News in evidenza

1 In Evidenza - 22 apr 2025

Fauna selvatica, emergenza fuori controllo: CIA Abruzzo chiede interventi urgenti e annuncia la mobilitazione regionale

In Abruzzo, la pressione della fauna selvatica ha superato ogni soglia di tollerabilità. Campi devastati, greggi attaccate, raccolti compromessi e un ecosistema sempre più sbilanciato: è questa la drammatica realtà che CIA Abruzzo, insieme a Confagricoltura Abruzzo, Copagri Abruzzo e Liberi Agricoltori Abruzzo, denuncia con forza e in modo compatto, chiedendo interventi urgenti, strutturati e coerenti.

La proliferazione incontrollata di cinghiali, cervi, lupi e specie invasive sta mettendo in ginocchio l’intero comparto agricolo. Il piano per il contenimento dei cinghiali resta in larga parte inapplicato, il prelievo dei cervi è stato sospeso da una sentenza del TAR, la peste suina africana continua ad avanzare, e i risarcimenti per i danni, quando arrivano, sono spesso tardivi e insufficienti.

"Non è solo il reddito degli agricoltori a essere sotto attacco, ma la tenuta stessa del nostro territorio. Dove manca la gestione, l’ambiente si degrada. Dove viene meno l’agricoltura, si perde presidio, biodiversità e sicurezza alimentare," dichiara Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. "Siamo stanchi di subire. Siamo pronti a far sentire la nostra voce e a chiedere conto a chi ha responsabilità politiche e istituzionali. Non ci fermeremo finché non saranno adottate misure concrete ed efficaci."

Per questo le organizzazioni promotrici annunciano una campagna di mobilitazione e una raccolta firme che, nei prossimi giorni, attraverserà l’intero territorio regionale. Incontri pubblici, presìdi e momenti di confronto con cittadini e amministratori avranno l’obiettivo di dimostrare che l’agricoltura non è la causa del problema, ma la prima vittima di un sistema che ha smesso di funzionare.



La mobilitazione avrà un momento centrale nella manifestazione regionale di lunedì 13 maggio 2025, a L’Aquila, alle ore 10:00 davanti alla sede del Consiglio Regionale. Un’iniziativa aperta ad agricoltori, cittadini e famiglie, per chiedere con determinazione ascolto e responsabilità da parte delle istituzioni. Al termine degli interventi pubblici, una delegazione dei dirigenti delle organizzazioni agricole sarà ricevuta dalle autorità regionali per presentare un documento con proposte operative concrete.

Il giorno seguente, martedì 14 maggio, in occasione dell’udienza di merito presso il TAR dell’Aquila sulla delibera regionale per l’abbattimento di 469 cervi, una delegazione ristretta sarà presente all’esterno del tribunale. 

CIA Abruzzo e le altre organizzazioni confermano che questa è solo la prima tappa di un percorso di mobilitazione destinato a proseguire finché non saranno adottate misure serie, efficaci e coordinate, in grado di ristabilire il necessario equilibrio tra agricoltura, fauna selvatica e tutela del territorio.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 22 apr 2025

Cordoglio in Cia per la morte del Papa: se ne va un grande alleato della terra e di chi la cura


“Esprimiamo il nostro più profondo cordoglio per la morte di Papa Francesco, in questi anni difficili uno strenuo difensore della giustizia sociale e dei diritti umani, ma anche un grande amico della terra e di chi la cura”. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, insieme a tutta la Confederazione, si unisce al dolore della Chiesa e di tutto il mondo per la scomparsa del Pontefice.


“Le sue parole, a partire dall’enciclica Laudato sì, hanno sottolineato con forza il diritto di tutti a un cibo sano e sostenibile, bene inalienabile e universale -ricorda Fini- richiamando più volte la centralità e la dignità del lavoro agricolo, oltre alla necessità di sostenere l’agricoltura familiare contro povertà e ineguaglianze”.


“Non possiamo dimenticare neppure i suoi costanti richiami alla pace e alla solidarietà tra gli uomini e i popoli -continua il presidente di Cia-. Tante volte abbiamo condiviso i suoi appelli per dire no alle guerre, alla violenza e alle discriminazioni”.

“Ora l’esempio di Papa Bergoglio, uomo di speranza e di vita -conclude Fini- continui a essere da guida per la costruzione di un mondo più giusto e pacifico”. 

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 16 apr 2025

Emergenza Dazi USA: Cia Abruzzo chiede azioni urgenti per difendere il settore agroalimentare

Cia Abruzzo esprime forte preoccupazione per le conseguenze che la politica commerciale protezionistica degli Stati Uniti rischia di avere sul comparto agroalimentare regionale. 

La recente decisione americana di prorogare di soli 90 giorni l’introduzione di dazi del 20% sulle importazioni dall’Unione Europea, mantenendo comunque un’aliquota del 10%, rappresenta una minaccia concreta per le imprese agricole italiane e anche abruzzesi.

Nel 2024, il valore dell’export agroalimentare abruzzese verso gli Stati Uniti ha visto in particolare le province di Chieti e Pescara tra le più esposte, rispettivamente con il 20% e il 24% delle proprie esportazioni agroalimentari destinate oltre oceano. Vino, olio extravergine di oliva e ortofrutta trasformata sono i prodotti maggiormente a rischio.

