ucraina ci indigna, ci colpisce profondamente e sfigura il volto dell’Europa solidale e democratica, dopo tanti anni di pace”, afferma il Presidente della Onlus e direttore di Cia Abruzzo, Mariano Nozzi, “Non possiamo rimanere inermi a guardare lo stillicidio che le forze russe stanno perpetrando a danno dei civili in alcune regioni dell’Ucraina”, prosegue, “i nostri stessi associati, da sempre solidali e attenti cittadini del mondo, chiedono di attivarci con immediatezza per aiutare la popolazione Ucraina”.

La drammaticità di questa guerra ci spinge ad agire. L’Impegno per la pace e la solidarietà sono nel Dna della nostra organizzazione", aggiunge Nozzi, “Sappiamo che questo primo aiuto non sarà abbastanza sufficiente per affrontare la drammaticità della condizione della popolazione colpita. Molta gente, tra cui anziani e bambini,  sono rimasti rinchiusi nei bunker, la cui sopravvivenza dipende da quanto saremo capaci a fornire loro il necessario per il sostentamento. Noi  daremo il nostro contributo, rapido e concreto, con lo spirito solidaristico che da sempre anima la nostra organizzazione”.

Ci recheremo personalmente ai confini dell’Ucraina per assicurarci che gli aiuti siano effettivamente destinati alla popolazione sofferente”, conclude il Presidente dell Onlus “Ruralità e Solidarietà”, “ma la nostra azione non termina con la consegna del primo carico. Per questo rivolgiamo un appello accorato a tutta la popolazione italiana per farci pervenire delle donazioni che ci consentiranno di proseguire l’attività di aiuto umanitario, che in questo momento è  fondamentale per la sussistenza e la resistenza della popolazione ucraina”.

La Onlus Ruralità e Solidarietà auspica l’immediato cessate il fuoco e il rispetto e l’applicazione del diritto internazionale umanitario, inoltre scongiura l’attivazione di corridoi umanitari per garantire l’evacuazione dalle aree di guerra soprattutto dei bambini, delle donne e degli anziani. Si ringraziano per la sensibilità dimostrata i seguenti esercizi commerciali: Unigross, Farmacia Sant’Anna di Valmontone e Daco Sport. 

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1 In Evidenza - 06 apr 2022

Pina Terenzi confermata presidente di Donne in Campo-Cia

Pina Terenzi resta alla guida di Donne in Campo, l’associazione femminile di Cia-Agricoltori Italiani. Imprenditrice vitivinicola di Serrone, nel Frusinate, è stata confermata nella carica di presidente nazionale dalla VI Assemblea elettiva, riunita oggi a Roma all’Auditorium “G. Avolio”, e composta da 108 delegate in rappresentanza di tutta Italia.

            “Voglio ringraziarvi per il supporto e la fiducia rinnovata. Questa rielezione per me è un onore -ha detto Terenzi- e una grande responsabilità nei confronti delle oltre 200.000 imprenditrici agricole italiane. Nel settore primario, le donne hanno avuto il merito di trasformare la creatività e la cura dell’altro in vera innovazione economica e sociale: dall’agriturismo alla vendita diretta, dall’agricoltura sociale alla difesa della biodiversità, fino agli agri-asili e allo sviluppo degli agritessuti, sempre con un occhio alla sostenibilità”.

            Eppure, “accade che a fronte di dichiarazioni roboanti a favore delle donne nei tavoli politici e di affermazioni circa il loro ruolo fondamentale su tutti i media -ha spiegato la presidente di Donne in Campo- si avverte un arretramento di posizioni che sembravano consolidate, soprattutto in agricoltura”. Basti pensare “al tavolo di partenariato per il Piano Strategico Nazionale della nuova Pac, dove le rappresentanze delle donne non c’erano. Sono state completamente ignorate dal Mipaaf e nessuno ne ha rilevato l’assenza o ha segnalato la gravità dell’esclusione”, ha ricordato Terenzi. O ancora, la questione del “Fondo Impresa Donna istituito presso il Mise, che prevede l’erogazione di fondi, in primis del PNRR, a favore delle imprese femminili di tutti i settori, ma dal quale sono escluse le agricoltrici che fanno produzione”. Infatti “il fondo include solo la trasformazione dei prodotti agricoli, che certo non è l’attività primaria delle aziende”.

