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In Evidenza - 22 apr 2021
Earth Day 2021: Cia, accesso alla terra per giovani agricoltori diventi priorità Ue
Non può esistere crescita e sviluppo in agricoltura senza accesso ai giovani alla terra, con un vero ricambio generazionale nelle campagne. In occasione dell’Earth Day 2021, Cia-Agricoltori Italiani ricorda come la narrazione del ritorno dei giovani all’agricoltura sia spesso abusata: ancora troppe le difficoltà di chi aspiri a fare impresa, senza avere già una proprietà familiare alle spalle. Quello della terra resta, ancora, il primo degli ostacoli per i giovani imprenditori agricoli. Per Cia il problema è da ascrivere anche a un sistema creditizio che non concede mutui di durata superiore ai 20 anni e non ha altri strumenti adeguati a supporto dei giovani imprenditori agricoli, cui spesso mancano anche le risorse da utilizzare come garanzie e le competenze necessarie per preparare i piani aziendali.
Molti giovani sono, dunque, costretti a iniziare con l’affitto o il comodato d’uso dei terreni, nonostante il mercato fondiario sia spesso caratterizzato da una bassa propensione alla locazione da parte dei proprietari e i canoni siano generalmente molto alti. Secondo Cia, le difficoltà di acquisto di una proprietà per agricoltori under 40 devono essere affrontate dalla Politica agricola comune, che privilegia le agevolazioni a investimenti sullo sviluppo tecnologico per la produzione. Malgrado il recente innalzamento del livello massimo di aiuto al primo insediamento agricolo (da 70mila a 100mila euro), Cia auspica maggiori risorse per i nuovi entranti nel settore rurale nei triloghi sulla riforma della Pac post 2022, attualmente in corso.
Se molti agricoltori anziani stanno smettendo l’attività, si rischia, dunque, il paradosso di un eccesso di offerta ma pochi acquirenti, cui manca l’accesso al credito. Un modo per favorire la staffetta generazionale, secondo Cia, potrebbe verificarsi con incentivi all’affiancamento tra un agricoltore in procinto di andare in pensione e un giovane, per favorire l'uscita delle generazioni più anziane e il trasferimento di conoscenze attraverso il ricorso a servizi di consulenza e tutoraggio.
Alla richiesta sempre maggiore di terra da parte per fare impresa, Cia e i suoi giovani imprenditori -riuniti nell’Associazione Agia- hanno recentemente risposto con “SIBaTer - Supporto Istituzionale alla Banca delle Terre” in partnership con Anci, per la valorizzazione dei beni non utilizzati in 8 Regioni del Mezzogiorno, in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Un progetto che mira al recupero e alla valorizzazione delle terre pubbliche abbandonate, attraverso la concessione in uso o la locazione/affitto a soggetti privati. Il progetto rappresenta uno stimolo all’insediamento dei giovani per la rivitalizzazione di territori marginali rurali, attraverso proposte imprenditoriali che valorizzino le terre del patrimonio pubblico, prevenendo il degrado geologico-ambientale del territorio.
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In Evidenza - 22 apr 2021
Clima: Cia, bene accordo su legge Ue. Ora sostegno a svolta green agricola
L’accordo finalmente raggiunto a Bruxelles sulla climate law, segna una svolta importante per la transizione ecologica da parte dei Paesi membri e rafforza la leadership internazionale dell’Europa, nella lotta ai cambiamenti climatici. Così Cia-Agricoltori Italiani a commento dell’intesa, tra Parlamento Ue e Stati membri, sul regolamento che disciplinerà il passaggio alla neutralità climatica entro il 2050, arrivata alla vigilia del Leaders Summit on Climate di Biden, al via da oggi in occasione della Giornata mondiale della Terra.
