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Speciale Coronavirus COVID19 - 23 mar 2022
Dalla Ue arriva una prima risposta importante per garantire la sicurezza alimentare e aiutare gli agricoltori a fronteggiare gli effetti della guerra in Ucraina, stretti tra i costi alle stelle e le speculazioni sui mercati, con gli aumenti del 300% sui concimi e il raddoppio di mangimi ed energia. Bene, quindi, lo sblocco di almeno 4 milioni di ettari di terreni a riposo nelle aree di interesse ecologico (EFA) per aumentare la produzione comunitaria di cereali a partire dal mais, così come il ricorso alla riserva di crisi della Pac, che metterà a disposizione dell’Italia circa 50 milioni di euro. Tuttavia, per rispondere all’intensità della crisi, serve un vero Piano straordinario europeo, secondo la logica adottata con la pandemia, per mobilitare maggiori fondi sull’emergenza in atto anche attraverso un nuovo debito comune. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta il pacchetto Ue di aiuti agli agricoltori, contenuto nella “Comunicazione sulla Sicurezza alimentare” approvata oggi dal Collegio dei Commissari europei.
In particolare -spiega Cia- le deroghe al greening per tutto il 2022 sui terreni a riposo servono, in questa fase, per consentire la produzione più sostenuta di cereali e scongiurare la carenza di offerta sui mercati internazionali e le conseguenti speculazioni sui prezzi. D’altra parte, le stime già parlano quest’anno di un deficit in Ue di 7-8 milioni di tonnellate di import dall’Ucraina solo per il mais, indispensabile a tutta la filiera alimentare legata agli allevamenti, dal latte ai formaggi alla carne. Senza contare che, insieme, Russia e Ucraina sono protagoniste di un quarto delle esportazioni globali di grano. Ecco perché sono indispensabili strategie che incentivino i nostri agricoltori a seminare, partendo dal granturco, dopo 10 anni in cui per esempio l’Italia ha arretrato del 30% sulla produzione, ma questa misura deve essere sostenuta anche tramite strumenti assicurativi, in grado di remunerare un’eventuale riduzione dei prezzi pagati agli agricoltori nei prossimi mesi rispetto ai valori attuali.
Altrettanto importanti, secondo Cia, sono l’attivazione della riserva di crisi Pac da 500 milioni, che gli Stati membri potranno cofinanziare al 200%, così come l’ulteriore quadro temporaneo sugli aiuti di Stato, con un tetto di 35 mila euro ad azienda per coprire le spese degli input produttivi, anche se entrambe le misure dipendono molto dalle risorse singole che ogni Paese metterà in campo e, quindi, potrebbero creare delle disparità nei sostegni al settore.
Nel pacchetto Ue -ricorda Cia- ci sono anche i maggiori anticipi sulla Pac; lo stoccaggio delle carni suine; il monitoraggio di input e produzioni per assicurare la continuità delle forniture.
Inoltre, per non fare passi indietro sugli obiettivi di maggiore sostenibilità fissati dal Green Deal ma assicurare allo stesso tempo la crescita di produzione e competitività delle imprese agricole europee -ribadisce Cia- occorrono finalmente regole e norme sull’utilizzo delle nuove tecniche di miglioramento genetico, che superino una legislazione ormai obsoleta e permettano agli agricoltori di garantire l’aumento delle rese, insieme alla riduzione dell’impatto dei prodotti chimici e al risparmio di risorse idriche.
Per garantire la sicurezza alimentare globale, è molto positivo che la Commissione Ue, nella Comunicazione, abbia sottolineato che intende evitare ogni restrizione o divieto all’esportazione, anche attraverso il supporto del WTO, così come è importantissima la possibilità data agli Stati membri di ridurre l’IVA di alcuni prodotti per alleviare l’impatto degli alti prezzi degli alimenti, a tutto vantaggio dei consumatori. Sarebbe necessaria anche -conclude Cia- una riflessione concreta verso la definizione di una politica energetica comune, nonché un confronto internazionale necessario a ridurre, per quanto possibile, la volatilità a fini speculativi legata a prodotti finanziari in campo agricolo.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 16 nov 2020
Via libera alla presentazione delle domande per ottenere il fondo ristorazione. A disposizione 600 milioni di euro destinati ad agriturismi, ristoranti, mense, catering e alberghi. Potranno richiedere il contributo a fondo perduto, fino a un massimo di 10 mila euro, per l'acquisto di prodotti delle filiere agricole e alimentari, anche Dop e Igp, inclusi quelli vitivinicoli.
