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In Evidenza - 04 nov 2021
Nasce con Cia-Agricoltori Italiani, Aidaldo, l’Associazione invalidi e datori di lavoro domestico, per rafforzare l’impegno che, da sempre, pone l’organizzazione a tutela delle categorie più svantaggiate. Eletti, nel corso dell’Assemblea costituente, Francesco Mazzei (Cosenza) presidente e Stefano Poleschi (Livorno) vicepresidente.
L’associazione Aidaldo-Cia va così a implementare le attività e gli sforzi delle associazioni interne all’organizzazione, come quella nazionale pensionati, Anp-Cia, che svolgono costantemente un ruolo importante e mirato a difesa delle persone e, soprattutto, delle più deboli.
D’ora in avanti, infatti, con Aidaldo-Cia, si potrà intervenire oltre che sui diritti individuali, anche sulla tutela e la rappresentanza collettiva degli invalidi e dei datori di lavoro domestico.
“Ѐ importante dare voce, anche politicamente, ai tanti cittadini appartenenti a queste due categorie. Bene, dunque -è intervenuto, in apertura dei lavori, il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- la costituzione di Aidaldo. Emergenze sociali, vecchie e nuove, richiedono un cambio di approccio e una maggiore attenzione alle esigenze degli invalidi e dei datori di lavoro domestico cui ormai, da tanti anni, già con il patronato Inac-Cia e il Caf-Cia, vengono garantiti individualmente i servizi per il riconoscimento dei diritti, l’accesso alle prestazioni economiche e gli adempimenti burocratici connessi”.
“Non c’è tempo da perdere -ha spiegato il neopresidente di Aidaldo-Cia, Francesco Mazzei, ringraziando anche per la fiducia accordata-. Attendono supporto e tutela già 8 mila datori di lavoro domestico che usufruiscono dei servizi e oltre 20 mila invalidi riconosciuti, ogni anno, tramite patronato Inac-Cia. Il nostro obiettivo è dare risposte concrete subito”.
Nella stessa sede assembleare, sono stati nominati anche i componenti del Consiglio generale e del Comitato direttivo.
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In Evidenza - 04 nov 2021
Cia, Confagricoltura e Copagri, esprimono grande preoccupazione per la complessa situazione finanziaria in cui versa il Consorzio di Bonifica Centro, dovuta principalmente all’aumento dei costi di gestione e di manutenzione degli impianti (soprattutto causa del lievitamento dei costi dell’energia e delle materie prime), ma anche alla difficoltà di riscuotere crediti da alcuni enti pubblici debitori nei confronti del consorzio.
Ciò che desta preoccupazione, in modo particolare, è l’emissione di un ruolo suppletivo e quindi di un rilevante aumento del tributo consortile, tra le azioni volte a contrastare tale problematica.
Sono previste infatti, sostanziali lievitazioni dei ruoli, già nel 2021, per coloro che utilizzano risorse idriche per finalità extra-agricole e nel 2022 anche per gli usi irrigui.
Pagare (a caro prezzo) la risorsa idrica è già un problema per le aziende agricole, considerando soprattutto che nell’ultimo periodo alcuni territori, a causa dell’emergenza siccità, non ne hanno quasi potuto usufruire. Ma farsi carico anche degli aumenti, specialmente per le questioni debitorie che si trascinano da anni senza nessuna prospettiva di risoluzione, è francamente inaccettabile e offensivo.
Pertanto, le scriventi organizzazioni chiedono di attivare al più presto tutte le iniziative necessarie per recuperare, o quanto meno ridurre, gli ingenti crediti che il Consorzio vanta con gli enti debitori al fine di evitare gli aumenti dei ruoli per gli usi agricoli.
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In Evidenza - 02 nov 2021
Mettere fine alla deforestazione entro il 2030, con investimenti per quasi 20 miliardi di dollari. L’accordo alla Cop 26 in corso a Glasgow, annunciato dal premier britannico Boris Johnson, è di fondamentale importanza, riconoscendo la funzione insostituibile di boschi e foreste nella lotta al cambiamento climatico. Così Cia-Agricoltori Italiani, ricordando che ogni ettaro di superficie coperta di alberi è in grado di assorbire in media 2 tonnellate l’anno di CO2, liberando una tonnellata di ossigeno.