Ora l’Europa -dichiara Cia- può presentarsi all’appuntamento sul clima con i Capi di Stato e di Governo invitati dal presidente degli Stati Uniti, tra i quali anche il premier Draghi, vantando da una parte, una concreta solidità interna rispetto a uno degli obiettivi più ambiziosi, ovvero la riduzione delle emissioni nette di almeno il 55%, entro il 2030 e potendo contare, dall’altra, su metodi di valutazioni puntuali e affidabili, grazie all'istituzione del Comitato scientifico europeo sul cambiamento climatico, composto da 15 esperti per la consulenza indipendente e il monitoraggio.
Il ruolo dell’agricoltura resta, per Cia, al centro del processo, tanto più che adesso, attraverso la legge sul clima, l’Europa si impegna a condividere con tutti i settori, tabelle di marcia specifiche per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050, trovandosi anche a fare i conti, una volta per tutte, con l’esigenza delle aziende agricole di innovare per essere sostenibili.
Il mondo, dunque, dovrà seguire l’Europa non solo per buona prassi teorica, ma anche per capacità di guidare il cambiamento all’interno di ciascun settore, a cominciare da quello agricolo che assorbe da solo più del 63% delle conseguenze dei disastri naturali e su cui si riversa, quindi, la maggior parte delle perdite economiche e dei danni causati dalle calamità (diverse decine di milioni, solo nelle ultime due settimane, a causa delle gelate su tutta l’Italia) aumentate per frequenza, intensità e complessità, con un’incidenza oggi triplicata rispetto almeno a 40 anni fa.
All’agricoltura, con gli agricoltori da sempre custodi della terra -ricorda Cia- si richiede, tra l’altro, lo sforzo maggiore in termini di riduzione degli sprechi e delle sostanze inquinanti. L’Europa -fa appello Cia-gli riconosca, dunque, il valore e il ruolo che merita, attraverso un quadro coerente di norme, adeguate risorse e strumenti per investire in nuovi processi e nuove tecniche produttive, per essere meno impattanti sul clima, pur tutelando reddito e qualità. Si investa nel comparto agroforestale -aggiunge Cia-. Presenta grandi potenzialità, ma solo a fronte di presidio e gestione sostenibile, come con l’aumento di biomasse legnose, perché possa contribuire al meglio alla neutralità climatica.
Infine -da parte di Cia- l’auspicio che il vertice sul clima promosso da Biden si riveli occasione di confronto costruttivo con un impegno concreto e adeguato da parte dei partecipanti, scongiurando il fallimento della Cop26.
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CAF Informa - 21 apr 2021
Pillole fiscali: incentivi ecologici
Per meglio specificare, si parla di un regime fiscale studiato per incentivare l’uso di energie da fonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche, nonché di carburanti ottenuti da produzioni vegetali.
Già la Legge di Bilancio 2019 (legge n. 145 del 2018) ha riconosciuto, che gli impianti di biogas fino a 300 KW, realizzati da imprenditori agricoli, alimentati con sottoprodotti provenienti da attività di allevamento e dalla gestione del verde, possano accedere agli incentivi previsti per l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico, ai sensi del decreto ministeriale 23 giugno 2016, nel limite di un costo medio annuo pari a 25 milioni di euro (art. 1, commi 954-957).
Successivamente, la Legge di Bilancio 2020 (legge n. 160 del 2019) ha previsto una disciplina relativa alle misure per favorire l’economia circolare del territorio, prevedendosi, in particolare, per taluni impianti di produzione di energia elettrica esistenti alimentati a biogas, realizzati da imprenditori agricoli singoli o associati, il diritto di fruire di un incentivo sull’energia elettrica prodotta, con le modalità e condizioni definite da un successivo decreto interministeriale (art. 1, commi 524-527).
Inoltre, il decreto legge n. 162 del 2019, cosiddetto “Proroga Termini”, ha disposto, all’articolo 40-ter, la proroga per il 2020 degli incentivi per gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biogas, con potenza elettrica non superiore a 300 kW, aventi determinate caratteristiche e facenti parte del ciclo produttivo di una impresa agricola, di allevamento, realizzati da imprenditori agricoli anche in forma consortile e la cui alimentazione derivi per almeno l’80% da reflui e materie derivanti dalle aziende agricole realizzatrici e, per il restante 20%, da loro colture di secondo raccolto.
