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In Evidenza - 16 lug 2021
Carni bianche: Cia-Unaitalia insieme per un confronto sulla filiera avicunicola italiana
Creare le condizioni per cogliere le opportunità offerte dal Pnrr e rispondere con successo alle sfide della transizione ecologica, contrastando le fake news che spesso criminalizzano uno dei segmenti più dinamici della nostra zootecnia. Sono questi i temi principali discussi nell’incontro a Roma fra il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino e Antonio Forlini, da poco confermato al suo secondo mandato in Unaitalia, l’associazione di categoria che tutela e promuove la filiera avicunicola nazionale. Presenti all’incontro anche Gianmichele Passarini, responsabile del settore zootecnico nella Giunta nazionale Cia e le Dg delle due associazioni: Claudia Merlino (Cia) e Lara Sanfrancesco (Unaitalia).
“Le risorse del Pnrr aprono a una fase nuova di rilancio del Paese e rappresentano una grande occasione anche per la nostra filiera avicunicola –ha dichiarato Scanavino-. In particolare, gli interventi relativi alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica consentiranno di migliorare i sistemi produttivi e permetteranno al sistema zootecnico di spingere sul pedale dell'innovazione tecnologica, puntando sulla sostenibilità ambientale, che è già da molti anni un obiettivo primario del comparto”. Sarà, dunque, strategico l’investimento nelle nuove tecnologie, che rendano autosufficiente dal punto di vista energetico il settore, riducendo l’impatto ambientale e offrendo una maggior garanzia di benessere animale.
Altra parola chiave dell’incontro è stata la competitività. Per Scanavino sarà, infatti, importante attivare sinergie tra tutti gli attori del sistema e i soggetti istituzionali per sviluppare piani strategici di sviluppo che rendano sempre più concorrenziale la filiera avicunicola e la tutelino dall’importazione indiscriminata di materia prima meno sostenibile extra-Ue, che metterebbe a rischio non solo l’autosufficienza dell’avicoltura italiana, ma l’intera zootecnia italiana.
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In Evidenza - 13 lug 2021
Biologico: Cia, i 20 anni di Anabio per un’agricoltura più green e innovativa
La definizione del Piano strategico nazionale della Pac 2023-2027 e il Regolamento transitorio fino al 31 dicembre 2022, il ruolo del biologico negli Ecoschemi e il rafforzamento del settore per la sua crescita in termini di superficie coltivata, ricerca e innovazione. Questi gli ambiti d’azione per rendere l’agricoltura vera protagonista, con il biologico in testa, della transizione ecologia europea. Questi gli asset strategici su cui capitalizzare trent’anni di attività dall’emanazione del primo Reg.CE sul biologico (2092/91) e centrali nella riflessione, in prospettiva, a vent’anni dalla nascita di Anabio, l’Associazione per la promozione del biologico di Cia-Agricoltori Italiani che, in occasione della sua Assemblea annuale, ha fissato le priorità per il settore.
Guarda all’Europa, Anabio-Cia, quale cruciale terreno di sviluppo di un settore, il biologico, che solo in Italia conta 2 milioni di ettari coltivati, impegna 80.000 operatori e vale 3,5 miliardi di euro. In primo luogo, con un Piano strategico nazionale della Pac che sappia fornire misure e opportunità in grado di far superare l’eterogeneità dei comportamenti a livello regionale, per ragionare come sistema Paese. In secondo luogo, con il mantenimento dell’agricoltura biologica negli Ecoschemi, per fornire, attraverso il I° e il II° Pilastro della Pac, le risorse necessarie a tutti i produttori bio, con la possibilità di dare impulso ai distretti e alla sperimentazione in aree votate all’agricoltura. E’ fondamentale poi, precisa Anabio-Cia, che al Piano europeo per il promozione del biologico, faccia seguito un Psn che investa nella valorizzazione del settore con progetti agro-ambientali collettivi per incentivare gli agricoltori e iniziative di engagement tra le comunità di cittadini, come nelle mense scolastiche. Tra le priorità, infine, l’attenzione ai mercati in crescita nei Paesi Terzi, il miglioramento del sistema di tracciabilità, l’introduzione della certificazione di gruppo, la raccolta dei dati e un’opportuna dotazione finanziaria da destinare alla ricerca sul campo. Serve adottare l’approccio agroecologico nella sua interdisciplinarità, molto valido per l’agricoltura bio con obiettivo non solo il rendimento produttivo, ma anche la conservazione del suolo e della biodiversità, la sicurezza e la qualità dei prodotti e una migliore promozione di produzione e consumo locale.
