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In Evidenza - 02 gen 2022

Latte: Cia, riunione di filiera deludente. Serve focus su obiettivo comune

Una riunione inefficace e alla ricerca di cavilli inaccettabili. La filiera lattiero-casearia merita più rispetto, così come l’ok arrivato dall’Antitrust al protocollo d’intesa che consente agli allevatori di raggiungere il prezzo di 41 centesimi al litro e introduce il “premio emergenza stalle” di 3 centesimi al litro. L’accordo è valido fino al 31 marzo, l’emergenza è adesso e non c’è altro tempo da perdere. Questo il commento deluso di Cia-Agricoltori Italiani al termine dell’incontro di questa mattina, prontamente convocato dal Mipaaf proprio per passare rapidamente alla parte operativa dell’intesa.

          Invece, spiega Cia, tutto l’impegno rinnovato dal ministero e da non poche organizzazioni di settore per dare concretezza a un Tavolo di filiera tanto difeso e atteso, è stato vanificato da un dibattito privo della volontà di lavorare veramente per un obiettivo condiviso. 

          In ballo, continua Cia, ci sono le sorti di un settore che vale 16 miliardi, la tenuta di aziende che stanno faticosamente sostenendo una crisi senza precedenti e un aumento dei costi delle materie prime già al 50%. E’ auspicabile -conclude Cia- maggiore senso di responsabilità e lungimiranza, necessarie subito e, soprattutto, in vista della nuova riunione prevista per il 5 gennaio prossimo. 



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In Evidenza - 02 gen 2022

Capodanno: Cia, quasi 2 mld per la tavola. Feste a casa per due italiani su tre

L’aumento boom di contagi e quarantene, le feste in piazza saltate e la pioggia di disdette per viaggi e veglioni, spengono il Capodanno alle porte. La variante Omicron spinge le famiglie a restare a casa: secondo Cia-Agricoltori Italiani, nonostante l’assenza di divieti su spostamenti e numero di invitati, saranno oltre due italiani su tre a festeggiare tra le mura domestiche, con (pochi) amici e parenti, per una spesa alimentare stimata di quasi 2 miliardi di euro complessivi, in linea con l’anno scorso, tra cenone del 31 dicembre e pranzo del primo gennaio. Mentre solo il 15% degli italiani si prevede sceglierà ristoranti, locali o agriturismi per celebrare l’arrivo del 2022.

            A vincere, in ogni caso, sarà la cucina classica del territorio con tutti i piatti simbolo: quindi cotechino e zampone (con una preferenza più marcata per il primo e un consumo totale di 4 milioni di chili) ma soprattutto lenticchie, tradizionali e convenienti, che toccano proprio l’ultimo dell’anno il picco massimo di consumo con circa 5 milioni di chili. Il tutto accompagnato dalle immancabili bollicine, rigorosamente italiane nel 90% dei casi, con 86 milioni di bottiglie stappate da Natale fino al nuovo anno. D’altra parte -ricorda Cia- le feste valgono di solito il 35% delle vendite annuali di sparkling in Italia e anche in questo 2021, nonostante tutto, il settore regge. Nella “top 10” dei prodotti tipici della notte che saluta l’anno, ci saranno anche pasta fresca, panettone e pandoro, salsicce, pesce azzurro e capitone, frutta secca.

            Soffrono invece, sotto l’ondata Omicron, i 24.000 agriturismi italiani, ormai parte integrante della filiera turistica nazionale. La ricettività del mondo agricolo -ribadisce Cia con la sua associazione di riferimento Turismo Verde- conta già oltre il 40% delle disdette tra Natale e l’Epifania. Una perdita, in media, di circa 25 mila euro per ogni struttura in soli 10 giorni, tra mancati pasti e pernotti. Resta l’opportunità della consegna a domicilio, di prodotti agricoli freschi, conserve e piatti pronti, che l’organizzazione sostiene e garantisce insieme al suo network di produttori con l’Agridelivery sul portale dalcampoallatavola.it.



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In Evidenza - 29 dic 2021

Latte: Cia, ok Antitrust su accordo. Ora avanti con rapida attuazione

Si chiuda finalmente in positivo l’ennesimo anno nero della filiera lattiero-casearia. L’accordo faticosamente raggiunto a novembre, definendo il “premio emergenza stalle” fino a 3 centesimi al litro, trovi ora rapida attuazione per salvare gli allevatori dall’aumento dei costi delle materie prime (rialzi tra il 30% e il 50%). Cia-Agricoltori Italiani prende così atto del parere positivo espresso dall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato sul Protocollo siglato dalla filiera e rilancia la sfida di una reale accelerata all’intesa per dare ossigeno a un settore da 16 miliardi.