Per fare domanda è attivo fino al 28 novembre il portale dedicato www.portaleristorazione.it
Il meccanismo viene presentato come semplice ed efficace. Sarà sufficiente collegarsi al sito o andare in un ufficio postale e presentare le fatture degli acquisti effettuati da agosto in poi di prodotti agroalimentari italiani e vitivinicoli. Dopo un primo controllo, sarà versato in automatico un anticipo del 90% degli acquisti effettuati. Verificata la documentazione, saranno emessi i bonifici a saldo del contributo concesso.
"In questo difficile momento per il mondo della ristorazione, diamo un segnale concreto alle aziende, alle donne e agli uomini che ci lavorano quotidianamente e a tutta la filiera agroalimentare. Garantiamo liquidità immediata e rafforziamo la straordinaria alleanza tra mondo della ristorazione e della produzione -ha sottolineato la Ministra Bellanova-. E' una misura che ho fortemente voluto per sostenere la ristorazione, la filiera agroalimentare, rilanciare gli acquisti di prodotti agroalimentari di qualità e di origine italiana, compreso il vino, impedire lo spreco alimentare per puntare al recupero virtuoso delle eccedenze. L'agroalimentare è la nostra forza. La ristorazione è parte integrante della filiera agroalimentare. Lavoriamo per sostenerli. Investiamo sul cibo. Portiamo in tavola il futuro".
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Speciale Coronavirus COVID19 - 18 giu 2020
Contatta i nostri uffici per scoprire se hai diritto al contributo a fondo perduto di 1000€ previsto dall'Articolo 25 del DL Rilancio (DL n.34 del 19 Maggio 2020).
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Speciale Coronavirus COVID19 - 15 giu 2020
Via libera alle domande per chiedere il contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Rilancio e destinato alle imprese danneggiate dal Covid-19. Ne possono beneficiare anche gli agricoltori, in qualunque forma societaria, compreso chi integra la produzione con attività agricole connesse, o chi svolge attività eccedentarie rispetto al reddito agrario, nonché i titolari di partita Iva agricola fino a 7mila euro e, tra questi, anche gli agricoltori in regime cosiddetto di esonero.
Ne dà notizia Cia-Agricoltori Italiani, annunciando il lancio del mini portale https://ciaiutaleimprese.cia.it/ a cui le aziende del settore e tutti i soggetti interessati potranno chiedere assistenza e consulenza per verificare il diritto al contributo e per seguire l’iter istruttorio della pratica, fino alla trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate.
Per ottenere il bonus, infatti, si deve compilare elettronicamente la domanda, direttamente o attraverso un intermediario fiscale, a partire da oggi fino al 24 agosto.
Quanto ai requisiti per richiedere il fondo a sostegno delle perdite subite a causa di Coronavirus e lockdown, bisogna dimostrare una riduzione di almeno il 33% del fatturato conseguito nel mese di aprile 2020 rispetto al mese di aprile 2019, e non bisogna aver conseguito nel 2019 ricavi o compensi superiori a 5 milioni di euro.
Il contributo viene commisurato all’ammontare della perdita -ricorda Cia- applicando a tale somma una percentuale che varia dal 20% al 10%, per un importo riconosciuto che va da un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e 2.000 euro per le imprese.
“Cia è al fianco delle aziende agricole italiane, ancora di più in questa fase -spiega il presidente nazionale Dino Scanavino- e vuole aiutare tutti gli agricoltori a risollevarsi dalla crisi causata dall’emergenza Covid-19. Proprio per questo, siamo scesi in campo anche con questo portale per fornire tutta l’assistenza necessaria ad accedere in maniera tempestiva ed efficace alle misure messe in campo dal Governo per il sostegno alla liquidità delle imprese”.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 10 giu 2020
Servono risorse per puntare sull’assistenza territoriale dopo le ferite lasciate dall’emergenza sanitaria scaturita dal Covid-19. Per questo motivo, Cia-Agricoltori Italiani appoggia l’emendamento al Dl Rilancio presentato a seguito della proposta di Cittadinanzattiva, per finanziare il potenziamento delle cure domiciliari tramite la revisione del regime fiscale agevolato sui prodotti da tabacco riscaldato.