Un impegno che fa il paio con la piantumazione di mille miliardi di alberi a livello mondiale entro il 2030, fissato nel documento finale del G20 di Roma -osserva Cia- e su cui l’Italia può essere esempio e capofila. Già oggi, infatti, il patrimonio boschivo nazionale supera gli 11 milioni di ettari di superficie, oltre un terzo dell’intero territorio italiano.
C’è necessità, però, di recuperare, rafforzare e spingere sulla corretta gestione e manutenzione delle foreste, proprio perché sono fonti straordinarie di ossigeno e di materie prime rinnovabili e rappresentano una delle principali risorse per lo sviluppo delle aree rurali e montane. Un compito -sottolinea Cia- che è cucito addosso agli agricoltori, non solo perché circa il 40% delle aziende del settore è interessato dai boschi, ma anche perché già oggi gli agricoltori sono in prima linea nella salvaguardia del patrimonio forestale del Paese, fungendo da “guardiani” del territorio contro gli incendi e il degrado dei versanti e da “custodi” di suolo e territorio.
Ovviamente, non basta piantare alberi per risolvere la crisi climatica globale -conclude Cia-. Bisogna lavorare per convincere tutti i Paesi, in primis Cina, India e Russia, a ridurre le loro emissioni attuando le misure necessarie per arrivare insieme al traguardo della neutralità carbonica.
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In Evidenza - 01 nov 2021
7 milioni di italiani compreranno fiori nella ricorrenza dedicata ai defunti, secondo Cia-Agricoltori Italiani. Questo è tradizionalmente un periodo cruciale per la commercializzazione di fiori recisi e per i vivai uno dei maggiori picchi di lavoro dell’anno. Il fiore più acquistato, come ogni anno, sarà il crisantemo –si stimano 3 milioni di steli- da sempre associato al 2 novembre. Nei negozi dei fioristi si segnala il trend dei petali tinti con colori vivaci e luminosi per dare loro un aspetto ancora più attraente. Per colorare i fiori vengono utilizzati tutti i tipi di mezzi e procedure: possono essere tinti con un colorante alimentare e la tintura può essere anche fatta in casa, con l'aggiunta di coloranti all'acqua, lasciando che questi lo assorbano. La differenza maggiore si noterà su quelli che hanno petali di tonalità chiare.
La tradizione del 2 novembre è nata perché il crisantemo fiorisce proprio in questo mese, ma è esclusivamente italiana: nel resto del mondo il fiore dei morti –altrove chiamato “margherita dal 16 petali”- è simbolo di gioia ed è regalato in occasione di matrimoni. Probabilmente la sua lunga durata (fino a 20 giorni) può aver contribuito a renderlo prima scelta per addobbare i nostri cimiteri. Ma c’è anche un’altra particolarità che lo ha associato nella tradizione popolare al mistero dei morti: il crisantemo è, infatti, l’unico fiore fotosensibile che ama l’oscurità. Il bocciolo per fiorire ha bisogno di non essere esposto alla luce e un clima nuvoloso è ideale per il suo sviluppo tanto che, in caso di troppa luminosità, i produttori sono costretti a coprire le coltivazioni con teli neri per non far penetrare raggi di luce. La produzione è principalmente in Toscana, Campania, Puglia e nella regione dove è nato il florovivaismo, la Liguria, dove a fine ‘800 le famiglie reali che svernavano sulla costiera alimentarono l’interesse per l’aspetto ornamentale di piante e fiori.
Secondo l’associazione dei Florovivaisti Italiani, la produzione di crisantemi ha subito quest’anno una flessione del 20% per i timori e le incertezze di mercato legate al Covid, nel periodo di semina a giugno. La diminuzione (-15%) delle importazioni per i costi di produzione di trasporti dovuti al caro-gasoli ha, tuttavia, reso più attrattivo il prodotto nazionale e i prezzi risultano in linea con il 2020. In commercio sono molte le varietà, dalla più comune (un bouquet di crisantemina costa sui 10 euro), agli allegri Ping Pong (dalla caratteristica forma “a pallina”, 2 euro a stelo), ai più decorativi Spider (petali allungati e sottilissimi, tanto da ricordare le zampe di ragno, 3 euro l’uno) a quella più pregiata, la Turner (sui 4 euro).