Per Cia, infatti, l’ok dell’Antitrust arriva a ridurre drasticamente i tempi già troppo lunghi sull’accordo per il prezzo del latte e non dà più scampo a tutte le parti coinvolte, organizzazioni agricole, cooperative, industria e grande distribuzione, affinché si passi attraverso il tavolo di filiera al Mipaaf, a una vera concertazione per l’applicazione del protocollo.

Bene, quindi, per Cia il tempestivo intervento in materia da parte del ministro Patuanelli e anche la convocazione di una nuova riunione al Ministero, prevista per il 30 dicembre. Permette di procedere senza indugi in una fase già troppo critica per l’economia del Paese a causa del perdurare della pandemia. 



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In Evidenza - 27 dic 2021

Agriturismi: Cia, con aumento contagi disdette oltre il 40%. Capodanno a picco

 Effetto domino della nuova variante anche sugli agriturismi, ormai parte integrante della filiera turistica Made in Italy, piegata da un’escalation di criticità per l’aumento dei contagi che hanno imposto ulteriori restrizione. La ricettività del mondo agricolo, infatti, conta già oltre il 40% delle disdette tra Natale e l’Epifania, una perdita, in media, di circa 25 mila euro in 10 giorni e un Capodanno a picco da recuperare, forse, puntando sulla consegna a domicilio. Sotto l’ondata Omicron, questo il quadro della situazione tracciato da Cia-Agricoltori Italiani che insieme a Turismo Verde, sua associazione agrituristica, teme adesso una ripartenza lontana e sempre più in salita. 

Attese e ottimismo vacillano, dunque, anche nelle tante strutture agrituristiche d’Italia, 24 mila quelle di Turismo Verde-Cia, che nelle festività natalizie avevano riposto non poche speranze come occasione di ripresa per il comporta della ristorazione e dell’ospitalità. Invece, con oltre 50 mila casi al giorno, 6 mila voli cancellati anche per contagi tra gli equipaggi e 2 milioni di italiani in quarantena, sfumano via via 25 milioni di partenze programmate solo pochi mesi fa. 

Dati oggettivi e timori, sottolinea Cia, hanno chiaramente spinto famiglie, coppie e comitive a rivedere i programmi per le feste. Inoltre, tanti rientri imprevisti causa contagi, lunghe file per i tamponi e, quindi, cambi di meta, ma anche arrivi dall’estero annullati, hanno finito non solo per incidere pesantemente sui pernotti, ma anche su pranzi e cene fuori casa, anche nelle vicinanze. L’isolamento per chi è entrato in contatto con positivi, sta sgretolando in queste ore, la convivialità pianificata per  la notte di San Silvestro che, vietate le piazze e le feste nei locali, si pensava salva in ristoranti e agriturismi. 

Per Cia che guarda anche ai trend in tenuta, resta l’opportunità della consegna a domicilio e, quindi, dell’Agridelivery che l’organizzazione sostiene e garantisce insieme al suo network di produttori con dalcampoallatavola.it. Gli agriturismi di Cia, infatti, tornano a confermare quella versatilità e prontezza che sin dal primo lockdown ha permesso di fornire un servizio ai cittadini e di alimentare un’attività per natura inarrestabile sia nei campi che nelle stalle. 

Infine, Cia auspica che tra gennaio e febbraio, con i booster a 4 mesi e l’arrivo di 2,9 milioni di dosi, l’Italia recuperi strada sul fronte delle vaccinazioni per tornare davvero a progettare in modo più solido la primavera e l’estate 2022. L’appello è ancora una volta alle istituzioni perché facciano subito sistema con il territorio e aumentino le risorse del PNRR a disposizione per la ripresa del settore turistico italiano. 



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In Evidenza - 27 dic 2021

Lavoro: Cia, bene nuovo decreto flussi. Raddoppiano gli ingressi a 70 mila unità

Dopo le innumerevoli richieste a salvaguardia del lavoro e del raccolto nei campi, il decreto flussi 2021, appena firmato dal Governo come preannunciato dal premier Draghi, rappresenta un passo importante. Garantisce, infatti, 70 mila nuovi ingressi, il doppio rispetto allo scorso anno quando furono solo 30.850. Così Cia-Agricoltori Italiani commentando con molta soddisfazione l’ok al provvedimento che nella sostanza riconosce il valore della manodopera straniera e la sua strategicità per il comparto agricolo, ampiamente dimostrata anche in pandemia.  

