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In Evidenza - 25 giu 2020

Dl Rilancio: Cia, bene proroga dell'obbligo di denuncia per cisterne gasolio agricolo

Primi segnali positivi in direzione della sburocratizzazione in agricoltura, dopo la decisione del Governo di prorogare all’1 gennaio 2021 l’obbligo di denuncia dei depositi di carburante per usi privati, agricoli e industriali. Cia-Agricoltori Italiani commenta con soddisfazione il risultato che premia il lavoro portato avanti in questi mesi dall’organizzazione, riuscendo a ottenere un’importante agevolazione per gli imprenditori agricoli dopo lunghe negoziazioni con i ministeri competenti dell'Economia e delle Politiche Agricole e con il Direttore dell’Agenzia delle Dogane.

Cia si impegna nelle prossime settimane a sensibilizzare ulteriormente il Governo e tutte le forze politiche affinché lo slittamento dell’adempimento sia solo un primo passo verso la sua definitiva soppressione con il Decreto Semplificazioni.

L'adempimento, contro il quale si sono già pronunciate in sede amministrativa diverse sedi territoriali dell’Agenzia delle Dogane, rappresenta secondo Cia un pesante aggravio burocratico per un comparto che già soffre di un eccesso di norme e cavilli. 



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In Evidenza - 25 giu 2020

Emergenza cinghiali e danni agli agricoltori, le proposte di Cia Abruzzo per risolvere il problema

“La situazione cinghiali è fuori controllo, occorre un piano faunistico-venatorio regionale efficace”. Per la Cia-Agricoltori Italiani Abruzzo il problema degli ungulati continua a dilagare mettendo a serio rischio l’agricoltura e la pubblica incolumità.


“Accogliamo con favore il provvedimento della regione Abruzzo che autorizza l'uso di fonti luminose e prolunga fino a mezzanotte la possibilità di caccia di selezione al cinghiale”, afferma Mauro Di Zio, presidente di Cia Abruzzo, “Ma continuiamo a ricevere allarmate segnalazioni da parte dei nostri soci, che ci riferiscono di ingenti danni causati dai cinghiali alle coltivazioni agricole”.


Le razzie nei campi di cereali, ceci, piselli, meloni sono all'ordine del giorno e riguardano non più solo le aree interne, ma anche il territorio in prossimità della costa, vanificando il lavoro di mesi ed investimenti di migliaia di euro ad ettaro, compromettendo inesorabilmente le operazioni di raccolta e di trebbiatura. Il tutto in attesa che, tra qualche tempo, l'attenzione dei branchi di cinghiali si sposti su ortaggi, mais e vigneti.


“Il piano faunistico regionale è ancora fermo al palo e le azioni di selezione e controllo non riescono a garantire la sostenibilità della situazione neanche in quelle realtà dove gli Ambiti Territoriali di Caccia ci mettono impegno”, continua Di Zio che chiede alle istituzioni regionali di farsi carico di sostenere l’eliminazione del regime “de minimis” così da prevedere il totale risarcimento dei danni da fauna selvatica. 


Sono quattro le richieste da presentare alla Regione emerse nell’ ultimo incontro con i rappresentanti degli ATC Chietino-Lancianese, Vastese e Pescara a  cui erano presenti anche il presidente Cia Chieti-Pescara Nicola Sichetti, e il direttore Cia Chieti-Pescara Alfonso Ottaviano.


“Vista la perdurante situazione emergenziale determinata da un aumento esponenziale del numero dei cinghiali sul territorio regionale e constatata l’impossibilità di provvedere a riforme della Legge nazionale sulla caccia (legge 157/1992) in tempi brevi, suggeriamo di adottare misure congrue e potenzialmente idonee a ridimensionare la popolazione di cinghiali”.