            Per questo, ora più che mai, “bisogna impegnarsi e lavorare per un reale cambio di visione -ha annunciato Terenzi-. Bisogna investire risorse ed energie in Donne in Campo, consolidare gli uffici e i gruppi sul territorio, rafforzare i rapporti con le parti sociali e la collettività, con la consapevolezza che la riabilitazione dei valori femminili è una delle chiavi di volta per costruire un futuro diverso”.

Proprio a questo fine, è stato presentato in Assemblea il “Manifesto delle donne per la Terra”, una Carta dei valori, ma anche un Documento programmatico, che ora è possibile sottoscrivere al link https://www.donneincampo.it/manifesto. L’obiettivo è farlo firmare a più persone possibili, e costruire così un’alleanza “fortissima” tra le donne di tutto il mondo “per la vita, l’ambiente, la pace”. Perché oggi, dopo una pandemia globale, mentre c’è una drammatica guerra in corso, con grandi cambiamenti e nuove sfide davanti, da quelle geopolitiche a quelle climatiche, “le donne devono essere là dove si decide. Ѐ un’occasione storica e una grande battaglia per la governance”.

            “Dobbiamo dare forza alle donne perché guidino culturalmente e democraticamente le prospettive comuni -ha continuato la presidente di Donne in Campo Cia, leggendo il Manifesto-. C'è bisogno di una visione univoca tra le donne che sono nei luoghi strategici del pianeta, nelle campagne, nelle case, nei luoghi di potere”. In questa fase “le sfide non sono distinguibili: la battaglia per un’agricoltura competente, quella per la sopravvivenza dell’umanità, per i diritti dei più deboli, per la giustizia, la nutrizione, la pace, la salute e l’educazione. Per questo -ha concluso Terenzi- le donne impegnate in agricoltura vogliono far sentire la propria voce, insieme a quella di tutte le altre”.

            “In Italia, nonostante i passi avanti, c’è ancora un tasso di occupazione femminile più basso della media Ue -ha dichiarato il direttore generale di Cia, Claudia Merlino, aprendo l’Assemblea-. Un gap che deve essere recuperato a beneficio di tutti, anche attraverso misure ah hoc come la fiscalità di genere. Nel PNRR ci sono all’incirca 3 miliardi di euro dedicati alle donne su un totale di 235 miliardi, si tratta di un segnale molto timido quando invece servirebbero ben altri investimenti. E non si tratta di una questione di politicamente corretto, ma di pari opportunità, le donne dimostrano ogni giorno il loro ruolo centrale e strategico, anche nella capacità di ripartire”.

            “Le donne possono fare la differenza e hanno una funzione cruciale per l’ambiente e la sicurezza alimentare -ha sottolineato la presidente del COPA, Christiane Lambert, intervenendo in collegamento-. È importante, però, che le agricoltrici dispongano del sostegno e degli strumenti adeguati in tutti i settori per contribuire in modo dinamico alla tenuta delle aree rurali e della società intera. Questo significa aiutare e semplificare l’accesso alla formazione, così come l'accesso alla terra e al credito”.

            “Ancora di più oggi c’è bisogno di un’alleanza che parte dalle Donne in Campo -ha chiosato la presidente dell’Istituto Alcide Cervi, Albertina Soliani- e arriva a tutte le donne, in primis della politica, per spingere al cambiamento, non solo economico ma culturale. Serve una grande iniziativa internazionale per lavorare a una nuova Europa che metta al centro la logica della cura, il dialogo, l’umanità. Ricordando sempre che l’agricoltura protegge la terra, l’agricoltura è pace, e le donne sono le prime testimoni di questi valori”.  

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