La manodopera straniera, ricorda Cia, rappresenta ormai stabilmente un terzo della forza lavoro complessiva in agricolturaovvero 357.768 unità su circa 900 mila addetti totali, e concorre al 29,3% dell’occupazione complessiva in termini di giornate lavorate

Dunque, aggiunge Cia, nel decreto flussi 2021 - che riserva al settore agricolo e turistico alberghiero 42 mila unità e, nell’ambito di questa quota, 14 mila domande alle organizzazioni professionali, tra cui Cia - trovano ascolto le tante sollecitazioni delle imprese, ripetutamente in carenza soprattutto di stagionali.  

Ora, sottolinea Cia, le aziende agricole potranno pianificare un’adeguata organizzazione del lavoro che permetterà di gestire al meglio le prossime campagne di raccolta.

Questo provvedimento, conclude Cia, deve quindi rivelarsi un’opportunità per incentivare e rafforzare la spinta alla ripresa economica di un’agricoltura sempre più protagonista, ma ancora fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri. Si tratta di un passaggio chiave che guarda alle sfide imminenti per il settore e, in particolare, alla sua sostenibilità non solo da un punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale.  

 

Si attende ora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Le istanze potranno essere inviare dalle ore 9 del quindicesimo giorno successivo. 



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In Evidenza - 23 dic 2021

Natale: Cia, sale del 10% la spesa per la tavola a 2,8 mld. Traina la tradizione

La tavola delle feste regge i colpi della nuova ondata di Covid. Nonostante la paura per la variante Omicron, con l’aumento forte dei contagi e la stretta sul tavolo del governo, gli italiani spenderanno in totale più di 2,8 miliardi di euro per il carrello alimentare di Natale, ovvero il +10% rispetto al 2020 segnato da festività blindate, restrizioni agli spostamenti e coprifuoco. Queste le stime di Cia-Agricoltori Italiani, secondo cui oltre tre italiani su quattro trascorreranno tra le mura domestiche, con parenti e/o amici, le giornate dalla Vigilia a Santo Stefano.

            La situazione di incertezza economica dovuta alla pandemia, con i timori di nuove chiusure, insieme ai rincari delle materie prime con l’aumento di bollette e inflazione, spingono gli italiani a risparmiare -spiega Cia- senza però rinunciare alla buona tavola, soprattutto nei giorni di festa. A vincere, anche quest’anno, i menù della tradizione, con piatti locali e ricette regionali nel 75% dei casi. Quindi spazio a ragù, bollito, abbacchio e patate, verdure in pastella, tortellini in brodo, cappone, pandoro e panettone, torrone.

            Immancabile anche il classico cenone del 24 dicembre a base di pesce per quasi 17 milioni di famiglie -osserva Cia-. Proprio in questi giorni, si registra da sempre il consumo più elevato dell’anno di pesce, pur con marcate differenze territoriali: capitone in testa al Sud Italia, mentre al Nord trionfano i molluschi come moscardini e vongole veraci. Bene anche alici e baccalà, seguiti da sogliole, spigole, sarde, sgombri, triglie e seppie.

            Anche in queste feste, poi, spumante e prosecco Made in Italy batteranno lo champagne -aggiunge Cia- con il 90% circa dei brindisi tricolori e 86 milioni di bottiglie stappate per festeggiare da qui al nuovo anno.



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In Evidenza - 23 dic 2021

Natale: Cia, impennata prezzi pesce (+25%) con aumento consumi e rincari energetici. Italia divisa in 2, molluschi Vs. c

Il pesce non può mancare nelle tavole per il menu di Vigilia, malgrado i rincari (+25% in media rispetto all’anno scorsoche hanno colpito tutto il settore ittico, che riesce a fatica a soddisfare la domanda degli italiani, segnalata da Cia-Agricoltori Italiani in forte ascesa rispetto al Natale passatoA incidere sul prezzo anche gli aumenti delle materie prime che colpiscono tutta la filiera, da trasporti e logistica fino al packaging e alle cassette di imballaggio per il pesce. Sulle tavole di 8 italiani su 10 la sera del 24 sarà, dunque -nonostante i prezzi- un tripudio di pesci di mare e di acqua dolce, pescati o allevati, con ricette locali all’insegna della tradizione. Secondo Cia-Agricoltori Italianila scelta di prodotto ittico locale rappresenta sempre la migliore strategia per il consumatoreIl pescato a “filiera corta” subisce, infatti, in misura minore il rincaro dei costi energetici e offre garanzia di maggiore qualità, col rispetto di elevati standard di sicurezza e tutela ambientale.  