1.    Regolamentazione specifica della Caccia di selezione in notturna, da attuarsi esclusivamente dietro “richiesta di intervento” da parte degli agricoltori.;


2.    attuazione “immediata” dell’attività di controllo “emergenziale” nelle aree protette, anche senza attendere la predisposizione di uno specifico Piano di Controllo (seguendo l’esempio di alcuni Comuni che l’hanno già fatto nel territorio regionale);


3.    approvazione in tempi brevi del Piano Faunistico Regionale con revisione della proposta (in esso contenuta) di zona vocata e zona non vocata;


4.    creare correttivi all’attuale Regolamento Regionale sugli Ungulati (1/2017) permettendo ai singoli ATC di poter stabilire autonomamente il numero di componenti minimi della squadra e di battute da effettuare, sulla base dell’ampiezza del territorio e della capacità gestionale delle singole squadre, per far si che si garantisca categoricamente un adeguato equilibrio tra il livello di controllo delle specie, sicurezza stradale e soprattutto tutela delle colture. Riteniamo comunque importante aumentare il numero dei componenti di ciascuna squadra, ma chiediamo anche a chi la pensa diversamente su questo punto, di dimostrare l’efficacia dei risultati anche con squadre numericamente più piccole. 




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In Evidenza - 25 giu 2020

Miele "made in China" mette in ginocchio apicoltura italiana di qualità

 Il mercato italiano è invaso da miele che arriva dalla Cina a prezzi di importazione molto bassi (1,24€/kg), un “miele senza api” adulterato e miscelato con quello naturale per nascondere la contraffazione. A lanciare l'allarme è Cia-Agricoltori Italiani che spiega: il nettare delle api è al terzo posto tra i dieci alimenti maggiormente a rischio di frode alimentare, che viene effettuata con l’aggiunta di sciroppo di zucchero e con metodologie di produzione non conformi alle norme europee, in cui l’uomo, fuori dall'alveare, si sostituisce alle api nella realizzazione del laborioso processo di maturazione del miele. Il “falso” miele, difficile da rilevare con i controlli effettuati alle frontiere, crea una concorrenza sleale che sta fortemente penalizzando l’apicoltura italiana (prezzo medio di produzione 3,99€/kg), che ha registrato nel 2019 perdite per 70 milioni di euro, flagellata anche dal problema del climate change, che hanno determinato un crollo della produzione (-50%). 

A tutela del settore, Cia propone all’Ue l’imposizione ai mieli importati da Paesi terzi, della conformità con la definizione europea di miele, sostanza che deve essere prodotta esclusivamente dalle api mellifere e alla quale non può essere aggiunta nessun’altra sostanza. Si richiedono anche maggiori controlli ai confini Ue e nuove metodologie di analisi, al passo con le adulterazioni sempre più sofisticate, oltre all'introduzione dell'etichettatura del Paese di origine sulle miscele di miele, per evitare frodi.

La flessione produttiva di miele, causata dai cambiamenti atmosferici negli ultimi anni, è un problema che affligge tutta l’apicoltura mondiale, ma sembra non riguardare la Cina che, invece, aumenta la capacità produttiva di anno in anno. Le esportazioni di miele in Europa, a prezzi così fortemente concorrenziali, si attestano sulle 80 mila tonnellate, avvalorando i sospetti diffusi nella comunità scientifica internazionale. La produzione artigianale, più rapida ed economica, accelera, infatti, i processi di deumidificazione e maturazione che le api effettuano con tempi molto più dilatati, ma rendono il prodotto finale privo delle caratteristiche di genuinità del miele.

Il danno economico derivante dalle difficoltà di mercato per gli apicoltori italiani sta, dunque, mettendo in ginocchio un comparto che in Italia conta 63 mila apicoltori, un milione e mezzo di alveari, 220 mila sciami, 23 mila ton. di prodotto e oltre 60 varietà. Le pesanti ricadute della concorrenza del “falso” miele cinese, non riguardano solo la filiera, ma tutta l’agricoltura italiana che dipende al 70% dalle api nella loro funzione di impollinatori. Una crisi ulteriore del settore metterebbe, infatti, a rischio la sicurezza alimentare del Paese e i nostri prodotti agricoli, simbolo di tipicità e biodiversità.