Infine, il decreto legge n. 18 del 2020 (il Cura Italia) ha previsto l’autorizzazione alle Regioni e alle Province Autonome ad agevolare l’utilizzo del latte, dei prodotti e derivati del latte negli impianti di digestione anaerobica siti nel proprio territorio regionale, derogando, limitatamente al periodo di crisi, alle procedure di autorizzazione previste per l’uso e la trasformazione delle biomasse.
Il Decreto Cura Italia ha previsto, inoltre, la data del 30 settembre 2020 quale termine entro il quale pubblicare il bando per gli incentivi a favore degli impianti di biogas gestiti, a determinate condizioni, dagli imprenditori agricoli.
(Fonte: leggiillustrate.it)
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In Evidenza - 21 apr 2021
Imprese: Cia, investimenti esteri opportunità per rilancio agricoltura
Il Made in Italy agroalimentare è, senza dubbio, tra i settori di maggiore richiamo all'estero e l’attenzione da parte di investitori stranieri può rappresentare per l’agricoltura italiana un’interessante opportunità di rilancio dopo la crisi pandemica. Alle istituzioni il compito, però, di salvaguardare la parte migliore dell’agroalimentare italiano e supportare la competitività delle imprese. Questo il punto del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino alla Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione, nella sessione straordinaria per l’attrazione degli investimenti diretti esteri, co-presieduta dal ministro degli Esteri, Di Maio e dello Sviluppo Economico, Giorgetti.
“L’Italia -è intervenuto Scanavino- possiede un importante patrimonio agricolo e agroalimentare, fatto di biodiversità e denominazioni di origine. Al momento, gli investimenti diretti esteri stanno arrivando in modo disordinato, nelle aree vitivinicole di alto pregio, come nelle produzioni della pianura padana e negli allevamenti delle grandi Dop. E’ positivo, dunque, -ha detto Scanavino- che il Governo veda nei capitali esterni, oggi solo il 20% del Pil nazionale, un volano per la crescita economica del Paese, ma al settore agroalimentare va prestata la giusta attenzione, perché sia davvero strategico e non lasci gli imprenditori agricoli a margine del processo. E’ chiaro -ha aggiunto- che ciò debba tradursi in un intervento decisivo per rendere le aziende realmente competitive, quindi agendo sul fronte burocrazia, giustizia e fisco. Alle imprese italiane occorre semplificazione e tempi certi, riduzione dei costi di produzione, investimenti in infrastrutture e in ricerca e innovazione”.
“Il PNRR si è già impegnato a potenziare la competitività delle imprese oltre confine e la capacità di attrarre capitali esteri nel mercato domestico -ha sottolineato Scanavino-. Auspichiamo che il testo definitivo confermi concretamente questa linea programmatica, destinando all’agricoltura e all’agroalimentare, insieme al Next Generation Eu e alla nuova Pac, risorse adeguate al cambio di passo che le vuole protagoniste della transizione verde, sfida da vincere per essere all'altezza dei mercati europei e internazionali”.
“Abbiamo da recuperare -ha precisato, poi, Scanavino- una contrazione sull’export agroalimentare del 2,5% e le politiche di internazionalizzazione devono, ora più che in passato, contribuire al riassetto dell’economia delle imprese e insistere sulla valorizzazione del Made in Italy agroalimentare nel mondo, che oggi vale oltre 7 miliardi di euro. Va rafforzato, in particolare, il sistema agroindustriale e il ruolo dell'Italia nel bacino del Mediterraneo -ha infine concluso il presidente nazionale di Cia-. Trasformare la concorrenza sul prezzo basato sul dumping dei Paesi del Nord Africa, in un accordi di scambio tra agricoltura italiana e nord africana per dare forma a un grande bacino di libero scambio con l’affluenza verso l'industria di trasformazione italiana. Il nostro ruolo nell’area del Mediterraneo è, oggi, fondamentale”.