Per circa 17 milioni di famiglie la scelta del menù di pesce sarà orientata alle ricette della tradizione, che variano sensibilmente da Nord a Sud Italia. Capisaldi del consumo ittico nel cenone del Sud sono il polpo e il capitoneSe il primo si trova, attualmente, sui banchi a 20 euro al Kg, il secondo si attesta sui 25-30 euro, con una maggiorazione del prezzo dovuta anche al maltempo, che ne ha ridotto sensibilmente la cattura (dati: PescAgri, Associazione Pescatori Italiani di Cia). Mentre il polpo nella tradizione culinaria è considerato simbolo di ricchezza e ha bisogno di una lunga preparazione (per renderlo morbido va massaggiato con sale grosso per distenderne le fibre muscolari), “Sua Maestà” il capitone si vuole sia portato vivo in cucina e venga servito a metà del cenone sul vassoio più elegante. Il capitone, consumato quasi esclusivamente nel periodo natalizio, è l'esemplare femminile adulto dell'anguilla e raggiunge in media i 7 etti di peso. Anticamente, si credeva che proprio per la somiglianza con un serpente -simbolo demoniaco- il suo consumo contribuisse a proteggere dalle avversità e fosse propizio di un nuovo anno felice e sereno. La pelle ha uno strato gelatinoso che va eliminato (con panno o carta assorbente) e i pezzi -una volta tagliati- non devono superare i 5 cm. Andranno, poi, immersi in acqua ghiacciata, prima di essere o impanati e fritti, oppure cucinati alla griglia. I capitoni vengono catturati nel loro periodo di migrazione dai laghi al mare nelle zone lagunari, che sono principalmente due, le valli di Comacchio e il lago di Lesina.

In Nord Italia il consumo di pesce più diffuso nella cena di Natale è rappresentato, invece, dalla famiglia dei molluschi: vongole veraci (circa 25 euro/kg), canocchie (18 euro/kg) da mangiare fritte o bollite, moscardini (28 euro/kg) cucinati in umido o bolliti e fasolari (12 euro/kg). Non a caso, l’Italia è il settimo produttore mondiale di molluschi, superando le 100.000 tonnellate annue, con circa 800 impianti localizzati per un terzo in Veneto. La molluschicoltura rappresenta, infatti, la principale produzione italiana di prodotti ittici.  All’acquisto della vongola verace è molto importante fare attenzione ad alcune caratteristiche indice della sicurezza del prodotto, che non deve mai essere tenuto immerso in acqua, la confezione deve essere, infatti, sigillata e presentare relativa etichetta. Se venduto sfuso, il venditore deve prelevare il prodotto da confezioni di cui conserverà l’etichetta per i 60 gg successivi. Le vongole devono anche essere vive e vitali, con le valve ben chiuse e integre, in grado di opporre resistenza all’apertura e con rilascio di liquido intervalvare.

Per i secondi piatti del menu, a settentrione si prediligono pesci di pezzatura grossa (circa 2 kg): da spigole e orate, a dentici, rombi e pezzogne. I prezzi di questi prodotti oscillano, attualmente, fra i 40 e i 50 euro/kg.  A mettere, infine, d’accordo Sud e Nord c’è il baccalà (pesce, però, non locale ma di provenienza nord europea). La differenza è solo nella preparazione: di solito viene cucinato alla vicentina a Nord (in vendita essiccato a 30/35 euro), mentre si compra sotto sale (25 euro/kg) per la frittura classica alla napoletana.



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In Evidenza - 20 dic 2021

Natale: Cia, regali sì ma utili. Agroalimentare al top per il 50% delle famiglie

Il tradizionale cesto natalizio con i prodotti agroalimentari del territorio è tra i doni preferiti da trovare sotto l’albero per più di 12 milioni di famiglie, praticamente una su due. Lo dice Cia-Agricoltori Italiani, confermando che il cibo resta al top della classifica come idea regalo per le festività alle porte.  

            Nel secondo Natale di Covid, con le tredicesime impegnate prima di tutto a coprire mutui, tasse e bollette in aumento, l’83% degli italiani opta per regali utili, in un caso su tre declinati in chiave enogastronomica, con la scelta di doni “da tavola” a parenti, amici e colleghi -sottolinea Cia-. E vanno bene proprio i cesti di Natale, anche se in taglia ridotta rispetto al pre pandemia, che il 41% degli italiani riempirà con prodotti tipici e locali.