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In Evidenza - 23 giu 2020

Ue: le Donne in Campo di Cia lanciano un “Patto per il Green Deal”

Un “Patto per il Green Deal” con le agricoltrici al centro della transizione verde annunciata dall’Europa. Promotrici della sicurezza alimentare, custodi di biodiversità e sostenitrici della tutela di paesaggio e territori, le oltre 200.000 imprenditrici agricole italiane vogliono essere in prima linea nella costruzione e nell’attuazione di questa rivoluzione green da un trilione di euro di investimenti in dieci anni. E’ il messaggio lanciato da Donne in Campo, l’associazione femminile di Cia-Agricoltori Italiani, dalla sua Assemblea nazionale, oggi in videoconferenza, “Seminare biodiversità per raccogliere futuro, ricamare paesaggi, coltivare foreste”.

“Come donne dell’agricoltura, ci candidiamo a ricucire gli strappi tra la sostenibilità economica e quella ambientale e sociale -ha detto nella sua relazione la presidente di Donne in Campo, Pina Terenzi- ovvero i tre pilastri dello sviluppo sostenibile dettati dall’Onu, su cui ora non c’è sempre raccordo o connessione”. Perché questo sia possibile “bisogna rendere protagonista il settore agricolo -ha continuato la Terenzi- ma soprattutto, da qui al 2030, è necessario che questo passaggio venga accompagnato da due azioni: un grosso impegno in innovazione e ricerca e in risorse nella futura Pac; un grande piano di divulgazione, formazione e assistenza tecnica per affiancare gli agricoltori e facilitare il passaggio verso gli obiettivi prefissati”. A questo scopo “chiediamo ai Ministeri coinvolti di garantire al settore primario tutto l’appoggio e il sostegno possibile -ha concluso la presidente di Donne in Campo- per affrontare una fase di grande cambiamento come questa”.

Un appello subito raccolto dalla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, che è intervenuta all’Assemblea via web. “Accolgo il vostro appello -ha dichiarato-. Se non ci può essere futuro verde senza la centralità dell’agricoltura, non ci può essere centralità dell’agricoltura senza le donne”. Dopo aver ricordato il via libera al bonus “donne in campo”, realizzato proprio per potenziare la presenza nel settore (oggi un’azienda agricola su 3 è a conduzione femminile e il 40% della forza lavoro complessiva è rosa), Bellanova ha sottolineato: “Il vostro aiuto è fondamentale”, con l’enorme sfida del Green Deal davanti “serve coraggio e visione, strumenti nuovi e più forti. Dobbiamo rimettere al centro il ruolo stesso degli agricoltori come custodi del patrimonio di biodiversità, per contrastare lo spopolamento delle aree interne e il dissesto idrogeologico” e soprattutto “come produttori di un bene comune e strategico che è il cibo”, ha chiosato la ministra, tornato centrale nella pandemia con il tema dell’approvvigionamento alimentare.

Tutti temi che Cia-Agricoltori Italiani sostiene e rilancia con il progetto “Il Paese che Vogliamo”, rimodulato alla luce del Covid-19. “L’emergenza ha rimesso in discussione tutti i modelli di crescita -ha sottolineato il presidente nazionale Dino Scanavino, chiudendo i lavori dell’Assemblea di Donne in Campo- riaffermando la funzione strategica dell’agricoltura e il valore sociale delle zone rurali d’Italia. Adesso ripartiamo da qui per costruire un nuovo piano di sviluppo del territorio nazionale, frenando il fenomeno dell’abbandono delle aree interne, lavorando da subito all’appuntamento del Green Deal europeo con investimenti in innovazione e sostenibilità ambientale”.



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In Evidenza - 23 giu 2020

Agricoltura: Cia, bonus “donne in campo” premia e incentiva oltre 200mila imprenditrici

Il bonus “donne in campo” è una grande opportunità per sostenere e incentivare la presenza delle donne in agricoltura, che in Italia resta uno dei comparti con la più alta percentuale di occupazione femminile. Così Pina Terenzi, presidente nazionale di Donne in Campo, l’associazione rosa di Cia-Agricoltori Italiani, esprimendo soddisfazione per il via libera dalla Conferenza Stato-Regioni al decreto ministeriale che dà attuazione alla misura, prevista dalla legge di Bilancio 2020.

