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Speciale Coronavirus COVID19 - 17 apr 2020
Situazioni eccezionali richiedono risposte eccezionali. Per questo, di fronte alla pandemia in atto e agli effetti sul tessuto produttivo, l’Europa deve agire con un piano straordinario di sostegno al settore agroalimentare, che nell’emergenza Coronavirus si conferma strategico per assicurare cibo sano e sicuro ai cittadini di tutta l’Ue. Così Cia-Agricoltori Italiani, commentando l’ultima riunione della Comagri del Parlamento Ue, alla quale ha partecipato anche il commissario Janusz Wojciechowski.
Finora le azioni messe in campo dall’Europa a supporto dell’agricoltura sono solo un piccolo passo per rispondere alla crisi. Da Bruxelles -ricorda Cia- è arrivata la flessibilità per la gestione degli aiuti Pac, oltre all’annuncio di un provvedimento per riassegnare gli oltre 6 miliardi di fondi Ue non ancora impegnati nell’ambito dei programmi per lo sviluppo rurale.
Ma non basta. L’Europa deve fare scelte più coraggiose, con azioni straordinarie e risorse dedicate a sostegno dei settori più colpiti. Nella giusta direzione vanno le proposte avanzate dai coordinatori PPE e S&D in Comagri, Herbert Dorfmann e Paolo De Castro, che chiedono politiche più ambiziose. Per Cia, deve essere attivata ogni possibile misura che possa contribuire a ri-stabilizzare il mercato e garantire un sostegno agli agricoltori, compresi i settori che fino ad oggi non hanno beneficiato di misure specifiche, come il florovivaismo. Bisogna attivare l’ammasso privato per formaggi, burro e carni bovine, suine, ovicaprine, interventi già richiesti da Cia al governo e che la ministra Teresa Bellanova ha inviato come proposta alla Commissione. Inoltre, è necessario utilizzare fondi straordinari Ue anche per misure a favore della filiera vitivinicola.
Insomma, “chiediamo al commissario Wojciechowski un maggiore impegno per mettere in sicurezza l’agricoltura comunitaria e garantire sopravvivenza e ripresa delle aziende -ribadisce il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. Gli agricoltori europei continuano ad assicurare approvvigionamento e sicurezza alimentare, che sono gli obiettivi principali della Politica agricola comune. Nei prossimi giorni l’Ue dovrà prendere decisioni importanti sulla definizione del Quadro finanziario pluriennale (QFP) e l’agricoltura, in prima linea oggi con l’emergenza Coronavirus e domani con il Green Deal per uno sviluppo più sostenibile, non può e non deve essere penalizzata da un taglio del budget”
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Speciale Coronavirus COVID19 - 15 apr 2020
Ecco le misure destinate al comparto agricolo previste dal Decreto Cura-Italia approvato il 17 marzo 2020.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 15 apr 2020
La campagna non aspetta, la raccolta di frutta e verdura di stagione sta per iniziare, e da qualche parte e già in corso, e quindi occorrono misure urgenti per reclutare 250mila lavoratori in grado di garantire l’approvvigionamento di cibo fresco sugli scaffali.
È quanto sostiene Cia-Agricoltori Italiani che sollecita il Governo ad assicurare risposte rapide alle aziende agricole del Paese per non correre il rischio di distruggere un anno di lavoro.
Le proposte sul tavolo sono note: regolarizzare gli immigrati che ogni anno sono fondamentali nel periodo della raccolta, introdurre agili strumenti, come i voucher, per azzerare la burocrazia e assumere studenti, disoccupati e cassaintegrati, creare una green line con i Paesi dell’Est, sulla scia delle raccomandazioni dell’Unione Europea, per favorire il trasferimento dei lavoratori.
“Il dibattito in corso non può continuare all’infinito, è arrivato il momento dei fatti – spiega il Presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino -. Servono interventi immediati e chiari per consentire alle aziende di assumere manodopera in grado di iniziare e portare a termine la raccolta di frutta e verdura di stagione fondamentale per l’approvvigionamento degli scaffali”.
“L’agricoltura è il pilastro del Paese in questo momento di emergenza e bisogna fornire le aziende agricole di tutti gli strumenti necessari per portare avanti questa missione fondamentale per tutta la comunità”, ha concluso Scanavino.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 14 apr 2020
Aziende forestali, industria del legno, imprese per la fabbricazione di macchine agricole, commercio di fertilizzanti e prodotti chimici per l’agricoltura, manutentori del paesaggio e del verde pubblico potrebbero riprendere a lavorare già da martedì 14 aprile.