Si tratta di una situazione allarmante”, dichiara il presidente regionale Nicola Sichetti, “che potrebbe compromettere la competitività delle nostre eccellenze e mettere in crisi intere filiere produttive e occupazionali che rappresentano non solo un patrimonio economico, ma anche culturale e ambientale del nostro territorio”.

CIA Abruzzo fa proprio l’appello lanciato dalla direzione nazionale, chiedendo che il negoziato tra Unione Europea e Stati Uniti venga rilanciato con forza e che l’Italia giochi un ruolo centrale per evitare trattative separate tra Washington e singoli Paesi. Allo stesso tempo è indispensabile prevedere strumenti di sostegno per le aziende più colpite e risorse straordinarie per compensare le eventuali perdite e sostenere l’apertura di nuovi mercati.

Chiediamo alle istituzioni regionali e ai parlamentari abruzzesi di farsi carico di questa emergenza e di sostenere con forza la voce degli agricoltori e delle imprese agroalimentari abruzzesi a Bruxelles e a Roma”, conclude il Presidente Sichetti.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 14 apr 2025

Bando INAIL 2025 per l’Agricoltura: contributi a fondo perduto fino a 130.000 euro

L’INAIL ha pubblicato la versione definitiva del Bando ISI 2024-2025, con 600 milioni di euro complessivi a disposizione delle imprese italiane. Di questi, 90 milioni sono dedicati al settore agricolo, con una quota riservata di 20 milioni per i giovani agricoltori.

Obiettivo: migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro, promuovendo al contempo sostenibilità e innovazione.

Per quanto concerne l'Abruzzo le risorse destinate a questa fattispecie ammontano in totale a 2.444.466 euro, ripartiti in due sotto assi, il primo – asse 5.1 – destinato a tutte le imprese operanti nel settore della produzione primaria, per un importo di 1.810.313 euro, ed il secondo – asse 5.2 – con una dotazione di 634.153 euro, riservato ai giovani agricoltori che al momento della chiusura della procedura informatica per la compilazione delle domande, non abbiano compiuto il quarantesimo anno di età.


Chi può partecipare

  • Imprese agricole iscritte alla Camera di Commercio
  • Cooperative agricole di lavoro
  • Giovani agricoltori (under 40), in possesso dei requisiti professionali e formativi richiesti

Esclusioni: aziende che hanno già beneficiato dei Bandi ISI 2021, 2022 o 2023; soggetti con precedenti penali in materia di sicurezza sul lavoro.

I beneficiari potranno inoltre accedere al bando sia in forma singola che associata, e potranno presentare una sola domanda di finanziamento in un’unica Regione, per una sola tipologia di progetto e per una sola unità produttiva.


Cosa finanzia il bando

Spese ammissibili:

  • Acquisto o noleggio con patto di acquisto di trattori e macchinari agricoli o forestali
  • Redazione della perizia asseverata (max €1.850)

Attenzione: gli investimenti devono rispettare criteri tecnici precisi e portare un reale miglioramento della sicurezza. Ogni mezzo proposto deve raggiungere un punteggio minimo di 130 punti.

I beni previsti nel progetto dovranno essere nuovi (non sono ammessi mezzi usati), potranno essere al massimo due e rispettare la seguente composizione:

  • 1 trattore agricolo o forestale e 1 macchina agricola o forestale dotata o meno di motore proprio;
  • 1 macchina agricola o forestale dotata di motore proprio e 1 macchina agricola o forestale non dotata di motore proprio;
  • 2 macchine agricole o forestali non dotate di motore proprio.
     

Contributi concessi

  • 80% a fondo perduto per giovani agricoltori (under 40)
  • 65% a fondo perduto per altre imprese agricole

Importo finanziabile: da €5.000 fino a €130.000
Anticipo possibile: fino al 70% senza soglia minima


Scadenze e modalità di accesso

Apertura portale INAIL: 14 aprile 2025

Chiusura compilazione domanda30 maggio 2025 (ore 18:00)


Per ulteriori informazioni vi invitiamo a seguirci sui nostri canali o a contattarci.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 09 apr 2025

"Agricoltura Sicura": terzo incontro a Penne per difendere il lavoro regolare e la sicurezza nei campi

In un momento in cui il settore agricolo è sempre più al centro delle sfide legate alla sostenibilità e alla tutela dei diritti dei lavoratori, si è svolto presso la Sala Polivalente di Penne il terzo incontro di “Agricoltura Sicura”, promosso dalla CIA – Agricoltori Italiani Abruzzo e dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro di Chieti-Pescara.

L’appuntamento rientra in una più ampia campagna di prevenzione e sensibilizzazione, rivolta in particolare agli imprenditori agricoli e ai lavoratori del comparto. L’obiettivo è fare chiarezza su obblighi normativi, adempimenti in materia di salute e sicurezza e contrasto al lavoro sommerso.