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In Evidenza - 21 apr 2021
Governo: Patuanelli a Cia, insieme per nuovo sistema agricolo competitivo, sostenibile e inclusivo
Lavorare insieme a un radicale cambio di paradigma per delineare un nuovo scenario competitivo, sostenibile e inclusivo per l’intero sistema agricolo e agroalimentare. Una transizione verde che non si riduce a una questione puramente ambientale, ma che guarda alla competitività del sistema produttivo e a nuovi modelli di sviluppo. Questo il messaggio chiave del ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli alla Direzione nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, dov’è intervenuto al fianco del presidente Dino Scanavino.
“Tra i fondi della Pac post 2020 e le risorse previste grazie al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza -ha detto Patuanelli- abbiamo a disposizione un budget complessivo di circa 50 miliardi di euro per i prossimi 7 anni”. Risorse fondamentali per “costruire l’agricoltura del futuro”, per fare in modo che “il primo settore produttivo del nostro Paese diventi la forza trainante della nostra competitività sul mercato globale, mettendo al centro la sostenibilità ambientale, economica e sociale”.
In un anno di pandemia “l’agricoltura italiana ha ampiamente dimostrato la propria capacità di resilienza -ha ricordato il ministro- ma questo non vuol dire che non sia in un momento di grande sofferenza, soprattutto a causa del blocco del settore della ristorazione e del turismo, quindi del settore agrituristico. Gli 800 milioni di euro che giungono dal Decreto Sostegni per i ristori diretti, l’esonero contributivo straordinario e il potenziamento del Fondi Filiere sono una parte degli aiuti necessari”.
Ora, però, occorre fare “un salto di qualità”, ha aggiunto Patuanelli, “le risorse ci sono, ma non vanno distribuite a pioggia. Dobbiamo fare scelte ragionate, basate su dati reali. Curare e supportare con scelte politiche le fragilità del settore” nella consapevolezza che “le nostre produzioni sono leader mondiali di quantità e soprattutto di qualità”.
In particolare sul PNRR, “un piano ambizioso in cui il comparto agroalimentare gioca una parte importante”, il ministro ha sottolineato il finanziamento di circa 800 milioni di euro che riguarda i contratti di filiera; gli altri 800 milioni allocati in progetti di sostegno alla logistica per ridurre i costi, così come il progetto agri-solare con la creazione di parchi fotovoltaici sulle coperture delle strutture agricole “consentendo un sostegno al reddito dei produttori” e anche il passaggio a biogas e biometano, “che è fortemente sostenuto”.
Quanto alla Pac post 2020, secondo Patuanelli, “è una grandissima sfida che parte con una base economica solida” ma “in questo percorso, l’Europa deve essere capace di dotare gli Stati membri di strumenti con la giusta flessibilità, perché le produzioni agroalimentari Ue partono da tipologie, velocità e condizioni diverse”. Anche il sistema di governance, “il new delivery model, non può essere un vestito di gesso che comporta maggiori oneri burocratici delle imprese, maggiore difficoltà alle autorità di gestione, maggiore complessità nelle verifiche sulla distribuzione dei fondi”. Questi “sono elementi centrali di cui discutere e l’Europa è in ritardo -ha ammesso il ministro-. La grande preoccupazione è che non si riesca a chiudere il quadro regolatorio durante la presidenza portoghese” anche se “noi stiamo facendo il possibile per accelerare in tutte le sedi quelle negoziazioni necessarie per giungere a una soluzione”.
Patuanelli è tornato anche sulla “riunione zero” del tavolo di partenariato chiamato a redigere il Piano Strategico Nazionale, la principale novità della riforma della Pac, che si è tenuto ieri. “Quando si parla ad esempio di agroenergie o di sostenibilità, così come di ogni grande trasformazione che abbiamo davanti -ha evidenziato- dobbiamo ricordarci che il nostro ruolo è prima di tutto quello di supportare la produzione agricola”. Quindi “se da un lato vogliamo rafforzare la competitività delle imprese e, dall’altro, dobbiamo trovare gli strumenti perché quella competitività si accompagni con una transizione ambientale sostenibile da un punto di vista economico, gli strumenti che mettiamo a disposizione dei produttori devono essere di innovazione e non di conservazione” come quelli del piano Agricoltura 4.0.