Secondo Anabio-Cia, il biologico italiano può cogliere con intelligenza questo straordinario periodo di riforme e investimenti, applicando le innovazioni tecnologiche disponibili e finanziabili dai diversi programmi comunitari e aggiornando anche il metodo di produzione con le recenti acquisizioni in campo agroecologico. Il settore può muoversi, inoltre, verso una crescita ragionata della superficie coltivata, puntando, da una parte, su bio-protezione delle colture, Sistemi di supporto alle decisioni e sementi certificate. Dall’altra, sollecitando un'analisi d'impatto da parte della Commissione Ue e dell'Italia per capire gli effetti di un aumento della produzione biologica su agricoltura totale, tenuta delle aziende del settore e, infine, sui cittadini/consumatori.
“Come raccontano i primi 20 anni di Anabio -ha dichiarato il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- il nostro compito, attraverso l’Associazione, sarà sempre quello di migliorare la capacità di accesso dei produttori biologici ai finanziamenti disponibili sia a livello Ue che nazionale, oltre il consolidamento dell’importante ruolo di rappresentanza costruito nel tempo con le istituzioni, a tutela e valorizzazione del settore e dei suoi protagonisti. Infine -ha concluso Scanavino- la transizione ecologica che ci attende, richiede anche per il settore bio, l’attivazione di una cabina di regia, al fine di assicurare continuità e integrazione a livello locale, regionale, nazionale e comunitario. Cia resta pronta a fornire, anche in questo caso, il suo contributo”.
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In Evidenza - 08 lug 2021
Lavoro: Cia, bene rinnovo contratto per 16 mila quadri e impiegati agricoli
Siglato il rinnovo del CCNL Impiegati agricoli sottoscritto da tutte le parti sociali (era scaduto nel dicembre 2019), che hanno raggiunto l’accordo con un aumento del 2%, con decorrenza 1/7/2021. Il contratto interessa circa 16.000 impiegati, ma nonostante il rallentamento delle trattative a causa delle crisi pandemica, le associazioni dei datori e dei lavoratori nel mondo agricolo sono riuscite comunque a garantire un contratto adeguato a chi svolge attività fondamentali a supporto degli imprenditori. Per Cia-Agricoltori Italiani, l’esito positivo del negoziato è di grande importanza, trattandosi del rinnovo di uno dei due principali contratti del comparto, in rappresentanza del 3% dei lavoratori del settore agricolo.