“Siamo pronte a impegnarci in un nuovo rilancio dell’imprenditoria femminile agricola -sottolinea Terenzi-. Il bonus, infatti, rappresenta una boccata d’ossigeno essenziale per le oltre 200.000 aziende agricole nazionali guidate da donne e messe in difficoltà dal lockdown, nonché un’occasione per favorirne di nuove”. Con un fondo rotativo da 15 milioni per garantire mutui a tasso zero, fino a 300 mila euro, aggiunge la presidente, anche “quel 40% di forza lavoro al femminile in agricoltura potrebbe, finalmente, usufruire di un incoraggiamento, oggi più che mai necessario”.

“Le donne del settore sono innovatrici instancabili -aggiunge ancora Terenzi- capaci di coniugare crescita produttiva e tutela di biodiversità e tradizione. La multifunzionalità si conferma alleata di un’imprenditorialità al femminile che crede nel valore culturale e sociale del cibo, nella tutela del suolo e del paesaggio, nel ruolo attivo del settore per la definizione di strategie di mitigazione e adattamento al clima”.

“Il bonus ‘donne in campo’ è un valido riconoscimento del ruolo dell’imprenditoria femminile nel nostro Paese -aggiunge il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. Le agricoltrici hanno avuto il merito di trasformare la creatività in vera innovazione economica e sociale: dall’agriturismo alla vendita diretta, dall’agricoltura sociale alle fattorie didattiche, fino agli agri-asili e allo sviluppo degli agri-tessuti”.



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Speciale Coronavirus COVID19 - 18 giu 2020

DL Rilancio - Art.25 contributo a fondo perduto - Informativa

Contatta i nostri uffici per scoprire se hai diritto al contributo a fondo perduto di 1000€ previsto dall'Articolo 25 del DL Rilancio (DL n.34 del 19 Maggio 2020).

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In Evidenza - 15 giu 2020

Raccolta alimentare ASeS e Cia Abruzzo, “Grazie alle aziende che hanno contribuito”

Alle aziende e ai cittadini, di seguito elencati, che hanno contribuito alla raccolta alimentare organizzata da ASES e CIA Abruzzo in favore delle famiglie e di individui che più hanno sofferto gli effetti della pandemia, grazie di cuore! Attraverso il vostro impegno molte persone potranno beneficiare di un sostegno concreto e di un segno di speranza. 


CIA L'Aquila-Teramo

CIA Chieti-Pescara

CIA Abruzzo

Associazione Nazionale Pensionati (Regionale e Provinciali)

Associazione La Spesa in Campagna

Associazione Turismo Verde

Associazione Donne in Campo (Regionale e Provinciali)

Associazione Giovani Imprenditori Agricoli (Regionale e Provinciali)

Associazione La Spesa in Campagna a Pescara

Az. Agricola Pace Pierluigi

Az. Agricola Terre di Pianella

Az. Agricola Pasqualone Diego

Az. Agricola Aurea di Nicola Quattrocelli

Az. Agricola Candeloro

Az. Agricola Baldassarre

Az. Agricola Trovarelli Domenica

Latte Cigno

Az. Agricola Sapori di Bea

TheVinum

Cantina Sociale San Zefferino

Caseificio La Bruna di Piccirilli Alberto

Az. Agricola Villamarea

Az. Agricola Di Giovanni

Az. Agricola Galante Miguel

Az. Agricola Di Nardo Giovanni

Az. Agricola Bascelli 

Az. Agricola D’Achille Cristian

Az. Agricola Impicciatore Alessandro

Az. Agricola Terrafonte

Az. Agricola Vicoli Antonella

Az. Agrituristica Fattoria dell’Uliveto

Ursini

Apicoltura ADI

Cantine Spinelli

I soci della Onlus Progetto Etiopia

Società Cooperativa Mercato Contadino L'Aquila

Società Cooperativa Mercato Contadino d’Abruzzo

Az. Agricola Blasetti Mario

Società FREYR s.s.