Il settore florovivaistico rappresenta in Italia il 5% della produzione agricola totale e si estende su una superficie di quasi 30mila ettari, contando 27mila aziende (100mila addetti), di cui 17mila coltivano fiori e piante in vaso e 10mila sono vivai. Il comparto vale circa 2,5 miliardi di euro, di cui il 55% va attribuito ai prodotti vivaistici (alberi e arbusti). In Europa, le aziende florovivaistiche contano un fatturato di oltre 20 miliardi di euro e l’Italia, vale il 15% della produzione comunitaria.
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In Evidenza - 28 ott 2021
Non si facciano passi indietro sulla Commissione Sperimentale Nazionale Grano Duro (CSN) e si lavori di concerto per migliorare “Granaio Italia” con l’annesso registro telematico di carico e scarico di cereali e sfarinati. In un contesto di fibrillazione dei prezzi delle materie prime e con l’aumento dei costi di produzione alla vigilia delle semine, Cia-Agricoltori Italiani ritiene, infatti, dannoso per il settore mettere in discussione uno strumento come la CSN.
I possibili appesantimenti burocratici e le altre eventuali criticità di “Granaio Italia” non vanno superati con ultimatum, ma attraverso il dialogo nelle sedi istituzionali appropriate. Insieme alle diverse organizzazioni della filiera dei cereali, Cia sta da tempo lavorando per migliorare un provvedimento utile a favorire maggiore trasparenza, come avviene in altri settori agricoli.
Dopo un lungo periodo di gestazione e grazie alla partecipazione di tutti i soggetti della filiera, il lavoro della Commissione –secondo Cia- sta già dando i primi positivi frutti. Le attuali quotazioni di grano duro della CSN sono, peraltro, ben al di sotto di quelle delle più rappresentative borse merci territoriali.
La Commissione Sperimentale Nazionale Grano Duro e “Granaio Italia” meritano, dunque, attenzione e rispetto. E’ compito, ora, di tutti gli attori della filiera–conclude Cia- affrontare le criticità nelle sedi adeguate, attraverso percorsi condivisi e partecipati.
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In Evidenza - 28 ott 2021
La manodopera straniera rappresenta ormai stabilmente un terzo della forza lavoro complessiva in agricoltura. A fine 2020 i lavoratori nati all’estero e occupati nei campi in Italia sono 357.768, su circa 900.000 addetti totali, e concorrono al 29,3% dell’occupazione complessiva in termini di giornate lavorate. Così Cia-Agricoltori Italiani, commentando il Dossier Statistico Immigrazione 2021, presentato oggi dal Centro Studi e Ricerche Idos.
Si tratta di numeri che confermano quanto la componente straniera sia diventata strategica, come ha dimostrato anche la pandemia, con il settore spesso in sofferenza proprio per la mancanza di manodopera stagionale, connessa agli effetti del Covid. Soprattutto nelle regioni del Nord Italia, dove si concentra oltre l’85% dei lavoratori con permesso di soggiorno stagionale, le difficoltà delle imprese agricole sono state evidenti -osserva Cia- anche a causa degli enormi ritardi nella pubblicazione del decreto flussi. Anche la sanatoria prevista nel 2020, per come è stata strutturata nei tempi e nelle modalità, non ha portato grandi risultati, con solo il 14% delle istanze di regolarizzazione presentate riguardanti il settore primario.
Ora è tempo di lavorare a migliorare le politiche migratorie, con un approccio che presupponga l’abbandono definitivo delle misure di emergenza -sottolinea Cia- e segni l’avvio di interventi seri ed efficaci sull’immigrazione, basati su due priorità: lavoro e integrazione.
Intanto, proprio in un’ottica di integrazione e solidarietà, Cia-Agricoltori Italiani sta portando avanti il progetto nazionale “Rural Social ACT”, che punta sull’agricoltura sociale come modello vincente per promuovere processi virtuosi di inclusione e re-inserimento socio-lavorativo dei migranti, prevenendo e contrastando il fenomeno del caporalato e delle agromafie, attraverso la creazione e il potenziamento di una rete nazionale di collaborazioni multisettoriali e integrate tra mondo agricolo, servizi sociosanitari, settori della formazione e dell’accoglienza. Il progetto, finanziato dal Fondo FAMI e dal Ministero del Lavoro e supportato dal Forum Nazionale Agricoltura Sociale, vede Cia come capofila, insieme a 30 partner tra Reti Nazionali, cooperative, consorzi, Ong e associazioni (www.ruralsocialact.it).
