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In Evidenza - 04 feb 2021
Ue: Cia, bene Piano d’azione contro il cancro. Valorizzi Dieta Mediterranea
E’ positivo il Piano d’azione contro il cancro presentato dalla Commissione Ue, occorre però valorizzare meglio la Dieta Mediterranea, non classificando i cibi in ‘buoni’ o ‘cattivi’, ma ragionando in termini di regimi alimentari corretti o meno, come universalmente riconosciuto dal mondo scientifico. Così Cia-Agricoltori Italiani ribadendo, anche in occasione dell’odierna Giornata mondiale contro il cancro, la necessità di una comunicazione più efficace che avvicini il mondo agricolo ai cittadini e sostenga, come l’organizzazione sta già facendo con il progetto “Il Paese che Vogliamo”, l’operato delle campagne per la prevenzione.
Per Cia, infatti, occorre un intervento più incisivo in termini di informazione e comunicazione, facendo per esempio chiara distinzione tra fumo e consumo di carne o alcolici, come il vino. Non possono in alcuno modo essere equiparati, trattandosi nel secondo caso, a differenza del primo, di alimenti di cui si possono discutere le quantità, ma non le qualità che ne fanno eccellenze del Made in Italy e della catena alimentare mediterranea. Inoltre, sempre per quanto riguarda la carne rossa e il vino, eliminarne la promozione, come pare voglia fare la Commissione Ue, potrebbe più che eliminare la scelta, accentuare un’errata consapevolezza del giusto apporto nutrizionale.
Dopo un anno d’emergenza sanitaria è dunque importante, secondo Cia, tornare a mettere a fuoco la salute delle persone che passa per lo screening delle malattie, ma anche per la promozione di corretti stili di vita e di un’alimentazione sana e diversificata. Il Piano d’azione Ue, in questo senso, può essere la giusta occasione.
In conclusione, precisa Cia, da una parte, va preservata la Dieta patrimonio Unesco da più di dieci anni, schema alimentare basato su varietà e biodiversità degli alimenti e stagionalità dei prodotti, nonché su un legame unico con il territorio e la sua cultura. Dall’altra, va capitalizzato il ruolo che sono tornate a svolgere, sull'equilibrio psicofisico delle persone, le aree rurali d’Europa. Durante lockdown e restrizioni vincono, infatti, per condizioni ambientali migliori, sebbene con ancora troppe difficoltà nell'ambito dei servizi, soprattutto sanitari. E’ tempo, infine, di supportare questo processo con più formazione ed educazione alimentare, innovando nella promozione e sviluppando sistemi alimentari più resilienti al cambiamento.
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In Evidenza - 30 gen 2021
Rinnovato per il 2021 l’accordo Cia-Fca per l’acquisto di autoveicoli nuovi
Rinnovato l’accordo Cia-Fca anche per il 2021 per l’acquisto di autoveicoli nuovi a condizioni vantaggiose. Nel file in allegato tutti i dettagli.
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In Evidenza - 27 gen 2021
Recovery: Cia, agricoltura protagonista del Piano con i giovani al centro
L’agricoltura può giocare un ruolo da protagonista per uscire dalla crisi scatenata dalla pandemia e guardare a una ripresa più sostenibile e digitale. Inserite in progetti concreti, innovativi e trasversali, le risorse del Recovery Plan, di cui almeno 2 miliardi al settore primario, possono fare da moltiplicatore per costruire un nuovo modello di sviluppo socio-economico e ambientale dei territori italiani, rilanciando le aree rurali, che rappresentano più della metà della superficie nazionale. Lo ha detto il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, in audizione in Commissione Agricoltura alla Camera sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un obiettivo fondamentale anche per le nuove generazioni, che “sono il futuro del Paese”, ha aggiunto, sostenuto dal presidente dell’Agia, l’associazione dei giovani di Cia, Stefano Francia.
“Il ruolo dell’agricoltura si evolve oggi in molte direzioni, non solo quella produttiva che resta evidentemente centrale, come dimostrato in questi mesi con il settore garante dell’approvvigionamento di cibo -ha spiegato Scanavino- ma contribuisce alla tenuta dei territori e, ora, può fare da perno dello sviluppo integrato del Paese, in un’ottica di sistemi interconnessi, con l’obiettivo di aumentare la competitività del sistema alimentare, ma anche di produrre energia da fonti rinnovabili, tutelare il paesaggio, salvaguardare suolo e foreste per prevenire il dissesto idrogeologico, migliorare la sostenibilità dei processi produttivi con nuove tecnologie digitali, blockchain e rinnovo parco macchine, puntare sul turismo rurale con gli agriturismi e le fattorie sociali, didattiche e sportive”. Ovviamente, per fare tutto questo, “servono investimenti dedicati alle grandi infrastrutture e alle direttrici di trasporto”, ha evidenziato Scanavino, nonché immaginare “un’autorità centralizzata di gestione del territorio presso la Presidenza del Consiglio, per superare i limiti del sistema delle bonifiche e rimettere in sicurezza il Paese, evitando nuove emergenze e tragedie legate al maltempo”.