Il decreto Rilancio ha, infatti, affidato alle Regioni la riorganizzazione della rete di cura domiciliare dei pazienti cronici, anche grazie all’istituzione della nuova figura dell’infermiere di famiglia. Così l’infermiere, protagonista in trincea conto Covid-19, potrà diventare la figura di riferimento per lo sviluppo dei servizi territoriali, al fine di salvaguardare lo stato di salute dei cittadini. Secondo Cia, occorre rafforzare queste misure di assistenza con un piano pluriennale che doti di maggiori risorse l’insieme dei trattamenti domiciliari che rendono migliore la qualità di vita, con un’attenzione particolare ai cittadini che vivono nelle aree interne del Paese.
Per finanziare tale piano, Cia sostiene la proposta di Cittadinanzattiva per il ripristino delle accise sul tabacco riscaldato, a oggi molto più basse in virtù di una presunta minor dannosità che non ha riscontri scientifici. Le sigarette elettronica beneficiano, infatti, di uno sconto fiscale pari al 75% rispetto alle sigarette tradizionali da combustione, che crea attualmente uno squilibrio nel mercato dei tabacchi lavorati. Lo sconto di cui godono le grandi multinazionali tabacco potrebbe, invece, essere utilizzati per coprire i costi di questo ambizioso disegno per una vera e propria rivoluzione dell’assistenza socio-sanitaria territoriale.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 10 giu 2020
Per rilanciare il Made in Italy sui mercati esteri, dopo il freno imposto dall’emergenza Coronavirus, c’è bisogno di azioni unitarie tempestive e strategie commerciali innovative, che puntino sempre di più sui canali digitali. Così Cia-Agricoltori Italiani, tra le organizzazioni firmatarie del “Patto per l’Export” da 1,4 miliardi di euro, siglato oggi alla Farnesina con i ministri, gli enti e le associazioni coinvolte.
“Abbiamo aderito con convinzione al piano lanciato dal ministro Di Maio -afferma il vicepresidente nazionale Cia, Mauro Di Zio, alla cerimonia di firma del Patto-. Mai come ora, è necessario tutelare e promuovere il valore del nostro export a livello internazionale, partendo proprio dall’agroalimentare, che nell’ultimo anno ha registrato l’ennesimo record sfiorando quota 45 miliardi di euro, a dimostrazione della qualità e della strategicità del cibo Made in Italy all’estero”.
Quanto ai contenuti del Patto, per Cia è indispensabile operare in modo unitario, in primis per superare la frammentazione del sistema di promozione internazionale italiano, con il coordinamento delle attività tra livello centrale e livello territoriale (Regioni, Camere di Commercio, enti di promozione), affinché vi sia un’azione coordinata, univoca e integrata a livello internazionale.
Bene, poi, la spinta verso l’utilizzo sempre maggiore delle tecnologie digitali come nuova modalità di incontro tra buyer e imprese, ma questo richiede il superamento del digital divide con le aree interne del Paese, affinché vi sia la disponibilità di una reale dotazione infrastrutturale anche nelle aree rurali, elemento cruciale della competitività delle aziende agricole a livello globale.
In tal senso, Cia ha avviato da tempo un Piano di internazionalizzazione delle aziende associate per facilitarne l’accesso sui mercati stranieri, attraverso un programma consistente di attività di formazione, WebB2B e servizi. Parallelamente, Cia ribadisce il suo impegno nella costruzione di un percorso di accompagnamento delle imprese verso la tutela della proprietà intellettuale dei prodotti italiani a livello internazionale, in partnership con il Centro Studi Anticontraffazione, sempre più necessaria sia nelle partecipazioni a manifestazioni fieristiche che nella commercializzazione su piattaforme e-commerce e negli eventi promozionali digitali.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 26 mag 2020
Dopo l’emergenza Coronavirus, il Dl Rilancio varato dal governo per la fase 2, è di estrema importanza per traghettare l’Italia fuori dal lockdown e dai suoi effetti negativi sull’economia. Per questo, Cia-Agricoltori italiani, che oggi è intervenuta in audizione in Commissione Agricoltura della Camera, ritiene fondamentale che le misure messe in campo per il settore produttivo e, in particolare, per l'agricoltura, trovino soluzione in tempi brevi.
