Nel Dl Rilancio del Governo non è prevista alcuna azione concreta a favore dei pensionati con assegni al minimo. E’ l’allarme lanciato da Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani che, pur apprezzando spirito e finalità del Decreto per la ripresa delle attività produttive e il sostegno economico alle famiglie in difficoltà e alla sanità sul territorio, lamenta le gravi carenze sul fronte degli aiuti agli anziani.
Nonostante con l’emergenza Coronavirus si siano moltiplicati fenomeni di disagio sociale e nuove povertà, soprattutto fra i pensionati al minimo (oltre 2 milioni di persone con assegni da circa 500 euro) -spiega l’Anp- il REM o reddito di emergenza esclude dal beneficio i titolari di pensione diretta o indiretta, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità. Anzi, questa nuova formulazione, con l’esclusione esplicita dei pensionati, anche di quelli al minimo, sembra persino peggiorare i criteri di accesso rispetto ai requisiti della pensione di cittadinanza che, fino ad aprile 2020, ha riguardato appena 127.984 nuclei familiari, con 145.245 persone coinvolte. E dalla quale la stragrande maggioranza dei pensionati ex-agricoltori, per il solo possesso del terreno di produzione e della casa di abitazione, ne è stata esclusa.
L’Anp-Cia chiede che l’azione del Governo abbia un carattere strategico e di più ampio respiro. Ovvero contrasto alla povertà e al disagio sociale, sostegno all’economia e al rilancio produttivo, progettazione di un ritorno graduale della vita sociale in sicurezza per tutte le fasce della popolazione, comprese le persone anziane.
In tal senso, l’Anp respinge l’idea di prevedere una prosecuzione dell’isolamento domiciliare degli anziani secondo un criterio anagrafico, non essendo solo l’età a definire la condizione di fragilità fisica. Occorre, invece, differenziare e creare tutte le condizioni di precauzione e di dotazione delle protezioni necessarie per difendersi dai possibili contagi. Tanto più -ricorda l’Associazione pensionati di Cia- che gli anziani continuano a svolgere una funzione di sostegno alla vita familiare, ancora più importante nell’ambito della ripresa delle attività produttive e con le scuole ancora chiuse.