È questo il risultato del lavoro di concertazione portato avanti anche da Cia-Agricoltori Italiani con il Governo, che sembrerebbe avere allargato nel nuovo dpcm, di prossima presentazione, la lista di attività consentite in questo momento di emergenza.
Le restrizioni per molte aziende restano ma, grazie anche all’impegno di Cia-Agricoltori Italiani, altre attività legate all’agricoltura e alla silvicoltura potranno riprendere la strada verso la normalità.
“Si tratta di un risultato politicamente molto importante che consente a molte aziende agricole di ricominciare dopo tanti giorni di stop forzato – ha sottolineato il Presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino -. Adesso ci auguriamo di poter risolvere altri problemi importanti a partire dall'impellente richiesta di manodopera per i prossimi e imminenti lavori nei campi’’.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 10 apr 2020
"Chiediamo che il contributo straordinario di 5 milioni di euro deliberato dalla Camera di Commercio di Chieti-Pescara venga assegnato direttamente alle imprese che ne facciano richiesta". Lo afferma il presidente della Cia-Agricoltori Italiani Chieti-Pescara Nicola Sichetti che suggerisce un percorso di lavoro alternativo sull'assegnazione di queste risorse in modo che possano avere più efficacia e produrre effetti duraturi nel tempo.
Per la Cia Chieti-Pescara i fondi dovranno essere assegnati sulla base di determinati parametri da concordare insieme, come ad esempio il codice ATECO di appartenenza, il personale dipendente impiegato, il volume di attività e via discorrendo. "Questi fondi rappresentano una vera opportunità di sostegno alle micro, piccole e medie imprese in questo periodo di grande difficoltà dovuta alla pandemia di Coronavirus – Covid19", sostiene il presidente, "Giorno dopo giorno cresce sempre di più la preoccupazione sul futuro delle nostre aziende, sulle conseguenze che questo virus comporterà, mettendo a rischio posti di lavoro e creando disagi a persone e famiglie, che inevitabilmente avranno un impatto negativo sulla nostra economia", continua, "Tuttavia è più che mai necessario guardare con speranza al futuro e lavorando in modo attento, attraverso una seria programmazione della “fase due”, sarà possibile ripartire al meglio e tornare a generare “valore aggiunto”.
Inoltre, è fondamentale che tali risorse vengano erogate il più presto possibile, costruendo insieme un percorso procedurale di assegnazione il più agile e snello possibile, garantendo quindi una “filiera corta” tra l’ente e le imprese".
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Speciale Coronavirus COVID19 - 09 apr 2020
Carciofi, asparagi, uova, farina, ricotta, fragole. Sono solo alcuni degli ingredienti nella lista della spesa per iniziare a cucinare con gli Agrichef di Cia-Agricoltori Italiani. Parte, infatti, con l’arrivo di Pasqua, la rassegna delle video-ricette realizzate dai cuochi contadini di Cia direttamente nelle cucine degli agriturismi associati, per mettersi ai fornelli insieme e preparare un piatto tipico o tradizionale, in un momento in cui tutte le famiglie italiane sono costrette a casa dall’emergenza Coronavirus.
L’iniziativa è promossa da Turismo Verde, l’associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani, e dalla Spesa in Campagna, la rete delle aziende Cia per la vendita diretta che, dall’inizio della pandemia, è in prima linea nelle consegne a domicilio attraverso il portale dell’organizzazione (https://iprodottidalcampoallatavola.cia.it)
Da Nord a Sud Italia saranno, dunque, gli stessi cuochi agricoltori di Cia a svelare, con l’iniziativa #incontriamoCIAifornelli, i segreti più preziosi, tramandati di generazione in generazione, dei loro speciali piatti regionali, a partire da quelli solitamente immancabili a tavola durante le festività di Pasqua. Giorno dopo giorno, sulle pagine Facebook ufficiali di Turismo Verde Cia (@TurismoVerdeCia) e la Spesa in Campagna (@Cialaspesaincampagna) sarà possibile scoprire sempre nuove ricette attraverso una full immersion virtuale nelle cucine degli agriturismi, guidata, passo passo, dagli Agrichef alle prese con primi, secondi, contorni e dolci.