‘’Ora, infatti, -secondo il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- per il settore agricolo e agroalimentare non è più il tempo delle attese. Dopo aver dimostrato grande tenuta durante il periodo emergenziale, garantendo cibo sano e di qualità agli italiani, occorre assicurargli, fattivamente, misure che sostengano i comparti più danneggiati ed esposti e che sappiano accompagnare le aziende in una fase inedita di consumi’’.
Cia sostiene, dunque, come adesso, sia cruciale il lavoro parlamentare di conversione in legge del Decreto. Ciò, per intervenire su una serie di elementi, sia nell'ambito del capitolo dedicato alle misure agricole, sia in quello trasversale applicabile a tutte le attività produttive.
‘’In quest'ottica -sottolinea Scanavino- è opportuno, in primo luogo, che il Fondo emergenziale a tutela delle filiere in crisi, possa essere gestito in maniera efficace, andando a risarcire le perdite dei comparti in sofferenza e sia, al tempo stesso, attuato in tempi rapidi’’.
Inoltre, guardando in prospettiva e al tema specifico della sostenibilità ambientale, resta auspicabile la possibilità di estendere alcune misure previste dal Superbonus energetico alle attività produttive. Tali misure, infatti, avrebbero un duplice effetto, potrebbero contribuire all’efficientamento energetico di molte aziende agricole, ma anche all’attivazione di un interessante indotto necessario alla relativa attuazione.
Cia richiama poi, l’attenzione del governo sul settore agrituristico che, per via dell’azzeramento delle entrate reddituali, merita tutti gli sforzi affinché le misure previste siano di semplice applicazione e realmente efficaci per gli operatori.
Si conferma necessario, per Cia, anche il sostegno al Made in Italy, attraverso strumenti orientati sia al consumatore sia al rilancio dei prodotti agricoli italiani, all'interno del canale commerciale Horeca che sta tentando di ripartire dopo la lunga chiusura.
Cia ricorda, infine, quanto sia importante per le aziende agricole poter usufruire degli aiuti previsti nelle misure orizzontali a fondo perduto, ma è necessario che vengano stabilite le risorse ad hoc per i vari comparti.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 21 mag 2020
L’agricoltura vuole essere protagonista e contribuire all’attuazione del Green New Deal, ma gli obiettivi ambiziosi e gli sforzi richiesti dall’Europa per giungere a una transizione verde, da qui al 2030, devono necessariamente essere accompagnati da alternative produttive innovative e da risorse adeguate al nuovo modello di sviluppo. Così Cia-Agricoltori Italiani, in occasione della pubblicazione oggi, da parte della Commissione Ue, della Strategia “Farm to Fork” e della Strategia sulla Biodiversità.
Entrambe le Strategie, e in generale tutte le misure che fanno parte del Green Deal, avranno ricadute economiche molto rilevanti sul settore primario. Per questo -spiega Cia- anche in vista della presentazione il 27 maggio del nuovo quadro finanziario pluriennale dell’Ue, deve essere chiaro che non possono esserci tagli al budget agricolo. Anche durante questa fase emergenziale, con la pandemia del Coronavirus, è stata dimostrata l’importanza di avere una Politica agricola comune a tutti gli Stati membri, in grado di garantire approvvigionamenti nel mercato interno e cibo sano e di qualità. La Pac, quindi, dovrà essere dotata di congrui finanziamenti, così come ci dovranno essere risorse appropriate per l’agricoltura anche nel Piano di rilancio dell’Europa.
L’emergenza vissuta in questi mesi ha dimostrato ancora una volta la centralità del sistema produttivo agricolo e la necessità di fare in modo che l’Ue possa continuare ad assicurare un adeguato livello produttivo e diminuire la dipendenza dall’import per rispondere alle esigenze di sicurezza alimentare di tutti i consumatori europei. Preoccupano i target che propone la Commissione, a partire dalla diminuzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030, anche perché non sono accompagnati da una valutazione d'impatto sul sistema produttivo. Per non mettere a rischio la competitività del settore che si è rivelato strategico, la transizione verso un’agricoltura più verde deve tener conto delle tempistiche dei processi produttivi, così come del progresso scientifico e tecnologico.