Quanto alle misure specifiche del PNRR, è stato Francia a indicare in audizione le priorità dei giovani Cia. Sulla digitalizzazione “bisogna verificare l’accesso e implementare l’ultimo miglio nelle aree interne -ha detto il presidente Agia- e sostenere l’utilizzo delle rilevazioni satellitari a supporto dell’agricoltura di precisione”. Apprezzato, poi, “il richiamo all’imprenditoria giovanile in agricoltura sia per la per rivitalizzazione dei siti minori, delle aree rurali e delle periferie, oltre che per gli interventi speciali di coesione territoriale -ha continuato- per cui si richiede la connessione con politiche per l’accesso alla terra”. Sulla scia dell’ospitalità diffusa, inoltre, “si può prevedere l’impiego dei fabbricati rurali nelle aree interne anche per creare le Case di Comunità previste nel capitolo Salute per il potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale”. Sulla transizione verde, ha aggiunto Francia, “occorre una progettazione integrata di formazione, ricerca e condivisione delle conoscenze, con un maggior protagonismo dell’agricoltura nella fissazione di CO2, visto che studi recenti hanno dimostrato come alcune coltivazioni, tipo vite e fruttiferi, se correttamente gestite, sono in condizione di fissare più anidride carbonica di un bosco” e “assicurare forme di premialità” in tal senso. Indispensabile, infine, “il coinvolgimento diretto degli agricoltori per la manutenzione del territorio e della risorsa idrica”, così come “la scelta di riformare gli Istituti tecnici e professionali. Per quelli a indirizzo agricolo -ha concluso il presidente dei giovani Cia- auspichiamo l’incremento delle ore professionalizzanti (meccanica, entomologia, patologia vegetale etc.) per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità”.
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In Evidenza - 26 gen 2021
Psr: l’Abruzzo evita il disimpegno ma resta in fondo alla classifica
La Regione Abruzzo è riuscita a spendere il 103% della dotazione finanziaria relativa agli anni 2015, 2016, 2017 del Psr (Piano di sviluppo rurale) evitando così il disimpegno automatico degli stanziamenti. Obiettivo di spesa raggiunto, ma non sufficiente a inserire l’Abruzzo tra le regioni virtuose. Essa infatti risulta in terzultima posizione per quanto riguarda l’avanzamento di spesa della dotazione complessiva poiché ha raggiunto solo il 47,27% delle risorse previste per la programmazione 2014-2020. A seguire, nella classifica, ci sono le Marche (41,79%) e la Puglia (41,74%).
Il disimpegno automatico è un meccanismo che scatta alla fine di ogni anno: le somme stanziate devono essere spese entro il 31 dicembre del terzo anno successivo all’anno dell’impegno di bilancio secondo la regola “N-3”. Quindi, le risorse impegnate nel 2015 dovevano essere erogate entro il 2018, quelle del 2016 entro il 2019 e via discorrendo. Nel 2020 tutte le regioni italiane hanno evitato di restituire fondi all’Unione europea grazie a uno sforzo importante concentrato negli ultimi mesi dell’anno, dove sono stati spesi 1,413 miliardi di euro, ad eccezione della Puglia che si vede costretta a restituire 95 milioni di euro.
In linea generale l’attuazione dei Piani di sviluppo rurale procedono a rilento con notevoli differenze tra le varie Regioni, le quali iniziano già a programmare il prossimo sessennio 2021-2027 avendo speso solo il 57,9% dello stanziamento 2014-2020. È necessario migliorare la gestione dei Psr cercando di alleggerire innanzitutto il peso burocratico snellendo le procedure e migliorando gli strumenti di accesso, oltre a maggiore lungimiranza nelle prossime programmazioni. Privilegiare misure strutturali rispetto a quelle “a superficie” garantirebbe una maggiore competitività delle imprese agricole le quali potrebbero beneficiare di aiuti concreti migliorando la propria dotazione strumentale ad esempio in termini di innovazionazione oppure sostenibilità ambientale.