Ad aprire i lavori, i saluti istituzionali del Sindaco di Penne Gilberto Petrucci, che ha sottolineato come la legalità e la sicurezza sul lavoro siano valori fondanti per un territorio che fa dell’agricoltura una risorsa identitaria e produttiva. Accanto a lui, la Vice Presidente della CIA Chieti-Pescara, Beatrice Tortora, ha ribadito l’impegno dell’associazione nel supportare le aziende agricole affinché operino nel pieno rispetto delle normative.

La prima parte dell’incontro ha visto protagoniste Monica Sorgi e Maria Beatrice Ambrosini, entrambe ispettrici del lavoro presso l’ITL di Pescara. Il loro intervento ha offerto una panoramica chiara e concreta sugli aspetti normativi generali che regolano il lavoro agricolo, mettendo in luce le criticità più frequenti riscontrate durante le ispezioni.


Tra i temi affrontati: le tipologie contrattuali previste per il settore, le modalità corrette di assunzione, le comunicazioni obbligatorie, ma anche le gravi conseguenze legate al ricorso al lavoro sommerso. “Il lavoro nero non solo danneggia il lavoratore, ma penalizza l’intero comparto agricolo, alimentando concorrenza sleale e illegalità”.

La seconda parte dell’incontro si è concentrata sugli adempimenti in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro agricoli. A parlarne, Annalisa Gentile e Matteo Natale, ispettori tecnici dell’ITL di Pescara, che hanno illustrato in modo puntuale le responsabilità del datore di lavoro, a partire dalla redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), fino all’obbligo di formare e informare correttamente il personale.

Particolare attenzione è stata data ai rischi specifici dell’ambiente agricolo, spesso sottovalutati: l’utilizzo improprio dei trattori, l’assenza di dispositivi di protezione individuale, l’esposizione a prodotti fitosanitari e le lavorazioni in condizioni meteorologiche avverse. “La sicurezza non può essere vissuta come un obbligo burocratico, ma come un investimento culturale, che tutela la vita delle persone e il futuro dell’azienda”.

A moderare l’incontro è stato Alfonso Ottaviano, direttore CIA Chieti-Pescara, che ha guidato anche il dibattito finale con il pubblico. Molti gli interventi da parte degli agricoltori presenti, che hanno posto domande pratiche, condiviso esperienze e chiesto chiarimenti su aspetti tecnici e procedurali.

L’iniziativa si è chiusa con un messaggio chiaro: lavorare in regola conviene. Conviene ai lavoratori, che operano con dignità e sicurezza. Conviene alle aziende, che si tutelano da rischi e sanzioni. Conviene al territorio, che cresce su basi solide e trasparenti.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 04 apr 2025

Dazi: Cia, conto salato per province. 1 su 5 esposta per oltre 100 mln in export food verso Usa


I dazi imposti dagli Usa metterebbero a rischio il settore agroalimentare di una provincia italiana su cinque. Nella lista delle province ad alto rischio, a seguito delle barriere protezionistiche annunciate da Trump, secondo l’Ufficio studi di Cia-Agricoltori Italiani ce ne sono 21 - su un totale di 107 - le cui esportazioni di food verso gli Stati Uniti generano un valore superiore ai 100 milioni di euro.

La più esposta, in questa classifica che guarda ai valori assoluti dell’export, è la provincia di Salerno con 518 milioni, suddivisi soprattutto in ortofrutta lavorata e conserve di pomodoro, oltre a zucchero, cacao e condimenti vari. Segue Milano, con 422 milioni di spedizioni verso gli Stati Uniti, che vedono in primo piano le bevande alcoliche da aperitivo. Cuneo è, invece, regina dell’export di vini con quasi 400 milioni di euro venduti negli Usa dalle cantine dell’Albese, delle Langhe e del Roero (Barolo e Barbaresco, in primis). Poco fuori dal triste podio il trevigiano con il prosecco delle colline di Valdobbiadene (355 milioni) e la Food Valley di Parma, 306 milioni, nella quale i dazi colpiranno soprattutto i Consorzi di Parmigiano e Prosciutto e le conserve di pomodoro.

C’è, poi, il confronto sui valori percentuali, con un quadro ugualmente allarmante, che mette in risalto le province più vulnerabili, perché tanto dipendenti dall’export verso gli Stati Uniti. Se Grosseto, infatti, esporta negli Usa 236 milioni di olio d’oliva, preoccupa ancor di più che queste spedizioni rappresentino il 71% di tutte le vendite agroalimentari della provincia verso l’estero.
Senza contare che “anche con un valore inferiore ai 100 milioni di export, sono tante le province piccole e rurali per le quali l’impatto sull’economia locale sarebbe maggiore rispetto ai territori più ricchi, che riescono a diversificare i loro sbocchi commerciali”, ricorda il presidente nazionale Cia, Cristiano Fini.

Cia valuta particolarmente fragili le situazioni di Nuoro e Sassari, che destinano al mercato statunitense il 65% di tutta la loro produzione agroalimentare, soprattutto quel Pecorino romano prodotto per il 90% in Sardegna utilizzato oltreoceano dall’industria alimentare per aromatizzare patatine in busta e altri snack. “Se il prezzo del Pecorino romano non sarà più competitivo, verrà probabilmente sostituito da altri formaggi di pecora americani -evidenzia Fini- determinando un crollo per l’economia delle province dell’isola che si regge su quella filiera. A preoccupare sarà il prezzo del latte, che potrà subire contraccolpi immediati”.