In uno scenario in cui, da una parte, si registra l’assenza di strumenti normativi che disciplinano la flessibilità intrinseca nell’occupazione agricola e dall’altra, la presenza di una legislazione contro il lavoro irregolare sempre più stringente, Cia ritiene che questo contratto possa essere lo strumento utile a convogliare sia le esigenze di lavoratori e imprese. Il rinnovo del CCNL potrà, dunque, avere la capacità di attrarre sempre di più le imprese agricole, considerando che in questi ultimi di 10 anni l’occupazione agricola ha mantenuto i suoi livelli, senza subire traumi, registrando piccoli, ma significativi trend di crescita
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In Evidenza - 07 lug 2021
Premio Bandiera Verde Cia: agricoltura supera crisi con hi-tech e sostenibilità
La sfida di una giovane laureata in marketing che ha portato il digital farming e i sistemi satellitari nell’azienda di famiglia in Emilia, controllando i campi di mais dal pc e riducendo l’impatto ambientale con gli algoritmi. L’entusiasmo di un allevatore di capre del Monferrato, che ha investito sull’uso medico e cosmetico della cannabis light, trovando un partner internazionale in un settore nuovo con un potenziale da 120 miliardi. E poi, l’utilizzo di robot intelligenti per l’alimentazione “di precisione” delle razze bovine per migliorare il benessere animale in una fattoria a San Gimignano che unisce innovazione e tradizione con tre generazioni di allevatori. Sono questi alcuni esempi delle realtà vincitrici di Bandiera Verde Agricoltura 2020, il Premio promosso da Cia-Agricoltori Italiani e annullato lo scorso anno per le restrizioni dovute al Covid. Giunto alla XVIII edizione, è stato consegnato oggi a Roma nella Protomoteca del Campidoglio a 15 campioni della nuova agricoltura italiana, scelti in base a specifiche categorie. Assegnati anche 3 riconoscimenti a comuni rurali virtuosi e 4 premi speciali.
La ricerca di una continua evoluzione tecnologica è il segreto del successo delle imprese agricole premiate, che permette di resistere alle crisi economiche come quella che ha travolto il Paese nell’ultimo anno e mezzo con la pandemia. E anche la sfida di non abbandonare le aziende familiari grazie a un’agricoltura che si evolve con la ricerca, ma non tradisce la missione di tutela dell’ambiente e di valorizzazione delle aree rurali. A conferma del dialogo costante del settore con la tecnologia, il giro d'affari dell’agricoltura 4.0 ha toccato in Italia quota 450 milioni di euro con una crescita annua del 22% (Osservatorio Smart Agrifood) e comprende tutto il complesso di tecnologie usate dalle aziende per migliorare le rese e la sostenibilità delle coltivazioni, la qualità dei prodotti finali e le condizioni dei lavoratori. Un altro tratto distintivo delle aziende vincitrici è il legame con la sostenibilità. L’agricoltura italiana pesa solo il 7% circa sul totale delle emissioni prodotte che si riversano sull’ambiente. Tra i Paesi Ue, è anche quello con il minor numero di prodotti con residui chimici oltre i limiti di legge: appena lo 0,6% del totale. In più, l’Italia si conferma anche ai vertici mondiali per aree coltivate a biologico, con quasi 2 milioni di ettari in tutta Italia: il 15% della superficie agricola totale, in crescita del 46% dal 2012.
A vincere Bandiera Verde Gold, il premio assegnato al “campione dei campioni” fra tutti i premiati di quest’edizione, è stato Francesco Paolo Valentini, titolare della cantina più antica d'Abruzzo, che ha contribuito a rendere famosi i vini abruzzesi nel mondo (Trebbiano, Montepulciano, Cerasuolo), portando avanti una tradizione di famiglia che risale al Seicento. Valentini è stato un simbolo della grande resilienza del comparto in questo periodo così precario. Ha dotato i collaboratori dei migliori dispositivi di sicurezza in circolazione, organizzando attività di formazione e prevenzione anti-Covid e stipulando polizze assicurative per garantire la salute dei suoi collaboratori in caso di contagio dentro o fuori l’azienda.
Tra gli altri premi, un riconoscimento speciale alla dedizione di due agricoltori al servizio del territorio, nonostante asperità geologiche e avversità climatiche. Da una parte, l’ex professore di matematica con la sua straordinaria esperienza di “agricoltura eroica” all’Isola del Giglio, grazie al recupero di alcuni antichi vigneti abbandonati e coltivati su ripidi pendii che scendono a picco sul mare. Dall’altra, l’avventura del casaro “speleologo” che ha trasformato le tipiche grotte carsiche argillose, profonde fino a 70 metri, in cantine dove conserva i suoi formaggi “minerali”, che racchiudono il profumo dei pascoli e il sapore della terra. Premio speciale anche al malgaro piemontese che porta avanti questo antico mestiere, testimone e difensore delle tradizioni agricole e folkloristiche locali.