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In Evidenza - 17 gen 2021
Governo: Cia, agricoltura strategica non può restare senza ministro
L’agricoltura resta senza un ministro di riferimento in un momento davvero complesso per il Paese, in cui il settore primario continua a mostrare tutta la sua strategicità, garantendo ogni giorno cibo fresco, sano e sicuro agli italiani. Così Cia-Agricoltori Italiani interviene sulle dimissioni della ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova.
“Non possiamo che auspicare tempi rapidissimi nel ripristinare la guida del Mipaaf e risolvere la crisi di governo -spiega il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. Le aziende agricole, così come i cittadini, hanno bisogno di certezze e di stabilità, per continuare a fronteggiare la pandemia in atto e imboccare la strada della ripresa”.
Intanto, ha aggiunto Scanavino, “vogliamo ringraziare la ministra Bellanova, con cui abbiamo sempre collaborato in maniera costruttiva, per il lavoro fatto e l’impegno profuso a tutela e sostegno del settore agroalimentare e di tutta la filiera”.
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In Evidenza - 11 gen 2021
Maltempo: Cia, aree rurali ostaggio della neve. Subito piano di messa in sicurezza
Prosegue l’ondata di maltempo che sta investendo tutta Italia con piogge e neve anche a quote basse e soprattutto al Centro-Sud con ripercussioni assai preoccupanti soprattutto per le aree rurali e di montagna, dove copiose nevicate, frane e smottamenti stanno mettendo a dura prova centri abitati e aziende agricole. Strade chiuse e tralicci divelti, rischiano di tenere troppo a lungo in isolamento famiglie e attività produttive. Lo segnala Cia-Agricoltori Italiani che sta costantemente monitorando la situazione e, mentre fa la conta dei danni ormai di svariati milioni di euro, ricorda al Governo l’urgenza di un Piano nazionale di manutenzione del territorio con programmi che possano trovare spazio nel Recovery Fund.
Al momento, fa sapere Cia, la situazione è critica per la Garfagnana alle prese con una nevicata che non si ricordava da decenni e ora a rischio frane, in particolare in provincia di Lucca, nel territorio della Valle del Serchio, nel comune di Gallicano e in quello di Fabbriche di Vergemoli. Nel frattempo, già dalla scorsa settimana, è stato chiesto lo stato d’emergenza per le zone di montagna del pistoiese, tra cui Abetone Cutigliano, dove oltre 2 metri di neve stanno facendo emergere tutte le criticità infrastrutturali e strutturali del territorio.
Gli oltre 50 cm di neve della scorsa notte tengono, invece, in ostaggio l’Alto Maceratese e il territorio di Fermo, nelle Marche delle zone terremotate. Qui, la situazione, già precaria dopo il terremoto, rischia di precipitare a causa di frane e strade chiuse, mettendo in difficoltà i piccoli centri e gli imprenditori agricoli della zona.
In stato d’allerta anche la Liguria con temperature sotto lo zero, fino a meno 7 nel savonese e raffiche di vento che arrivano a 102 km orari. Preoccupa anche la frana in Irpinia che ha rotto la condotta del gas metano a Montefalcone in Val Fortone. Anche la Sardegna è sotto osservazione. Le ripetute piogge e la neve stanno mettendo in allarme gli agricoltori che fanno appello alle istituzioni. Allerta gialla sopra i 500-800 metri in Abruzzo, Molise, nelle zone orientali del Lazio, in Umbria, Emilia-Romagna e Toscana.
“Non smetteremo mai di segnalare la situazione di criticità estrema che sta vivendo il territorio italiano -ribadisce il presidente di Cia, Dino Scanavino-. Il problema non sono solo i danni al settore primario, è che ancora oggi quasi 7.000 comuni e 150.000 imprese agricole sono esposti a rischi ambientali. E ci sono più di 6 milioni di cittadini che risiedono in aree soggette a frane e alluvioni”.
Infine, guardando anche alle previsioni pessime per i prossimi giorni, il presidente Scanavino avverte: “Non è più rinviabile un Piano nazionale di manutenzione e di governo del territorio, che sia capace di far fronte alla drammatica questione del rischio idrogeologico legato a fenomeni climatici incontrollabili e sempre più frequenti. Un Piano, lanciato con il nostro progetto ‘Il Paese che Vogliamo’, che attivi un dialogo costante con le strutture e i protagonisti delle aree interne, a partire dagli agricoltori; sia sotto la regia della Presidenza del Consiglio e non di un singolo ministero; attinga -conclude Scanavino- risorse necessarie alla messa in sicurezza dell’Italia con un progetto inserito nel Recovery Fund”.
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