Tra le province più esposte, fuori dal territorio sardo, ci sono anche Catanzaro, dove il mercato Usa assorbe il 42% della produzione agroalimentare provinciale (ortofrutta lavorata, marmellate e conserve di pomodoro), Siena (vino e olio d’oliva) con il 34% e Roma (vino, olio d’oliva e di semi) con il 33%.

Visualizza Allegato
News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 06 mar 2022

Nicola Sichetti eletto nuovo presidente Cia Abruzzo

Nicola Sichetti è il nuovo presidente di Cia Agricoltori-Italiani Abruzzo. Eletto nel corso dell’VIII Assemblea Elettiva regionale ieri a Pescara, succede a Mauro Di Zio, che ha guidato la Confederazione negli ultimi otto anni. I lavori di apertura, condotti dal direttore regionale, Mariano Nozzi,  iniziano con un netto “no alla guerra” di Cia che sottolinea essere al fianco della popolazione ucraina condannando ogni azione di tipo bellico e lanciando una campagna di raccolta fondi.

Dopo undici anni di presidenza della Cia di Chieti prima e Chieti-Pescara poi, Sichetti passa ora al regionale, “In questi anni ho sempre cercato di svolgere il mio ruolo con spirito di servizio con una visione di sistema”, afferma, “Il rapporto continuo con gli associati e il funzionamento e la valorizzazione degli organismi sono stati alla base della mia azione. I rapporti interni al sistema sono stati caratterizzati dal confronto nel rispetto dei ruoli”, continua il neo presidente, “Nei prossimi quattro anni il programma di governo di Cia Abruzzo ritengo debba svilupparsi su quattro direttrici: economia, sociale, associativa e gestionale”.

Presente all’assemblea anche l’Assessore all’agricoltura regionale, Emanuele Imprudente, che ha ricordato la difficoltà e la delicatezza del momento che stiamo vivendo, caratterizzato da aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, debito pubblico alle stelle, instabilità geopolitiche che impattano irrimediabilmente anche sul settore primario.

Il presidente uscente Mauro Di Zio ha sottolineato l’importanza di rendere migliore l’agricoltura e quanto il gruppo dirigente abruzzese rappresenti un punto di riferimento importante nel panorama nazionale, “Lascio oggi questo incarico con grande serenità e con una convinzione: quella che i rinnovati organismi dirigenti, in cui continuità e rinnovamento sono giustamente dosati, hanno un alto livello di consapevolezza di quanto utile una organizzazione come la nostra sia per il mondo agricolo e per la società intera”. 

Presenti all’assemblea molti esponenti degli enti e delle organizzazioni del territorio a testimoniare la rete che negli anni è stata intessuta attorno al comparto agricolo. 

Fanno parte del nuovo comitato esecutivo: Domenico Bomba, Roberto Battaglia, Enrico Calentini, Antonella Vicoli e Giuseppe De Blasis. 


Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 03 mar 2022

Caro energia: Cia a Patuanelli, tutelare settore florovivaistico. Italia seconda in Ue

Il caro energia pesa anche sul florovivaismo italiano e sulla produttività delle 24 mila aziende del settore già piegate dalla pandemia e ora preoccupate anche per l’impatto della guerra in Ucraina su aumento dei prezzi e costi di produzione, sulla tenuta degli scambi internazionali con l’export floricolo Made in Italy a +33%, record storico nel primo trimestre 2021 (903 milioni di euro in un anno). L’Italia faccia fronte all’emergenza umanitaria, ma non si perda di vista la funzionalità del suo sistema che deve molto ad agricoltura e florovivaismo. A dirlo Cia-Agricoltori Italiani con l’Associazione Florovivaisti Italiani che oggi, nella sede romana dell’organizzazione, hanno incontrato il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli per un incontro di ricognizione sui punti irrisolti del settore, ma strategici per il suo sviluppo.

I PUNTI DEL SETTORE - Completare l’iter parlamentare del Ddl sul florovivaismo bloccato al Senato; investire nelle strutture di protezione; sostenere la promozione del comparto sui mercati Ue e internazionali, oltre a creare un ufficio dedicato al Florovivaismo all’interno del Mipaaf, le quattro macro azioni nuovamente condivise da Cia e Florovivaisti Italiani con il ministro, ricordando che il settore in Italia, senza aiuti specifici, rappresenta il 5% del Pil agricolo nazionale con fatturato pari 2,8 miliardi con l’indotto a monte e a valle del settore che impiega più di 100 mila lavoratori specializzati.