            Messe da parte le mode esterofile, infatti, vince assolutamente il Made in Italy e, tra i prodotti più gettonati, spuntano vino, spumante, panettone e torrone tradizionale, seguiti da salumi, conserve, olio extravergine d’oliva, miele, formaggi. Per una spesa complessiva -stima Cia- compresa tra i 650 e i 700 milioni di euro.

            Cambia anche la modalità di acquisto, molto più spinta verso il web, con l’aumento delle compere online, anche enogastronomiche, sui vari portali, tra cui il marketplace di Cia www.dalcampoallatavola.it in grado di offrire anche il servizio “Agridelivery” per la consegna a domicilio. Cresce anche lo shopping nei mercatini allestiti dagli agricoltori (+7%), con le aziende Cia de “la Spesa in Campagna” in prima fila, nelle zone rurali come in città. 



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In Evidenza - 16 dic 2021

Carbon farming: Cia, bene primo step Ue. Soluzione win-win, vantaggi per agricoltura e ambiente

I crediti di carbonio entrano ufficialmente nell’agenda politica europea, a conferma del ruolo imprescindibile del settore rurale nella sfida della sostenibilità. La Commissione Ue ha pubblicato oggi la Comunicazione sui cicli del carbonio sostenibili, cui seguirà una proposta legislativa entro il 2022. E’ il primo step ufficiale con cui l’Europa riconosce l’importanza del carbon farming, soluzione win-win che presenta vantaggi sia per l’ambiente che per il reddito degli agricoltori. Nel documento si prospettano le opportunità di un nuovo modello di business green che premia le best practice di agricoltori e silvicoltori che si traducono nell’immobilizzazione della CO2 da parte delle biomasse vegetali. Come è, infatti, noto, ogni albero attraverso il processo di fotosintesi può sottrarre circa 30kg di CO2 l’anno al comparto atmosferico, rilasciando -al contempo- circa 25 kg di ossigeno. Ciò rappresenta un vantaggio per la fertilità dei terreni e la resistenza delle colture, che può tradursi in fonte di reddito aggiuntivo per gli agricoltori. Cia-Agricoltori Italiani accoglie, dunque, con soddisfazione la decisione della Commissione in merito alle azioni chiave da compiere, a partire dalla definizione di standard di certificazione che porteranno a riconoscere il valore del mercato dei crediti di carbonio generato da queste pratiche virtuose.

Cia chiede, ora, un accelerazione dell’iter legislativo europeo che porti regole chiare, per evitare frodi (vendite multiple) e speculazioni finanziarie nella commercializzazione dei crediti, garantendo trasparenza ed efficacia. Così il presidente Cia, Dino Scanavino: “La gestione sostenibile dei terreni può avere un ruolo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici. Il sistema di certificazione dovrà definire degli standard di contabilizzazione del sequestro di carbonio per ogni tipologia di azienda agricola e quali saranno le modalità con cui gli agricoltori riceveranno le premialità. Le questioni che si aprono sono complesse –chiosa Scanavino-, i nuovi strumenti finanziari riusciranno ad attrarre una massa critica di aziende o potranno beneficiarne solo pochi grandi agricoltori in grado di adottare le tecnologie necessarie al monitoraggio della riduzione di emissioni? E, soprattutto, si chiarisca se le nostre aziende agricole riceveranno crediti anche per tutto quello che hanno fatto in passato per ridurre le emissioni di gas serra”.



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In Evidenza - 14 dic 2021

Agriturismi: Cia, ripresa per il 70% delle aziende. Buone prospettive nel 2022

Sotto l’Albero di oltre 24 mila agriturismi italiani, arriva il bilancio di un 2021 di ripresa per oltre il 70% delle aziende, dato confermato in prospettiva anche per il 2022. Un rilancio forte dell’impegno sul fronte della sicurezza, della sostenibilità e della qualità, dopo un doppio lockdown e le restrizioni per una pandemia costata al settore quasi l’intero guadagno annuale. A favore degli agriturismi, le doti anti-covid delle strutture, in molti casi fuori città con ampi spazi e per lo più all’aria aperta. La domanda è così anche aumentata, lo dice il 42% delle imprese, con il boom dell’estate che è valso, complessivamente, alla ristorazione oltre 20 miliardi e ha portato in agriturismo più del 60% degli italiani. Questa l’analisi di fine anno di Cia-Agricoltori Italiani e, oggi, al centro dell’evento a Roma per i 40 anni di Turismo Verde, la sua storica Associazione per la promozione agrituristica.