Per la sezione Agri-cinema, il premio a “Fuori era primavera - Viaggio nell’Italia del lockdown” di Gabriele Salvatores, racconto cinematografico sulla drammaticità della pandemia ma anche sulla riscoperta dei territori rurali, come elemento di speranza per il futuro. Spazio, come ogni anno, anche all’agricoltura del Mediterraneo con la Bandiera Verde assegnata all’Associazione di tecnici siriani agroalimentari “Hak” per aver contribuito alla promozione e allo sviluppo dell’agricoltura fra le comunità rurali siriane nell’ambito di un progetto finanziato dalla cooperazione italiana e dal CIHEAM di Bari. Nella categoria Agri-press International, premio a “Olive Oil Times”, pubblicazione indipendente con sede negli Usa, che fornisce notizie per professionisti, consumatori e appassionati, risultando la fonte di informazioni del settore più autorevole a livello internazionale, con corrispondenti dalle zone olivicole di tutto il mondo.
“Mai come in questo periodo -sottolinea il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- abbiamo visto gli agricoltori fare grandi sacrifici, ma anche dimostrare grande tenacia e resilienza. Il Premio Bandiera Verde 2020 è una ulteriore prova, con un’edizione che abbiamo saputo portare a termine nonostante le tante difficoltà. Ai 15 campioni vanno le nostre congratulazioni: sono, oggi, protagonisti di un premio che riconosciamo simbolicamente a tutti gli imprenditori agricoli italiani”.
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In Evidenza - 07 lug 2021
Vendita diretta: Cia, un’azienda agricola su 3 è multicanale. Più fiducia post Covid
Sale la fiducia delle aziende agricole nella possibilità di essere multicanale, sviluppando, quindi, più strategie di vendita diretta per rafforzare e capitalizzare il rapporto diretto con i cittadini-consumatori. Un’azienda su 3, avendo attivato, durante la pandemia, la consegna a domicilio e il punto vendita in azienda, continuerà a utilizzarle come opportunità di business anche nel post Covid. A dirlo è Cia-Agricoltori Italiani con la sua Associazione per la promozione della vendita diretta, la Spesa in Campagna, in occasione del webinar "Il punto vendita in azienda come vetrina del territorio e le opportunità dell’e-commerce”.
Da metà giugno, spiega la Spesa in Campagna-Cia, il fatturato delle aziende agricole tramite la vendita diretta è sceso drasticamente e fino al 5% sul guadagno totale, per quanto riguarda la sola consegna a domicilio, ma a incidere è perlopiù l’arrivo dell’estate e l’incremento delle vaccinazioni che stanno portando, soprattutto le famiglie, a una maggiore mobilità fuori dal perimetro abituale. I punti di forza della consegna a domicilio e dell’attività commerciale in azienda con il punto vendita, che tra aprile e maggio hanno complessivamente raggiunto anche un +140% di fatturato, non sono, dunque, in discussione, sebbene scoperti con lockdown e restrizioni, auspicabilmente non ripetibili.
Come ricorda, infatti, la Spesa in Campagna-Cia, le oltre 1000 imprese agricole - tra le sue 6 mila aziende della vendita diretta e i 24 mila agriturismi associati a Turismo Verde-Cia che aderirono all’iniziativa Cia per la consegna a domicilio in tutta Italia, di materie prime fresche e di qualità per supportare famiglie e anziani, durante la pandemia - stanno continuando a offrire questo servizio al cittadino per consolidare il posizionamento sul territorio e fidelizzare i nuovi clienti che hanno continuato a comprare, direttamente nel punto vendita dell’azienda o tramite consegna a domicilio il sabato, i prodotti degli agricoltori, di qualità, sostenibili e che rispettano la stagionalità.