Al settore -sollecitano Cia e Florovivaisti italiani- serve una chiara definizione e tutti gli strumenti già individuati negli articoli del disegno di legge sul flovovivaismo per un armonico sviluppo del comparto che rappresenta il punto di partenza della filiera produttiva, contribuendo alla sua qualità e, più in generale, alla tutela del patrimonio agricolo. Inoltre, contro costi dell’energia e delle materie prime alle stelle, uniti agli effetti dei cambiamenti climatici, c’è la richiesta di rilanciare anche per il florovivaismo l’urgenza di investimenti per serre sempre più innovative e sostenibili sulla scia dell’impegno del PNRR per i “Parchi agrisolari”. Sono interventi che possono incidere positivamente anche sulla competitività del settore nell’ottica di restare il secondo Paese esportatore in Europa, ma difficile da garantire senza un’adeguata campagna di promozione e il sostegno mirato delle istituzioni. A tal riguardo, torna il pressing di Cia e Florovivaisti italiani affinché il Mipaaf si doti di un ufficio dedicato al Florovivaismo che possa supportare il tavolo di settore e consentire un lavoro sinergico tra le diverse realtà produttive coinvolte, così come accade per altri comparti dalla zootecnia all’ortofrutta.

Tante, infatti, le voci del comparto florovivaistico, da quella del mondo viticolo a quella dell’ornamentale, delle piante certificate, in vaso, del fiore reciso, verde, frutticoltura e canapa. Campi produttivi specifici, ma con le stesse priorità portate all’attenzione del ministro. Chiedono ancora una volta meno burocrazia che ingabbia la produzione e incide sulla tenuta delle imprese, maggior dialogo, linee guide unitarie e formazione sulle normative fitosanitarie, il criterio della reciprocità per non importare dall’estero anche malattie, la tutela del settore dalla concorrenza sleale e dalla pressione del caro energia. La transizione verde è possibile, ma il settore ha bisogno di strumenti adeguati e condizioni eque, a livello Ue e internazionale, per perseguirla.

GLI INTERVENTI DEI PRESIDENTI - “Il Paese non può fermarsi -sono intervenuti i presidenti di Cia, Dino Scanavino e Florovivaisti Italiani, Aldo Alberto-. Bisogna ripristinare la funzionalità del sistema al di là della guerra e affrontare il tema drammatico della fornitura di gasolio e degli aumenti sui costi delle materie prime. Dialogare con continuità insieme al ministro -hanno concluso Scanavino e Alberto- è fondamentale per non perdere di vista le priorità, arginare le emergenze e progettare insieme, guardando al PNRR e alla Pac, lo sviluppo di un comparto chiave per il Made in Italy, come sta dimostrando di essere il florovivaismo”.

LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO STEFANO PATUANELLI - “Per sostenere gli extra costi di produzione abbiamo stanziato da fine 2021 a oggi circa 10 miliardi di euro, necessari a ridurre il peso delle bollette per imprese e famiglie - è intervenuto il ministro Patuanelli. Credo sia opportuno, alla luce di quanto sta accadendo sullo scenario internazionale, procedere a uno scostamento di bilancio. Tuttavia, il problema è europeo, per questo anche ieri, nel corso del Consiglio straordinario Agrifish, ho proposto l’adozione di un Energy Recovery Fund, debito comune per far fronte a una situazione inedita di aumento dei prezzi. Nel breve non illudiamoci che rispetto ai costi di produzione ci sia la capacità di annullare completamente l’effetto degli aumenti. Ci sono dinamiche difficili da gestire come quelle speculative, ma stiamo lavorando per garantire il reddito delle imprese, il loro accesso al credito, la transizione verde e la tutela del Made in Italy”.

“Quanto al ddl sul florovivaismo -ha concluso Patuanelli entrando nel merito del settore- non c’è una volontà di ritardare l’iter al Senato, quanto un Parlamento bloccato per motivi evidenti a tutti. Inoltre, quella del disegno di legge per il settore è un’esigenza sentita e condivisa da più fronti di Camera e Senato. Ciò, garantisco, agevola lo studio fattivo per la risoluzione”.  

Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 03 mar 2022

Biologico: Cia, storico sì del Parlamento al Ddl. Governo armonizzi testo su biodinamico

Soddisfazione per la tanto attesa approvazione della legge nazionale sul biologico. L’Italia può dirsi più vicina a un ruolo da protagonista nel settore su scala globale, forte di una leadership ampiamente riconosciuta a livello Ue e internazionale, in termini di produzione, superfici, consumi e valore dell’export. “Chiediamo ora -dichiara il presidente Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- l’impegno a rimuovere gli ultimi due richiami al biodinamico ancora presenti, per armonizzare il testo di legge con l’Odg accolto ieri dal Governo”. Cia ricorda che ha ritenuto di non aderire all’iniziativa legislativa di equiparazione con il metodo biologico in mancanza di normative valide a livello europeo sul biodinamico, che avrebbero creato impedimenti burocratici e aperto la strada a prevedibili contenziosi.

“La legge nazionale sul biologico, attesa da 12 anni, rappresenta il pilastro necessario alla costruzione del futuro agricolo del Paese, come chiede l’Europa con il Green Deal, che vede proprio nel biologico uno dei driver principali per la transizione del sistema agroalimentare verso la sostenibilità”, ha dichiarato Scanavino. Già oggi l’Italia è leader del settore in Ue con 80.000 operatori e oltre 2 milioni di ettari coltivati. Il carrello della spesa bio degli italiani ha superato nel 2021 i 4,5 miliardi e il biologico vale il 6% delle esportazioni agroalimentari tricolori, regalando al Paese il secondo posto nella classifica mondiale dell’export di prodotti bio, subito dopo gli Stati Uniti.

Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 03 mar 2022

Fieragricola: Cia, Italia più forte con rinnovabili. Almeno il 10% da agroenergie

In pochi giorni la guerra in Ucraina ha riscritto l’agenda delle priorità globali, soppiantando anche la transizione ecologica, ma questa resta, soprattutto per l’Italia e la su agricoltura, una leva strategica importante contro il caro energia, con aumenti per le aziende agricole oltre il 120%, e per ridurre la dipendenza di gas dall’estero, in primis dalla Russia che ha garantito all’Italia circa il 40% dei consumi nazionali pari a 76 miliardi di metri cubi nel 2021. Il Governo, quindi, resti saldo nell’impegno assunto con il PNRR per lo sviluppo delle energie rinnovabili (fondi pari a 24 miliardi) e punti sull’agricoltura per la produzione di energia pulita da fotovoltaico, biogas e biomasse. Così Cia-Agricoltori Italiani dal convegno, sugli incentivi e le opportunità del Piano, tenuto a Fieragricola 2022 e guardando al Dl energia appena approvato che spinge le rinnovabili, ma non valorizza il contributo del mondo agricolo.

Mentre si cerca un’alternativa al metano di Mosca, riportando in auge anche il super inquinante carbone -ha ricordato Cia dall’evento con Aiel, Associazione italiana energie agroforestali, Esco Agroenergetica e Tecno Srl- c’è un settore produttivo come l’agricoltura che pesa solo il 7% circa sul totale delle emissioni prodotte che si riversano sull’ambiente e svolge un ruolo primario nell’assorbimento di C02, sequestrando 0,5 tonnellate di carbonio per ettaro l’anno. Ad affiancarla, boschi e foreste che fanno da spugna al 40% di gas serra a livello globale e, solo in Italia, trattengono circa 90 milioni di anidride carbonica. Dunque -commenta Cia- l’agricoltura può, più di tutti i comparti, guidare la transizione green, contribuendo alla neutralità climatica Ue entro il 2050 e agli obiettivi intermedi del pacchetto “Fit for 55” per ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e traguardare la copertura del 40% degli usi finali di energia con fonti rinnovabili. All’Italia spetta il 30%, almeno il 10% può arrivare dalle agroenergie.

            “Adesso il nostro Paese -ha detto il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- deve spingere sull’autoproduzione e per la diversificazione delle fonti energetiche in chiave sostenibile. Acceleri, quindi, su fotovoltaico e carbon farming, riconoscendo centralità al settore agricolo che negli anni ha già ampliato la produzione di rinnovabili e biomasse (+690%). Bene, quindi, il bando da 1,5 miliardi del PNRR (misura “Parco Agrisolare”) per l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti agricoli, senza consumo di suolo e si acceleri anche -ha aggiunto Scanavino- per lo sviluppo del biometano (fondi trasversali pari a 1,9 miliardi) molto atteso dalla filiera zootecnica”.

“Per effetto del conflitto Russia-Ucraina, il Dl energia mostra attenzione rinnovata alle rinnovabili, peccato non faccia altrettanto con il mondo agricolto. Non è efficace sul caro bollette, né risolve la mancata classificazione delle aziende agricole come energivore. Non è giusto, infatti, considerare i costi energetici solo in relazione ai volumi consumati, ma sarebbe più equo valutarne lincidenza percentuale sui fatturati aziendali, che per gli agricoltori ha un impatto medio molto alto, sia a livello di energia termica che elettrica”.

            FOTOVOLTAICO E PARCO AGRISOLARE - Nella corsa all’autosufficienza energetica un ruolo chiave è giocato dal fotovoltaico, ma per ridurre il costo delle bollette e traguardare gli obiettivi climatici Ue al 2030 e senza toccare suolo, l’Italia dovrà installare circa 65-70 GW di energie rinnovabili entro i prossimi 10 anni e triplicare la potenza fotovoltaica installata sui tetti delle aziende agricole. Per il 2030 il 70-72% dell’elettricità dovrà essere prodotta per lo più da fotovoltaico ed eolico.

L’agricoltura a fine 2020 contava più di 38 mila impianti fotovoltaici installati, pari a una potenza di 2.496 MW. Solo utilizzando le coperture agricole, zootecniche e agroindustriali si può recupera una superficie utile di oltre 150 milioni di mq di pannelli con la produzione di quasi 29 mila GW di energia solare. La soluzione dei parchi agrisolari, dunque, finanziata anche dal PNRR per una superficie complessiva pari a 4,3 milioni di mq per 0,43 GW, è un punto importante nella promozione e l’incremento dell’efficienza energetica. Ancora di più perché utilizzando i tetti dei fabbricati, tutela produzione agricola e terreno fertile. Lo sforzo in più, infatti, non dovrà pesare sulla terra dove per raggiungere i nuovi obiettivi Ue, occorrerà prevedere un utilizzo di superficie agricola tra i 30 e 40 mila ettari, un valore inferiore allo 0,5% della Sau.