“E' importante che in questo periodo di estrema fragilità e difficoltà per il Paese, messo a dura prova dal virus, arrivi nelle case degli italiani tutto il nostro massimo supporto, quello degli agricoltori, spesso impegnati anche nella vendita diretta come nelle cucine degli agriturismi”, dichiarano Antonio Sparascio e Matteo Antonelli, rispettivamente presidenti nazionali di Turismo Verde e la Spesa in Campagna Cia.
“Resta, infatti, fondamentale, nonostante le innumerevoli difficoltà -aggiungono Sparascio e Antonelli- l'impegno assunto dagli agricoltori nel condividere i sapori della tradizione contadina e, al contempo, promuovere la qualità e il valore nutrizionale dei prodotti agroalimentari italiani. E' anche per questo che ci siamo attivati, insieme anche ai giovani, alle donne e ai pensionati di Cia, nel dare vita al progetto ‘I prodotti dal campo alla tavola’ per offrire, appunto, la possibilità in tutta Italia di poter fare la spesa restando a casa e pensando noi alla consegna a domicilio. Il portale online, suddiviso per regioni e in costante aggiornamento -concludono- porta alla mappa delle attività disponibili al servizio”.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 09 apr 2020
“Più carne di agnello abruzzese nei menu delle feste”. Da Cia - Agricoltori Italiani Abruzzo il rinnovato invito a consumare un prodotto locale o nazionale e la richiesta di individuare forme di sostegno per il settore ovi-caprino regionale. La chiusura di agriturismi, pizzerie, ristoranti, trattorie si protrae da un mese determinando l'azzeramento dei rispettivi volumi di affari e un enorme ridimensionamento del fatturato di chi fornisce prodotti agroalimentari quali, tra gli altri, formaggi freschi, pesce, carne.
Il consumo di carne di agnello, la cui vendita si concentra per il 60% in questo periodo, complice anche il consumo legato ai piatti della tradizione pasquale, quest'anno sarà dimezzato rispetto alla Pasqua scorsa. “Un consumo che sarebbe potuto essere soddisfatto con l'intera offerta regionale se solo si fosse rinunciato ad importare un prodotto spesso qualitativamente non all'altezza di quello locale e nazionale”, sostiene il Presidente Cia Abruzzo, Mauro Di Zio. Cia - Agricoltori Italiani, infatti, stima attualmente l’import di ovini al 75%, soprattutto da Paesi come Spagna, Romania, Estonia, Grecia, che non assicurano gli standard qualitativi della nostra pastorizia.
Avviene così che i 1500 allevatori abruzzesi di 170.000 ovini si vedono pagati sottocosto i loro agnelli o sono costretti a tenerli in azienda aumentando a dismisura i costi.
Ancora peggiore la situazione per gli allevatori dei 20.000 caprini, venduti quasi esclusivamente a Pasqua.
“La pastorizia ha avuto nella nostra regione grande rilevanza nel recente passato ed esprime oggi importanza strategica per le aree interne del nostro Appennino in termini di salvaguardia della biodiversità svolgendo una insostituibile funzione ambientale di presidio e manutenzione del territorio”, continua Di Zio.
L’invito, infine, agli operatori economici del settore della carne ovina a trasformare questo momento di grande difficoltà del settore in una grande opportunità di riorganizzazione e di rilancio.
“Uno dei prodotti tradizionali più caratteristici, conosciuti ed apprezzati della nostra regione, l'arrosticino d'Abruzzo, può rappresentare lo strumento di questa occasione di rilancio. Ma è necessario che l'identità e la qualità che ad esso è riconosciuta sia espressa a partire dalla materia prima: carne di pecora o di castrato abruzzese”, conclude il presidente.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 08 apr 2020
Le imprese agricole potranno accedere agli interventi finanziari garantiti dallo Stato e previsti nell'emendamento al decreto legge sulla liquidità, varato dal governo il 6 aprile e prossimo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Dopo la giornata di ieri passata a setacciare il provvedimento, Cia-Agricoltori Italiani ha fatto pressing sul Governo, perché si modificasse la norma.
A confermare la disposizione sono arrivati il Ministro dell'agricoltura Teresa Bellanova e il suo collega all'Economia Roberto Gualtieri, i quali hanno assicurato un'adeguata formulazione nel provvedimento, per far rientrare le imprese agricole, dimenticate da una prima versione della norma, a causa della previsione del solo parametro di bilancio che nella stragrande maggioranza dei casi non è invece contemplato per le imprese del settore.