Società Agricola Cantoro s.s.

Frantoio Gran Sasso s.r.l.

Az. Agricola Valente Francesca

Az. Agricola Torzolini Filippo

Az. Agricola Ciccozzi Anna

Az. Agricola Griguoli Matteo


Clienti del mercato Contadino di Pescara con la donazione di prodotti acquistati

Clienti del mercato Contadino dell'Aquila con la donazione di prodotti acquistati



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Speciale Coronavirus COVID19 - 15 giu 2020

Coronavirus: Cia, via alle domande per contributi a fondo perduto ad aziende agricole

 Via libera alle domande per chiedere il contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Rilancio e destinato alle imprese danneggiate dal Covid-19. Ne possono beneficiare anche gli agricoltori, in qualunque forma societaria, compreso chi integra la produzione con attività agricole connesse, o chi svolge attività eccedentarie rispetto al reddito agrario, nonché i titolari di partita Iva agricola fino a 7mila euro e, tra questi, anche gli agricoltori in regime cosiddetto di esonero. 

Ne dà notizia Cia-Agricoltori Italiani, annunciando il lancio del mini portale https://ciaiutaleimprese.cia.it/ a cui le aziende del settore e tutti i soggetti interessati potranno chiedere assistenza e consulenza per verificare il diritto al contributo e per seguire l’iter istruttorio della pratica, fino alla trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate.

Per ottenere il bonus, infatti, si deve compilare elettronicamente la domanda, direttamente o attraverso un intermediario fiscale, a partire da oggi fino al 24 agosto.

Quanto ai requisiti per richiedere il fondo a sostegno delle perdite subite a causa di Coronavirus e lockdown, bisogna dimostrare una riduzione di almeno il 33% del fatturato conseguito nel mese di aprile 2020 rispetto al mese di aprile 2019, e non bisogna aver conseguito nel 2019 ricavi o compensi superiori a 5 milioni di euro.

Il contributo viene commisurato all’ammontare della perdita -ricorda Cia- applicando a tale somma una percentuale che varia dal 20% al 10%, per un importo riconosciuto che va da un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e 2.000 euro per le imprese.

“Cia è al fianco delle aziende agricole italiane, ancora di più in questa fase -spiega il presidente nazionale Dino Scanavino- e vuole aiutare tutti gli agricoltori a risollevarsi dalla crisi causata dall’emergenza Covid-19. Proprio per questo, siamo scesi in campo anche con questo portale per fornire tutta l’assistenza necessaria ad accedere in maniera tempestiva ed efficace alle misure messe in campo dal Governo per il sostegno alla liquidità delle imprese”.



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In Evidenza - 12 giu 2020

Zes Abruzzo, imprese e sindacati: bene l’approvazione, ora tutti uniti sugli obiettivi comuni

«Bene l’istituzione da parte del Governo della Zona Economica Speciale, la quinta di tutto il Mezzogiorno: adesso occorre lavorare tutti insieme – istituzioni, mondo produttivo e del lavoro – per conseguire rapidamente i benefici che all’Abruzzo deriveranno dalla sua approvazione». Lo afferma una nota congiunta sottoscritta da sedici sigle, tra associazioni d’impresa e sindacati dei lavoratori: Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil, Ugl. Lo stesso schieramento che nei giorni scorsi aveva scritto al ministro per la Coesione territoriale del Governo Conte, Giuseppe Provenzano, sollecitando il via libera alla Zes.