            BIOGAS - L’Italia è leader in Europa nella produzione di biogas con 1.600 impianti attivi e investimenti, negli ultimi 14 anni, pari a circa 4,5 miliardi di euro. Eppure, c’è sempre più bisogno di trasformare gli sprechi in energia e, quindi, di incentivare il biogas, sfruttando gli scarti agricoli e reflui di allevamenti, per creare impianti a terra, su aree abbandonate, marginali e non idonee alla produzione; e valorizzare lo stoccaggio al suolo del carbonio assicurato da agricoltura e foreste. Anche in questo caso, strategico è il PNRR con il fondo da 1,9 miliardi per lo sviluppo di biometano. Serve sviluppare filiere agroenergetiche locali per l’approvvigionamento dei residui, altrimenti inutilizzati, e impianti a che permettano di coniugare la produzione di energia rinnovabile con la riduzione dell’impatto ambientale delle aziende del settore in termini di emissioni di metano. Stando alla produzione agricola attuale, entro il 2030 il biometano agricolo potrebbe essere in grado di immettere nella rete quasi 7 miliardi di metri cubi di gas, contribuendo a circa il 15% del fabbisogno nazionale.

BIOMASSE - Per uscire dall’uso dei combustibili fossili, altrettanto cruciale è la gestione forestale attiva e sostenibile, utile a incrementare il potenziale di assorbimento della C02. In Italia, in 10 anni, la quantità di anidride carbonica assorbita dai boschi è aumentata di ben 290 milioni di tonnellate e la quantità di carbonio organico in essi stoccata, e quindi sottratta stabilmente all’atmosfera, è passata da 490 a 569 milioni di tonnellate. Già oggi oltre 16,6 milioni di tonnellate di biomasse legnose sono destinate, ogni anno, alla produzione di energia termica, con un fatturato che raggiunge i 4 miliardi di euro. I biocombustibili legnosi sono estremamente più convenienti di quelli fossili. Il costo di produzione di 1 MWh con biomasse legnose oscilla tra i 24 e i 72 euro, quello con le fonti fossili tra i 103 e i 146 euro. Occorre ora puntare sullo sviluppo della filiera foresta-legno-energia a partire dalla valorizzazione della materia prima agricola locale e finalizzata anche alla creazione di reti di teleriscaldamento con biocombustibili legnosi. Infine, anche la manutenzione delle foreste, resta un compito cucito addosso agli agricoltori, il 40% delle aziende del settore è interessato da boschi con gli agricoltori, per natura, custodi e guardiani del territorio, anche in chiave climatica.

 

            “L’Italia ha chiaramente bisogno di uno sviluppo energetico virtuoso -ha concluso il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- con le agroenergie fonte non solo di autosufficienza per il Paese, ma anche di reddito per le aziende che possono così mantenere e migliorare la loro produttività, pur rispettando l’ambiente. Dunque, nonostante le nuove criticità sul fronte europeo e internazionale, il PNRR deve continuare a lavorare per la ripresa del Paese e ancora di più concorrere a rilanciarne l’unicità che in buona parte arriva dall’agricoltura, la cui multifunzionalità e capacità di innovare potrà essere determinante da qui ai prossimi anni”.

Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 03 mar 2022

Fieragricola: Cia, da PNRR 500 mln per spingere transizione digitale settore

Guidare gli agricoltori verso la transizione digitale, accompagnando le aziende nei processi di innovazione, meccanizzazione e ammodernamento del parco macchine. Obiettivo sfruttare al meglio le risorse a disposizione, dagli incentivi fiscali per l’Agricoltura 4.0, che continueranno anche per tutto il 2022, ai 500 milioni di euro previsti dal PNRR per progetti di investimento sulla digitalizzazione delle imprese del settore. Questa la mission di Cia-Agricoltori Italiani, che a Fieragricola 2022 porta con sé tre importanti player dell’Agritech nazionale – Image Line, Ruralset e xFarm – partner strategici dell’organizzazione per alfabetizzare e traghettare i produttori verso lo smart farming.

            D’altra parte, secondo le stime di Cia, oggi ancora il 50% delle aziende agricole non ha familiarità con l’Agritech e, su oltre 12 milioni di ettari di SAU (Superficie Agricola Utilizzata), solo il 4% è perfettamente “tecnologica”.

            Ecco perché ora bisogna spingere sulla trasformazione digitale del settore primario. Tanto più che l’Europa, con il Green Deal, chiede a tutti gli agricoltori di trasformare più rapidamente i metodi di produzione e utilizzare sempre di più le nuove tecnologie, per ottenere migliori risultati ambientali, aumentare la resilienza climatica, ridurre e ottimizzare l’uso dei fattori produttivi. Ed è qui che entra in gioco la partnership di Cia con Image Line, Ruralset e xFarm, costruita proprio per supportare le aziende nella scelta delle soluzioni digitali migliori, offrendo una formazione tecnica dedicata e fornendo servizi utili a implementare il business, per diventare più sostenibili senza perdere competitività.