Dunque, la Spesa in Campagna-Cia prevede che da qui al 2022, un’azienda su 3 sarà più orientata alla multicanalità della vendita diretta, capitalizzando l’esperienza non solo della consegna a domicilio, ma anche del punto vendita, della bottega di quartiere e dei mercati rionali. Sempre più pronta a trovare il suo spazio, anche quando di piccola e media dimensione, anche sul mercato online, così come nell’obiettivo della piattaforma Cia dalcampoallatavola.it, primo e-commerce con protagonisti gli agricoltori italiani. Di recente attivazione, il portale Cia nato con il sostegno di J.P. Morgan, permette, infatti, a tutte le aziende -soprattutto quelle che non potrebbero gestire un e-commerce in autonomia- di vendere a un prezzo congruo, recuperando così sulla catena del valore.
“Il calo delle vendite estive non è una novità -ha dichiarato il presidente de la Spesa in Campagna-Cia, Matteo Antonelli-. Per questo ragioniamo già guardando a settembre-novembre, quando per via della sovrapposizione delle produzioni stagionali, ci sarà molto da vendere. Saranno mesi importanti per la ripresa -ha aggiunto Antonelli- e poter contare su più canali di vendita tornerà utile alle aziende che nel frattempo stanno migliorando il servizio per dare il meglio ai consumatori, ma anche per ridurre i costi della logistica, puntando molto anche sull’attività del punto vendita dove in tanti continuano a fare spesa. Questo -ha concluso Antonelli- sempre garantendo la massima sicurezza anti-Covid, come dalla prima ora, e rispettando l’identità aziendale legata al territorio e promossa dalla vendita diretta, punto d’incontro insostituibile con i cittadini-consumatori”.
“Occorre non abbassare la guardia -è intervenuta Claudia Merlino, direttore generale di Cia-Agricoltori Italiani-. La nuova normalità richiede da parte nostra la stessa, se non maggiore, attenzione riservata alle aziende durante la pandemia. La ripresa va sostenuta, offrendo agli imprenditori strumenti oltre che supporto. Ecco perché rinnoviamo l’impegno per migliorare nei servizi e nella consulenza sulla vendita diretta e crediamo molto nell’opportunità dell’e-commerce. Il suo sviluppo tra le piccole e medie imprese va guidato nel tempo ed è quello che stiamo facendo”.
Il webinar sul punto vendita è l’ultimo di tre incontri online promossi da la Spesa in Campagna-Cia sulle opportunità della vendita diretta. Sono intervenuti tra gli altri: Andrea Pagliai, Casina Olivart di Bagni di Ripoli (FI) e Mario Grillo, Fattoria Biò di Camigliatello Silano (CS).”
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In Evidenza - 06 lug 2021
Finanziamenti per riconversione e ristrutturazione vigneti, domande entro il 15 luglio 2021
La Regione Abruzzo ha aperto le domande per la richiesta dei contributi per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti per l'annualità 2020-2021.
Possono essere finanziate: la ristrutturazione del vigneto, la riconversione varietale e il miglioramento delle tecniche di coltivazione.
Non sono ammesse al contributo le pratiche di ordinaria manutenzione, così come le normali operazioni di reimpianto dovute alla fine del ciclo produttivo della vigna.
Possono fare domanda come beneficiari tutti i viticoltori che abbiano una azienda in Abruzzo, iscritti alla Camera di Commercio, e che siano in possesso di un vigneto o come proprietari, o affittuari o usufruttuari.
La superficie minima ammessa al contributo è di 0,5 ettari, ridotta a 0,3 ettari nel caso in cui il totale dei vigneti aziendali sia inferiore ad un ettaro.
I contributi copriranno il 50% dei costi di estirpazione e di reimpianto e il 100% del mancato reddito. In ogni caso il contributo massimo non può superare i 13.500 euro ad ettaro.
Puoi recarti all'ufficio Cia più vicino per la richiesta del finanziamento. La presentazione delle domande scade il 15 luglio 2021.
Per maggiori informazioni consultare il file in allegato.
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