Bisogna, quindi, garantire agli agricoltori europei strumenti alternativi per continuare a produrre, per contrastare i cambiamenti climatici così come nuovi parassiti e malattie, e allo stesso tempo rimanere competitivi e mantenere un adeguato livello di produzione in tutta Europa.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 19 mag 2020
Nel Dl Rilancio del Governo non è prevista alcuna azione concreta a favore dei pensionati con assegni al minimo. E’ l’allarme lanciato da Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani che, pur apprezzando spirito e finalità del Decreto per la ripresa delle attività produttive e il sostegno economico alle famiglie in difficoltà e alla sanità sul territorio, lamenta le gravi carenze sul fronte degli aiuti agli anziani.
Nonostante con l’emergenza Coronavirus si siano moltiplicati fenomeni di disagio sociale e nuove povertà, soprattutto fra i pensionati al minimo (oltre 2 milioni di persone con assegni da circa 500 euro) -spiega l’Anp- il REM o reddito di emergenza esclude dal beneficio i titolari di pensione diretta o indiretta, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità. Anzi, questa nuova formulazione, con l’esclusione esplicita dei pensionati, anche di quelli al minimo, sembra persino peggiorare i criteri di accesso rispetto ai requisiti della pensione di cittadinanza che, fino ad aprile 2020, ha riguardato appena 127.984 nuclei familiari, con 145.245 persone coinvolte. E dalla quale la stragrande maggioranza dei pensionati ex-agricoltori, per il solo possesso del terreno di produzione e della casa di abitazione, ne è stata esclusa.
L’Anp-Cia chiede che l’azione del Governo abbia un carattere strategico e di più ampio respiro. Ovvero contrasto alla povertà e al disagio sociale, sostegno all’economia e al rilancio produttivo, progettazione di un ritorno graduale della vita sociale in sicurezza per tutte le fasce della popolazione, comprese le persone anziane.
In tal senso, l’Anp respinge l’idea di prevedere una prosecuzione dell’isolamento domiciliare degli anziani secondo un criterio anagrafico, non essendo solo l’età a definire la condizione di fragilità fisica. Occorre, invece, differenziare e creare tutte le condizioni di precauzione e di dotazione delle protezioni necessarie per difendersi dai possibili contagi. Tanto più -ricorda l’Associazione pensionati di Cia- che gli anziani continuano a svolgere una funzione di sostegno alla vita familiare, ancora più importante nell’ambito della ripresa delle attività produttive e con le scuole ancora chiuse.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 13 mag 2020
Realizzare programmi di microcredito agricolo e favorire l’utilizzo di tutti gli strumenti propri del microcredito e della microfinanza, per sostenere la liquidità di imprese e famiglie soprattutto in questo momento di emergenza a causa del Coronavirus. È l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato oggi a Roma, in una videoconferenza online, dal presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino e dal presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito (ENM) Mario Baccini.
Il protocollo, che avrà durata di tre anni, vuole facilitare l’accesso al credito per cittadini e produttori, nonché supportare le esigenze finanziarie delle aziende agricole, ad esempio attraverso l’anticipazione dei fondi Ismea. “Siamo consapevoli di quanto la liquidità per le imprese sia essenziale, ora, per proseguire le attività -hanno dichiarato i presidenti Scanavino e Baccini-. L’accordo è un mezzo per sostenere le aziende in una fase di grande difficoltà, così come le famiglie più esposte”.
Tra gli obiettivi dell’intesa tra Cia e ENM, infatti, c’è anche l’inclusione sociale e finanziaria delle persone in condizione di particolare vulnerabilità, attraverso la promozione del microcredito sociale.