Tanti, infatti, sono i workshop con i tre partner a Fieragricola, nello stand C7 della Confederazione al Padiglione 12, per illustrare le opportunità offerte dall’agricoltura di precisione e dalle tecnologie di Agricoltura 4.0 per “produrre di più con meno”, razionalizzando gli input chimici e idrici sfruttando i dati acquisiti tramite sensori e satelliti. Insomma, robotizzazione in campo e Big Data, insieme al miglioramento della tracciabilità e trasparenza delle filiere agroalimentari con la blockchain e al necessario rinnovo del parco automezzi.

I numeri sono già incoraggianti e dimostrano tutto l’impegno del settore primario. Ad esempio, per il mercato delle macchine agricole, il 2021 è stato un anno da record, dopo un 2020 ko a causa della pandemia, con un incremento superiore al 30% spinto proprio dalla ripresa della domanda di macchinari agricoli di nuova generazione, dai sistemi satellitari ai protocolli Isobus fino alla sensoristica e ai sistemi di rete, per merito degli incentivi fiscali per il 4.0, che restano in vigore anche tutto quest’anno.

“Il rinnovo del parco macchine è una priorità -ha spiegato il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. Abbiamo mezzi datati, con un’età media di 20/25 anni. Continuare a incentivare l’ammodernamento in primis dei trattori, dando il via a una vasta campagna di meccanizzazione agricola, anche con il contributo del PNRR e della nuova Pac, è fondamentale per abbattere del 95% le emissioni inquinanti, limitare i consumi di carburante e i costi per gli agricoltori, migliorare la sicurezza sul lavoro, tenuto conto che nel 2021 c’è stato un incremento degli incidenti sui campi del 3,6% con oltre 17.000 casi”.

Anche il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0 continua ad aumentare, nonostante i rallentamenti dovuti al Covid, generando un fatturato nazionale che ormai supera il mezzo miliardo di euro, ovvero il 4% del mercato mondiale, con i giovani a guidare il cambiamento in atto. Sono le imprese agricole under 35, infatti, cresciute oltre il 15% fino a quota 60.000, le protagoniste delle sperimentazioni sul campo di software gestionali, sistemi di monitoraggio e mappatura, trattamenti con droni e sensori e piattaforme per la tracciabilità alimentare.

“Oggi più che mai, il digitale si rivela il paradigma fondamentale per garantire la sostenibilità dell’agricoltura, sia dal punto di vista ambientale che economico -ha detto il business strategy manager di Image Line, Cristiano Spadoni-. La sfida più importante, ora, è la valorizzazione del patrimonio informativo delle aziende, cioè dei dati raccolti sul campo con sistemi gestionali innovativi (Farm Management Information Systems). Questo è il nostro obiettivo e il contributo alla partnership con Cia”.

“Fare smart farming significa raccogliere dati, elaborarli e prendere decisioni grazie alle informazioni raccolte, e questa è la chiave di volta per salvaguardare la redditività dell’agricoltura -ha continuato il titolare di Ruralset, Roberto Bandieri-. Con Cia e gli altri partner vogliamo fare ancora di più, costruendo un’interfaccia digitale che diventi il canale di dialogo preferenziale tra aziende agricole, Pubblica amministrazione, enti pagatori e associazione”.

“Il nostro lavoro vuole portare benefici a migliaia di produttori italiani, grazie a strumenti e piattaforme tecnologiche che rendano più semplice ed efficiente la gestione delle proprie aziende -ha concluso Matteo Vanotti, ceo di xFarm-. Adesso, dopo due anni di pandemia e con la sfida europea del Green Deal, il 2022 può essere davvero l’anno di svolta del processo di transizione digitale del settore primario, guidato proprio dalla collaborazione con Cia”.     

Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 03 mar 2022

Ucraina: agriturismi Cia pronti ad accogliere popolazione in fuga. All’Italia il 13%

 La guerra in Ucraina ha già messo in fuga più di 500 mila persone. In Italia, secondo quota fissata dal Bilancio Ue, arriveranno il 13% degli ucraini. Occorre fare il più possibile per far fronte a questa nuova e terribile emergenza umanitaria, coinvolgendo anche le 24 mila strutture agrituristiche di tutta Italia. Così Cia-Agricoltori che si è già attivata e, con le sue Associazioni Turismo Verde e ASeS-Agricoltori Solidarietà e Sviluppo, ha avviato la macchina dell’accoglienza insieme alla Caritas Italiana.

“Siamo con l’Europa e pronte a fare la nostra parte -dicono le due Associazioni-. Precedenti esperienze, dal terremoto alla pandemia, ci hanno insegnato a non sottovalutare le emergenze, ma anche che occorre agire in modo puntale e rapido per non vanificare gli aiuti”.

“Inoltre, nel nostro Paese ci sono già 248 mila ucraini, una comunità forte che vivrà grandi stravolgimenti e alla quale possiamo far sentire il sostegno della nostra rete agrituristica nazionale, come di quella solidale della Ong di Cia che da tempo opera, insieme tante altre organizzazioni, per la cooperazione internazionale. Ci uniamo, quindi, alla Caritas in Italia, in Ucraina e in tutta Europa. Rispondiamo all’appello da loro lanciato -concludono Turismo Verde e ASeS-. Presto gli sfollati saranno milioni e non possiamo chiudere gli occhi”.

Visualizza Allegato