“Un compleanno pieno di ottimismo -ha dichiarato il presidente di Turismo Verde-Cia Giulio Sparascio-. Il 2022 ci attende di sicuro più forti per far fronte a un’emergenza sanitaria tutt’altro che rientrata, ma anche carichi di tante buone pratiche messe in campo dal settore in tutto il Paese. Diversificare, implementare, dare forma a nuove proposte insieme ai clienti, è stata la chiave per resistere e migliorare”.

Come confermano, infatti, i dati Ismea resi noti nel corso dell'incontro, le imprese del settore hanno scelto nel 2021, sulla scia della graduale ripresa dal Covid, di rimboccarsi le maniche in base all’evolversi delle richieste dei clienti-consumatori, espressione di un chiaro consolidamento della domanda interna. Per circa 8 aziende su 10, gli ospiti sono prevalentemente italiani (per il 31% degli intervistati, della stessa regione o limitrofe e per il 49% di altre regioni). Si registra anche un primo ritorno degli europei, per il restante 20% delle aziende. I clienti sono sempre più famiglie con bambini e coppie (tipologie in crescita su base annua per oltre il 40% degli intervistati). Alloggio e ristorazione sono i segmenti con i risultati migliori, ma per l’82% delle imprese che hanno ricevuto richieste specifiche, queste sono state relative a maggiore autonomia, spazi aperti e sicurezza. Gli agriturismi sono diventati punto di riferimento: si consolida la vendita diretta con consegna a domicilio (37% degli intervistati) e l’ospitalità di lungo periodo (33%). Richiesti anche gli spazi per smart working (20%), l’e-commerce (15%) e pasti a domicilio (13%). Punti di forza, questi, per un 2022 che si prevede positivo stando al 72% delle imprese intervistate, anche senza cambiare i prezzi (per il 58% delle attività) e sempre se sapranno entrare in empatia con clienti esigenti, alla ricerca di un approccio green, senza rinunciare al relax.

“L’agriturismo si conferma un’eccellenza dell’offerta turistica italiana, il settore ha saputo reagire allo shock di mercato imposto dalla pandemia, limitando le perdite meglio di altri comparti turistici -ha affermato il prof. Angelo Frascarelli, presidente di ISMEA-. Ѐ evidente l’accelerazione di alcuni processi evolutivi della domanda, come il desiderio di vacanze sostenibili e ‘connesse’ alla natura e all’ambiente, tendenza che negli anni a venire potrà essere sempre più marcata. Allo stesso tempo, il settore ha mostrato capacità di innovare e sono molti gli imprenditori che hanno utilizzato il periodo del primo lockdown per ripensare la propria offerta di prodotti e servizi, ripartendo dalla fase primaria e introducendo novità importanti, in linea con le esigenze dei clienti, come la consegna di prodotti a domicilio e l’allestimento di locali attrezzati per il lavoro da remoto.

Nonostante i legittimi timori connessi al perdurare dell’emergenza sanitaria -ha concluso il presidente Angelo Frascarelli- il settore accresce la sua quota di mercato soprattutto domestico e rinsalda la sua reputazione, fino ad assumere il ruolo chiave di ‘sentinella’ dei territori e interprete del cambiamento”.

“Per i nostri agriturismi -ha poi commentato il presidente di Turismo Verde-Cia, Giulio Sparascio- si spera, ora, in un Natale positivo con +20% di fatturato, ma la nuova variante Covid sta mettendo in bilico le prenotazioni per le tavolate tra il 24 dicembre e l’Epifania, scelte soprattutto da ospiti fidelizzati e di prossimità per vivere le festività in un contesto familiare”.     

Poi, sempre pandemia permettendo, subito a lavoro sulla primavera -ha aggiunto Sparascio-. Chiediamo alle istituzioni di fare sistema con il territorio e di dare il giusto sostegno a una ripresa senza intoppi. Bene, per esempio, il pacchetto di misure dedicate al turistico nell’ultimo Decreto per l’attuazione del PNRR. Offre una prospettiva di grande interesse, anche alle imprese agrituristiche, in termini di efficientamento energetico, riqualificazione antisismica, eliminazione delle barriere architettoniche e digitalizzazione. Di contro, non sono sufficienti le risorse e ci batteremo perché tutte le aziende interessate possano beneficiarne.

Sul piano culturale e non solo -ha detto Sparascio- pensiamo l’agriturismo come futura ‘stazioni di servizio’ e sollecitiamo l’inserimento degli Agrichef negli Albi regionali delle figure professionali. Puntiamo sul filo diretto con il mondo dell’istruzione, sostenendo l’alternanza scuola-lavoro e progetti concreti, esemplari quelli con l’Alberghiero di Amatrice, per una rete condivisa di conoscenze e competenze, bagaglio formativo per gli studenti e potenziale collante socio-economico nelle comunità.