Quanto, invece, agli interventi dedicati al settore primario, le due organizzazioni si impegnano a promuovere e agevolare, in particolare, le attività di finanziamento alle microimprese agricole tramite lo strumento del microcredito rurale assistito dalla garanzia Ismea; le opportunità di finanziamento di giovani imprenditori tra i 18 e i 29 anni attraverso la messa a disposizione della Garanzia Giovani
Secondo il protocollo d’intesa, Cia ed Ente Nazionale per il Microcredito potranno anche fare attività di analisi e ricerca e studi finalizzati a individuare nuove soluzioni e nuovi prodotti di supporto ai cittadini e alle imprese. In più, per promuovere l’educazione finanziaria e lo sviluppo della cultura imprenditoriale, realizzeranno insieme attività convegnistiche, focus group e attività seminariali; corsi di formazione; corsi di Master o corsi Executive in materia di microfinanza e finanza d’impatto; iniziative congiuntamente realizzate e sostegno della divulgazione dei propri principi e valori; presentazione di policy papers presso gli organismi istituzionali e non, ai diversi livelli di governance.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 12 mag 2020
Il governo attivi il bonus “donne in campo”, misura prevista nella legge di bilancio 2020-2022 e annunciata, lo scorso novembre, dalla ministra per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova. A chiederlo e sottolinearne l’importanza, soprattutto in questa “fase 2” dell’emergenza Coronavirus, è Pina Terenzi, presidente di Donne in Campo, l’Associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani.
“Sarebbe un’importante boccata d’ossigeno per oltre 200 mila aziende agricole al femminile, attive in Italia tra settore vitivinicolo, zootecnico e ortofrutticolo, ora ancor più in difficoltà a causa del lockdown” sottolinea Pina Terenzi, riferendosi a quanto stabilito dalla misura, un fondo rotativo da 15 milioni per garantire mutui a tasso zero, fino a 300 mila euro, alle imprenditrici agricole o a quelle che vogliano diventarlo.
“Quel 40% di forza lavoro rappresentato dalle donne in agricoltura -commenta Terenzi- potrebbe, finalmente, usufruire di un incoraggiamento, oggi più che mai, necessario”.
“Il bonus ‘donne in campo' -aggiunge il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- può essere, infatti, un valido riconoscimento nei confronti dell’imprenditoria femminile che nel nostro Paese, ha avuto il merito di trasformare la creatività, in vera innovazione economica e sociale: dall’agriturismo alla vendita diretta, dall’agricoltura sociale alla tutela e commercializzazione della biodiversità, fino agli agri-asili e allo sviluppo degli agritessuti.
“Inoltre, supportare le donne con un aiuto concreto per investire nella trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e, quindi, anche in ricerca e innovazione -continua Scanavino- sarebbe, in questo momento, espressione di una reale visione strategica, capace di dare slancio alla ripresa economica, grazie all’apporto delle migliori energie del Paese. E' per questo che il bonus ‘donne in campo’ -conclude Scanavino- deve avere urgente attivazione”.
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Speciale Coronavirus COVID19 - 05 mag 2020
Una sanatoria per regolarizzare gli immigrati e gli irregolari per farli lavorare nei campi, già nel decreto di maggio, il Cura Italia bis. Cia-Agricoltori Italiani accoglie con grande favore le dichiarazioni odierne della Ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, per una risposta immediata alla richiesta di manodopera delle aziende agricole italiane, a seguito dell’emergenza Coronavirus.
“Ha ragione la ministra Bellanova, siamo noi ad avere bisogno degli immigrati –dichiara il presidente Cia, Dino Scanavino-. Ma è necessario che la regolarizzazione si concretizzi subito, velocizzando e semplificando le procedure senza intralci burocratici. Se non si agisce in fretta, la sanatoria rischia di avere effetto fra troppi mesi, quando la stagione della raccolta sarà terminata e i prodotti saranno abbandonati nei campi per mancanza di forza lavoro, con la conseguenza per le famiglie di trovare scaffali vuoti nei supermercati”.
Secondo le stime di Cia, un provvedimento di regolarizzazione, che in Italia manca dal 2012, oltre a coinvolgere una platea di almeno 150mila operai agricoli e a inserire in una cornice di legalità i lavoratori già presenti nel nostro Paese, potrebbe portare nelle casse dello Stato anche nuove entrate per 1,2 miliardi di euro, tra Irpef e contributi previdenziali. L’idea è quella di prevedere, alla stipula del contratto, il pagamento di un contributo forfettario da parte del datore di lavoro e il rilascio del permesso di soggiorno per il lavoratore.