Si tratta di un intervento richiesto e preteso da Cia-Agricoltori Italiani nell'interesse di un settore che dimostra, soprattutto in questo periodo di emergenza, la sua centralità nell'economia, approvvigionando di cibo gli scaffali di negozi e della grande distribuzione.
Ora le imprese agricole si attendono tempi rapidi e certi nell’erogazione del credito e nella copertura delle garanzie pubbliche, attraverso procedure semplificate , sulle quali Cia sicuramente attiverà sistemi di monitoraggio per valutare l’adeguatezza degli interventi messi in campo.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 08 apr 2020
Oltre 2 milioni di pensionati rischiano di precipitare in condizioni di indigenza se non si struttura un piano di tutele e aiuti mirati per una categoria che riguardando per lo più gli anziani, è già tra le più fragili e in difficoltà. Così Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia intervenendo sulle ultime azioni del Governo per far fronte all’emergenza sociale ed economica nel pieno delle restrizioni anti-Coronavirus.
Per Anp-Cia, è positiva l’introduzione dei “buoni pasto” finanziati dal Governo e distribuiti dai Comuni. Una misura che, sebbene non sostenuta da sufficienti risorse, rappresenta un primo passo importante per il sostentamento di quelle tante famiglie e persone in situazioni di bisogno estremo. Fra queste -precisa Anp- si trovano senz’altro i pensionati con trattamento al minimo, i quali vivono con pensioni esigue (515 euro mensili) e sempre più in isolamento, emarginazione e solitudine.
Apprezzata dall’Associazione anche la decisione dell’Inps di anticipare e scaglionare il pagamento delle pensioni presso gli uffici postali proprio per evitare assembramenti e l’accordo di questi ultimi con l’Arma dei Carabinieri per la consegna a casa agli over 75 che non siano titolari di conto corrente o libretto e che non abbiano già delegato altri soggetti alla riscossione della pensione. Ciò non risolve però, anzi fa emergere, i disagi reali di molti piccoli centri, nel tempo sempre più privati di uffici e, quindi, di servizi di prossimità.
Dunque, si fa urgente la definizione di più azioni mirate che tengano realmente conto della morfologia complessa di cui è composta l’Italia, dalle coste agli Appennini e alle Alpi, dai grandi fino ai piccoli Comuni.
Anp-Cia torna a ringraziare quanti si stanno adoperando per portare il Paese fuori da questa immane tragedia, dalle istituzioni ai volontari, in particolare per garantire anche servizi di assistenza sanitaria sul territorio.
“L’agricoltura è il pilastro del nostro Paese e va sostenuta con risorse adeguate, interventi puntuali e zero burocrazia, lo ribadiamo anche noi pensionati di Cia -commenta il presidente nazionale di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo-. Ancor più vedendo ancora tanti pensionati ex agricoltori in prima linea per assicurare, anche in questo momento terribile, la tenuta sociale e l’economia delle aree rurali”.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 06 apr 2020
I danni per le gelate fuori stagione, a cavallo tra marzo e aprile, sono gravi ed estesi, senza distinzione, da Nord a Sud, con intere produzioni agricole praticamente azzerate, l’agricoltura, pilastro dell’Italia in questo momento di emergenza sanitaria, va sostenuta concretamente.
È la denuncia di Cia-Agricoltori Italiani dopo le prime stime reali dei danni alle coltivazioni su tutto il territorio nazionale, con gravi problemi nelle regioni fortemente vocate all’ortofrutta come Emilia Romagna, Puglia e Campania.
Gemme pronte di pere e kiwi gialli, prodotti già fortemente penalizzati dalla concorrenza estera, sono state bruciate dal freddo, si registrano importanti perdite di albicocche, pesche, ciliegie e susine.
Gli sbalzi climatici non favoriscono nemmeno verdure e ortaggi con gravi danni alle produzioni di primizie, carciofi, asparagi, cicorie e piselli.