Infine, dal presidente nazionale di Cia Dino Scanavino, le congratulandosi all’Associazione Turismo Verde per 40 anni di azioni strategiche per il settore. “Gli agriturismi hanno ridato luce alle aree interne, ristrutturato tante case rurali, recuperato ricette della tradizione contadina, cultivar antiche e specie autoctone, ripristinato il paesaggio e valorizzato l’agricoltura. Un patrimonio -ha detto in chiusura Scanavino- di cui l’Italia deve saper far tesoro, soprattutto ora grazie a PNRR e Green Deal Ue, per risolvere subito i veri limiti, ritardo infrastrutturale in primis, a una sua reale innovazione che metta al centro le peculiarità del Paese, aree rurali e tipicità agroalimentari tra tutte, e accolga con puntualità la sfida verde e digitale europea”.



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In Evidenza - 13 dic 2021

Rosa Castagna eletta nuova presidente PescAgri-Cia

Rosa Castagna è stata eletta dall’assemblea di PescAgri nuova presidente nazionale dell’associazione promossa da Cia per la tutela e lo sviluppo della pesca e dell’aquacoltura. “Il settore agroittico è strategicamente rilevante per il settore primario -l’Italia è al terzo posto in Europa per l’acquacoltura e al secondo per la pesca-, con una funzione culturale e sociale, espressa dalla sana gestione di ambiente e territorio, sia nelle parti costiere che in quelle lagunari della Penisola”. Commenta,  così, il nuovo incarico Rosa Castagna, imprenditrice agricola di Tusa, che ricopre attualmente il ruolo di presidente Cia della Sicilia.

“PescAgri fin dalla nascita si è posta l’obiettivo di tutela e valorizzazione delle imprese agroittiche, per integrarle sempre più nel circuito nazionale e internazionale –aggiunge Rosa Castagna-. Il mio contributo sarà quello di intensificare il dialogo con le istituzioni per accrescere il tasso di industrializzazione delle attività e indirizzare la produzione verso destinazioni coerenti con il fabbisogno alimentare nazionale e con le esigenze dell’export. Vogliamo partire dal territorio puntando su innovazione e sostenibilità, favorendo le aggregazioni fra i produttori, con azioni concrete (corsi di formazione, seminari, convegni) che possano aiutare, in particolar modo, lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile del settore”. 



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In Evidenza - 13 dic 2021

Biocontrollo: Cia e IBMA Italia, al via fase 2 con sperimentazione in 11 regioni e nuove alleanze “salva-colture”

 Ampliare la diffusione e la sperimentazione delle tecniche di biocontrollo per la difesa integrata delle colture, allo scopo di costruire un nuovo modello operativo funzionale a tutto il mondo agricolo che risponda agli obiettivi di sostenibilità richiesti dalla Ue con il Green Deal. Questo il fine del “Progetto Biocontrollo e Innovazione digitale nell’azienda agricola” lanciato oggi da Cia-Agricoltori Italiani e IBMA Italia nel corso dell’iniziativa congiunta a Roma, presso l’Auditorium Giuseppe Avolio.

Un progetto triennale, dal 2022 al 2024, che fin da subito coinvolgerà 11 regioni (Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Molise, Campania, Calabria, Sicilia), 50 tecnici e 100 imprese agricole, per la formazione attiva e le prove in campo delle tecnologie di biocontrollo, con l’obiettivo di favorire la transizione della difesa fitosanitaria dalla chimica di sintesi ai bioprodotti di origine naturale, non solo nelle aziende biologiche ma anche in quelle convenzionali, spingendo allo stesso tempo sulla digitalizzazione dei processi produttivi.

Un lavoro ambizioso, dunque, in cui le due organizzazioni non saranno da sole: proprio oggi, infatti, in occasione dell’evento romano, Cia e IBMA Italia hanno siglato un protocollo d’intesa con AIPP, l’Associazione Italiana per la Protezione delle Piante, per collaborare nelle attività di studio, informazione, divulgazione, sperimentazione e adozione delle innovazioni nel settore della protezione delle piante dalle avversità, in particolare tramite tecniche e prodotti di biocontrollo, raggiungendo maggiore qualità, efficienza ed efficacia a sostegno delle aziende associate.