«Pensato in funzione della trasversalità est-ovest e della istituzione del cosiddetto “corridoio europeo “Ten-T” Barcellona-Civitavecchia-Ortona-Ploce, il provvedimento – che prevede a favore delle imprese crediti di imposta e semplificazione delle procedure burocratiche, con l’istituzione di una Zona franca doganale - avrà un effetto di grande impatto soprattutto sul sistema portuale e della logistica. Saranno infatti interessati principalmente i porti di Ortona e Vasto, l’aeroporto d’Abruzzo, l’interporto di Manoppello, gli autoporti di Avezzano e San Salvo: strutture, queste ultime, che dovrebbero quindi essere pienamente recuperate.  L’approvazione della Zes, concludono i firmatari, «arriva oltretutto in un momento particolarmente delicato e difficile per la nostra economia: deve dunque rappresentare una grande opportunità da cogliere con spirito di squadra e velocemente».



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In Evidenza - 12 giu 2020

Biologico: Cia, avanti su approvazione legge. Serve anche a Green Deal Ue

 La transizione verde europea che dà appuntamento al 2030, chiama all’appello anche il settore biologico, ma l’Italia non può pensare di mettersi in carreggiata senza l’approvazione del disegno di Legge sul biologico e una spinta su provvedimenti amministrativi che facciano ordine tra le statistiche esistenti su produzione, import ed export Ue. Così Cia con Anabio, la sua associazione per il bio, nel quadro di un processo green sollecitato dall’Europa e necessario anche al rilancio post Covid-19.

Nel cuore del Green Deal Ue, ricorda Anabio-Cia, la strategia “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”, tracciano una strada chiara, seppur impervia, da seguire: l’aumento del 25% della superficie ad agricoltura bio entro il 2030 e l’integrazione tra attività economiche e protezione degli ecosistemi.

Di fronte a tale scenario, interviene Anabio-Cia, l’Italia deve chiaramente accelerare su una solida dotazione interna di indicazioni chiare e regole certe, molte delle quali contenute nel disegno di Legge “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” in discussione alla Comagri e che all’art.6 prevede la necessaria “istituzione di un Marchio biologico italiano”. E’ quanto Anabio-Cia attende da tempo, dopo il lungo iter che l’ha vista impegnata nella fase di stesura.

A ciò, chiarisce Anabio-Cia, si aggiunge la questione dei dati, per esempio sull’import. Nel 2019 l’Europa ha importato oltre 3 mln di tonnellate di bio (per lo più materie prime), circa il 2% dell'import agroalimentare totale Ue e le importazioni di biologico da parte dell’Italia incidono solo per il 5,74%. 

Cifre rassicuranti, ma non sempre trasparenti, chiosa Anabio-Cia, né conformi ai reali scambi tra l’Europa e i Paesi extra Ue. Serve, dunque, un lavoro integrato in ambito statistico sull'agricoltura bio comunitaria, oltre a pubblicazioni e raccomandazioni, disponibili in rete. 

Inoltre, per monitorare adeguatamente lo sviluppo del settore, è necessario che l’Italia disponga di dati aggiornati, regolari e affidabili sui volumi e sul valore della produzione, anche circa la domanda, statistiche sul numero di prodotti grezzi o trasformati, disponibili localmente o per l’esportazione. 

E’ un’opportunità per il settore, conclude Anabio-Cia, tenuto anche conto anche dell’andamento, in emergenza Covid-19. Negli ultimi 5 mesi, infatti, sono entrati nella filiera 2.068 operatori per una superficie pari a 71.921 ettari. Durante il lockdown, l’agroalimentare bio ha catalizzato l’attenzione del 30% della clientela non users e il 20% degli italiani ha scelto prodotti sostenibili. Se la recessione per la pandemia mette a rischio il valore degli acquisti di prodotti bio è anche vero che, dunque, il Paese ne sta uscendo sempre più attento a origine e qualità.



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Speciale Coronavirus COVID19 - 10 giu 2020

Dl Rilancio: Cia, risorse a infermieri di famiglia da ripristino accise sigarette elettroniche

Servono risorse per puntare sull’assistenza territoriale dopo le ferite lasciate dall’emergenza sanitaria scaturita dal Covid-19. Per questo motivo, Cia-Agricoltori Italiani appoggia l’emendamento al Dl Rilancio presentato a seguito della proposta di Cittadinanzattiva, per finanziare il potenziamento delle cure domiciliari tramite la revisione del regime fiscale agevolato sui prodotti da tabacco riscaldato. 