Sulla stessa linea il presidente nazionale di Cia, che ha ringraziato il ministro “per l’attenzione verso la nostra organizzazione e, soprattutto, verso l’agricoltura”.
L’obiettivo “che deve guidarci da qui ai prossimi anni, resta sempre la sostenibilità economica, sociale e ambientale -ha dichiarato Scanavino-. Io sono molto d’accordo con ciò che ha detto Patuanelli. L’agricoltura è pronta a rispondere alle nuove sfide e vuole essere al centro di questo processo di cambiamento, ma serve collaborazione e attenta analisi delle esigenze del settore. Non possono, cioè, essere individuati obiettivi e percorsi senza fornire agli agricoltori tutti gli strumenti necessari per continuare a produrre, contrastare i cambiamenti climatici così come nuovi parassiti e malattie, difendere l’ambiente e rispondere alle richieste dei consumatori. Per questo chiediamo che si tenga conto delle tempistiche dei processi produttivi e del progresso scientifico e tecnologico perché -ha concluso il presidente Cia- per dare un contributo alla transizione ecologica, dobbiamo poter continuare a vivere della nostra attività”.
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CAF Informa - 19 apr 2021
Pillole fiscali: agevolazioni per la piccola proprietà contadina
Facendo un passo indietro, già a decorrere dal 1° gennaio 2014 sono state ripristinate le agevolazioni previste per la piccola proprietà contadina. In riferimento al tema viene previsto che in relazione a tutti gli atti di trasferimento a titolo oneroso di terreni e relative pertinenze, qualificati agricoli in base agli strumenti urbanistici vigenti, posti in essere a favore di coltivatori diretti (CD) e imprenditori agricoli professionali (IAP), iscritti nella relativa gestione previdenziale, sono soggetti alle imposte di registro e ipotecaria nella misura fissa, e all’imposta catastale nella misura dell’1%. Viene previsto poi che gli onorari dei notai per gli atti suindicati vengano ridotti alla metà.
Tali agevolazioni sono state, poi, estese con la legge di stabilità 2016, a favore di proprietari di masi chiusi situati nella Provincia Autonoma di Bolzano e al coniuge o ai parenti in linea retta, purché già proprietari di terreni agricoli e conviventi di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali; mentre dall’anno 2017, ai trasferimenti di proprietà a qualsiasi titolo di fondi rustici nei territori montani.
La Legge di Bilancio 2019-20
La Legge di Bilancio per l’anno di imposta 2019 (legge n. 145 del 2018 prorogata anche per il 2020) ha, inoltre, previsto le seguenti misure:
● l’estensione alle aziende agricole ubicate nei Comuni prealpini di collina, pedemontani e della pianura non irrigua, da individuare con decreto, della facoltà, già prevista per quelle ubicate nei Comuni montani, di non dover disporre del titolo di conduzione del terreno agricolo ai fini della costituzione del relativo fascicolo aziendale;
● la proroga della facoltà – sulla base di una perizia giurata di stima – di rideterminare i valori delle partecipazioni in società non quotate e dei terreni posseduti, sia nel caso in cui tali terreni siano classificati agricoli, sia nel caso in cui tali terreni vengano classificati come edificabili, a condizione che il valore così rideterminato sia assoggettato a un’imposta sostitutiva.
L’ultima Legge di Bilancio
Da ultimo, la Legge di Bilancio emanata per l’anno di imposta corrente, anno 2021, (legge n. 178 del 2020) ha previsto che, per l’anno 2021, non sia applicata l’imposta di registro nella misura fissa di 200 euro agli atti di trasferimento a titolo oneroso di terreni e relative pertinenze di valore economico inferiore o uguale a 5.000 euro, qualificati come agricoli in base agli strumenti urbanistici vigenti, ove posti in essere a favore di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, iscritti nella relativa gestione previdenziale e assistenziale.
(Fonte: leggiillustrate.it)
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