Non solo. Per promuovere e trasmettere a una platea più allargata la conoscenza delle tecniche di biocontrollo, così come le attività messe in atto, Cia e IBMA Italia hanno creato un sito web dedicato (https://biocontrollo.cia.it/), presentato oggi ufficialmente. Si tratta di uno strumento di trasferimento del know-how, di confronto, di scambio di esperienze, suddiviso in due sezioni: una parte pubblica, accessibile a tutti, con le informazioni e gli eventi sul tema; una parte privata, accessibile agli agricoltori e ai tecnici, con i materiali di supporto ai training (presentazioni, videolezioni, risposte a quesiti).

“Si apre la fase 2 della nostra collaborazione con IBMA Italia, iniziata nel 2019, con un grande progetto condiviso, dove coinvolgere anche università ed enti di ricerca -ha detto il presidente di Cia, Dino Scanavino-. Ovviamente, la pubblicazione delle Strategie Ue Farm to Fork e Biodiversity danno un valore ancora maggiore al nostro obiettivo comune, con la riduzione obbligata, entro il 2030, del 50% dell’uso e del rischio complessivo dei pesticidi chimici. Una delle soluzioni principali è proprio quella di investire nelle tecniche di biocontrollo, ma per farlo bisogna prima di tutto aumentare la presenza di questi prodotti sul mercato, e quindi aumentarne la disponibilità per gli agricoltori, anche per ridurre i costi”. Per questo, ha aggiunto Scanavino, “chiediamo al Ministero della Salute e alla DG Sante della Commissione Ue di semplificare e, soprattutto, di accorciare la durata dei processi di registrazione e di autorizzazione dei nuovi prodotti a minore impatto per la difesa fitosanitaria delle colture”. Ad oggi, infatti, delle circa 1.000 sostanze attive disponibili a livello europeo negli anni Novanta, ne sono rimaste a disposizione meno di 500, tra prodotti fitosanitari ritirati dal mercato o non rinnovati nelle autorizzazioni.

Nel frattempo, vanno previsti iter ed expertise ad hoc per l’utilizzo ottimale delle tecniche di biocontrollo già disponibili, che utilizzano microrganismi o derivati, insetti utili, feromoni, sostanze naturali, e che oggi valgono l’8% del mercato dei mezzi tecnici per la protezione delle piante da parassiti e malattie.

Ecco perché “nel nostro progetto -ha spiegato il presidente di IBMA Italia, Giacomo De Maio- il coinvolgimento di esperti nella formazione è fondamentale. Per gli agricoltori non si tratta semplicemente di sostituire un prodotto con un altro, ma di intervenire su processi e metodi in chiave bio, cambiando o integrando in maniera significativa le proprie strategie di difesa fitosanitaria. E questo richiede un forte impegno in termini di informazione, sperimentazione, collaudo e assistenza tecnica alle imprese agricole”. L’obiettivo conclusivo deve essere “dotare gli agricoltori di una toolbox dedicata, una cassetta degli attrezzi per la difesa sostenibile delle colture -ha aggiunto De Maio-. Passare dalla sperimentazione agronomica alla pratica agricola, adattando le strategie già testate ai vari areali di produzione sui territori e validando veri e propri protocolli di difesa fitosanitaria a basso impatto”.

Nel progetto triennale di Cia e IBMA, oltre a fornire ad agricoltori e tecnici agricoli tutte le competenze per utilizzare al meglio le tecniche di biocontrollo, molto spazio è dedicato all’avviamento in azienda di strumenti di agricoltura digitale, secondo un percorso in tre step: l’introduzione di funzioni che soddisfano i fabbisogni i fabbisogni più immediati dell’azienda, come la visualizzazione cartografica degli appezzamenti, l’impostazione delle colture e la gestione dei lotti, la digitalizzazione del magazzino concimi, sementi e prodotti fitosanitari; l’implementazione della gestione e integrazione del registro dei trattamenti e delle concimazioni, anche in relazione al metodo produttivo aziendale (biologico, integrato, convenzionale); l’introduzione e l’uso di supporti informativi evoluti, che permettano una gestione site-specific degli appezzamenti. Con valutazioni precoci e tempestive del rischio di fitopatologie, monitoraggio con dati microclimatici e tecniche sempre più conformi.

“L’innovazione e la ricerca devono procedere di pari passi con la sostenibilità, per consentire un reale sviluppo agricolo che tuteli insieme sia l’ambiente che il reddito dei produttori -hanno concluso Scanavino e De Maio-. Una sfida necessaria che richiede passi da gigante soprattutto in termini di investimenti, dai bandi dei PSR alle risorse del PNRR alla nuova Pac”.  


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