Il decreto Rilancio ha, infatti, affidato alle Regioni la riorganizzazione della rete di cura domiciliare dei pazienti cronici, anche grazie all’istituzione della nuova figura dell’infermiere di famiglia. Così l’infermiere, protagonista in trincea conto Covid-19, potrà diventare la figura di riferimento per lo sviluppo dei servizi territoriali, al fine di salvaguardare lo stato di salute dei cittadini. Secondo Cia, occorre rafforzare queste misure di assistenza con un piano pluriennale che doti di maggiori risorse l’insieme dei trattamenti domiciliari che rendono migliore la qualità di vita, con un’attenzione particolare ai cittadini che vivono nelle aree interne del Paese.  

Per finanziare tale piano, Cia sostiene la proposta di Cittadinanzattiva per il ripristino delle accise sul tabacco riscaldato, a oggi molto più basse in virtù di una presunta minor dannosità che non ha riscontri scientifici. Le sigarette elettronica beneficiano, infatti, di uno sconto fiscale pari al 75% rispetto alle sigarette tradizionali da combustione, che crea attualmente uno squilibrio nel mercato dei tabacchi lavorati. Lo sconto di cui godono le grandi multinazionali tabacco potrebbe, invece, essere utilizzati per coprire i costi di questo ambizioso disegno per una vera e propria rivoluzione dell’assistenza socio-sanitaria territoriale.



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Speciale Coronavirus COVID19 - 10 giu 2020

Coronavirus: Cia, bene “Patto per l’Export” per rilanciare agroalimentare

 Per rilanciare il Made in Italy sui mercati esteri, dopo il freno imposto dall’emergenza Coronavirus, c’è bisogno di azioni unitarie tempestive e strategie commerciali innovative, che puntino sempre di più sui canali digitali. Così Cia-Agricoltori Italiani, tra le organizzazioni firmatarie del “Patto per l’Export” da 1,4 miliardi di euro, siglato oggi alla Farnesina con i ministri, gli enti e le associazioni coinvolte.

“Abbiamo aderito con convinzione al piano lanciato dal ministro Di Maio -afferma il vicepresidente nazionale Cia, Mauro Di Zio, alla cerimonia di firma del Patto-. Mai come ora, è necessario tutelare e promuovere il valore del nostro export a livello internazionale, partendo proprio dall’agroalimentare, che nell’ultimo anno ha registrato l’ennesimo record sfiorando quota 45 miliardi di euro, a dimostrazione della qualità e della strategicità del cibo Made in Italy all’estero”.

            Quanto ai contenuti del Patto, per Cia è indispensabile operare in modo unitario, in primis per superare la frammentazione del sistema di promozione internazionale italiano, con il coordinamento delle attività tra livello centrale e livello territoriale (Regioni, Camere di Commercio, enti di promozione), affinché vi sia un’azione coordinata, univoca e integrata a livello internazionale.

            Bene, poi, la spinta verso l’utilizzo sempre maggiore delle tecnologie digitali come nuova modalità di incontro tra buyer e imprese, ma questo richiede il superamento del digital divide con le aree interne del Paese, affinché vi sia la disponibilità di una reale dotazione infrastrutturale anche nelle aree rurali, elemento cruciale della competitività delle aziende agricole a livello globale. 

In tal senso, Cia ha avviato da tempo un Piano di internazionalizzazione delle aziende associate per facilitarne l’accesso sui mercati stranieri, attraverso un programma consistente di attività di formazione, WebB2B e servizi. Parallelamente, Cia ribadisce il suo impegno nella costruzione di un percorso di accompagnamento delle imprese verso la tutela della proprietà intellettuale dei prodotti italiani a livello internazionale, in partnership con il Centro Studi Anticontraffazione, sempre più necessaria sia nelle partecipazioni a manifestazioni fieristiche che nella commercializzazione su piattaforme e-commerce e negli eventi promozionali digitali.    


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