“L’agricoltura, in questo momento di emergenza, è il pilastro del nostro Paese, per questo va sostenuta concretamente con risorse adeguate, interventi mirati e zero burocrazia, anche per fronteggiare gli ulteriori danni del maltempo – dichiara il Presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino -. Nei campi la situazione è molto difficile, bisogna dare l’opportunità agli agricoltori di poter continuare a lavorare per assicurare cibo fresco e sano a tutte le famiglie italiane”.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 06 apr 2020
Una Pasqua senza agnello italiano nei menu delle feste. L’emergenza sanitaria Covid-19 rischia, infatti, di travolgere il settore ovi-caprino nazionale. Con la chiusura degli abituali canali di vendita -ristoranti, agriturismi e mercati- i nostri allevatori e pastori trovano bloccato il loro principale sbocco commerciale, mentre la grande distribuzione privilegia l'offerta estera, che attua politiche di prezzo molto aggressive. Cia-Agricoltori Italiani stima attualmente l’import di ovini al 75%, soprattutto da Paesi come Spagna, Romania, Estonia, Grecia, che non assicurano gli standard qualitativi della nostra pastorizia. In questi giorni ci sono circa 350mila agnelli da latte italiani sul mercato, dei quali 150mila sono Igp “Agnello di Sardegna”, ma gli ordinativi rispetto alla Pasqua scorsa sono crollati del 50%, periodo in cui si concentra gran parte dei circa 1,5 kg di carne ovina consumata in un anno nel Paese.
Anche i prezzi sono crollati. Se al consumo si arriva ai 14 euro al kg, al pastore un agnello viene pagato circa 2 euro al kg, con i quali non è neppure possibile coprire i costi di produzione. Nel Natale 2019 ci si attestava sui 4,5-5 euro, mentre negli anni ’80/90 un kg di agnello veniva pagato all’allevatore 7.000 lire.
“Con il crollo degli ordinativi di agnello italiano, viene vanificato il lavoro di produzione di tanti mesi -spiega il presidente Cia, Dino Scanavino-, la pastorizia è una tipica attività delle regioni appenniniche e delle isole, e svolge una funzione ambientale di presidio del territorio ma ha anche una valenza sociale, accreditata dall’Unesco, che ha dichiarato la transumanza patrimonio culturale immateriale dell’umanità. E’ necessario che il Governo metta in campo misure di sostegno per gli allevatori ovi-caprini, incentivando con sgravi fiscali la grande distribuzione a privilegiare prodotto italiano di qualità, soprattutto nella fase di emergenza post Covid-19 che stiamo attraversando. E’ inoltre urgente -conclude il presidente Cia- attivare una campagna di promozione ministeriale per incentivare il consumo di agnello italiano, valutando la possibilità di finanziare misure di ammasso privato per l’eccesso di offerta”.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 03 apr 2020
Una sanatoria per regolarizzare gli immigrati e gli irregolari che lavorano nei campi, una piattaforma per gestire i lavoratori stagionali nel settore agricolo sulla scia di quanto accade in Austria e Francia, strumenti flessibili per assumere in campagna pensionati, giovani, cassaintegrati e cittadini.
Sono queste le richieste di Cia-Agricoltori Italiani al governo per provare a dare risposte immediate alla richiesta di manodopera che arriva dalle aziende agricole in tutta Italia per effetto dell’emergenza Coronavirus.
Secondo le stime di Cia, un provvedimento di regolarizzazione, che in Italia manca dal 2012, oltre a coinvolgere una platea di 150 mila persone e a inserire in una cornice di legalità i lavoratori già presenti nel nostro Paese, potrebbe portare nelle casse dello Stato anche nuove entrate per 1,2 miliardi di euro, tra Irpef e contributi previdenziali.
L’idea di Cia è quella di prevedere, alla stipula del contratto, il pagamento di un contributo forfettario da parte del datore di lavoro e il rilascio del permesso di soggiorno per il lavoratore.
La piattaforma, invece, servirebbe per incrociare domanda e offerta di lavoro in maniera trasparente, mappando i fabbisogni di lavoro agricoli per fronteggiare l’assenza di manodopera e prevenire così anche una possibile emergenza umanitaria che rischia di determinarsi negli insediamenti affollati di immigrati irregolari.
“I campi del Paese si stanno svuotando e, per evitare il rischio del blocco degli approvvigionamenti di cibo fresco a supermercati e negozi di beni alimentari, è necessario intervenire immediatamente -ha ribadito il Presidente di Cia Agricoltori Italiani, Dino Scanavino-. A causa delle restrizioni imposte dalle misure per il contenimento del Coronavirus, infatti, diversi prodotti rischiano di rimanere in campo e nelle serre perché non ci sono abbastanza operatori per la raccolta”.
“Già da qualche settimana registriamo queste richieste dai territori che si fanno, giorno dopo giorno, sempre più pressanti -ha continuato Scanavino-. Servono interventi urgenti, non ci possiamo permettere di buttare cibo e occorre anche consentire la fluidità del lavoro agricolo. Sono necessari gli interventi da subito per continuare a rifornire gli scaffali di prodotti freschi e sani”.