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In Evidenza - 28 ott 2021
La legge sulla parità salariale rappresenta un grande passo in avanti per il superamento delle disuguaglianze di genere e l’aumento dell’occupazione femminile, ma delinea anche un necessario e non più procrastinabile progresso culturale del nostro Paese sul tema. Così Pina Terenzi, presidente nazionale di Donne in Campo, l’associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani, commentando l’approvazione definitiva al Senato della legge sulla parità salariale.
La legge si basa su due capisaldi fondamentali: rispetto della parità di genere in tutte le scelte che riguardano lavoratrici e lavoratori e trasparenza -ricorda Donne in Campo-. Le aziende sopra i 50 dipendenti dovranno, infatti, compilare un rapporto sulla situazione del personale che conterrà molti indicatori, dai salari agli inquadramenti, dai congedi al reclutamento. L’elenco delle aziende che trasmetteranno il rapporto, e di quelle che non lo faranno, sarà pubblico, e i dati saranno consultabili dai lavoratori, dai sindacati, dagli ispettori del lavoro, dalle consigliere di parità, con sanzioni fino a 5mila euro per mancata o fallace trasmissione dei dati. Per non essere sanzionati, occorrerà evitare di mettere in atto tutti quei trattamenti -orari di lavoro impossibili, riunioni fuori orario, in generale condizioni lavorative che, in ragione del sesso, dell’età anagrafica, delle esigenze di cura personale o familiare, dello stato di gravidanza nonché di maternità o paternità, anche adottive- possano porre la lavoratrice in posizione di svantaggio, generando una limitazione delle opportunità di partecipazione alla vita o alle scelte aziendali e creando ostacoli riguardo ad avanzamento e progressione nella carriera.
“Il divario retributivo penalizza da sempre le donne. Ora questa legge permetterà di garantire, finalmente, una pari opportunità sui luoghi di lavoro -sottolinea Terenzi-. Ma sarà necessario adottare anche nella vita politica e in quella della rappresentanza la stessa cura, evitando che criteri e modalità di partecipazione discriminino le donne nella possibilità di contribuire alla costruzione di una nuova visione sociale, economica e ambientale che traghetti la nostra società nel futuro”.
Basti pensare al settore primario, dove il ruolo delle donne è sempre più strategico. In Italia sono oltre 200.000 le imprenditrici agricole, molte under 35, e il 40% della forza lavoro del comparto è femminile. “Da anni lavoriamo per un’agricoltura multifunzionale che coniuga la produzione alimentare con welfare, tutela di suolo e paesaggio e salvaguardia della biodiversità -conclude Terenzi-. Questo pone le donne in prima linea di fronte ai cambiamenti in atto: dalla sfida della transizione verde alle risposte alla lunga crisi pandemica”.
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In Evidenza - 26 ott 2021
I prezzi di concimi, gasolio ed energia, ma anche di plastiche per il confezionamento, sono arrivati alle stelle, raddoppiati e portati anche oltre il 50%. Cavalcando la crisi economica per l’emergenza sanitaria, si sta speculando sulle materie prime, mettendo in seria difficoltà la produzione agricola e zootecnica di un intero Paese, quando in realtà è il motore agroalimentare su cui si è sostenuta l’Italia per quasi due anni di pandemia. Così Cia-Agricoltori Italiani in merito ai rincari vertiginosi che stanno impattando, pesantemente, sui costi di produzione di milioni di imprese agricole nazionali, spinte al limite della sostenibilità e, quindi, a rischio interruzione attività.
In tutta Italia, dichiara Cia, non c’è settore al riparo. La semina e la pre-semina di grano e, quindi, la produzione 2021-2022 è in forte discussione per molte aziende. L’aumento dei prezzi della materia prima, infatti, non arriverà mai a pareggiare quello dei costi di produzione e nello specifico di concimi come il nitrato ammonico, salito a +30% (da 46 euro/qt a 75 euro/qt) e dell’urea aumentato del 40% (da 55 euro/qt a 88 euro/qt). Sostanze che sono, ovviamente, altrettanto importanti per la preparazione di gran parte dei terreni agricoli e per molte altre colture di stagione, fino a incidere su quantità e qualità del prodotto finale. Stesso discorso può farsi per il comparto zootecnico e allevatoriale. I rialzi su mais (+50%) e soia (+80%) rendono decisamente poco remunerativa la produzione di carne di qualità controllata, soprattutto dove ci sono contratti di filiera con le principali catene della Grande distribuzione. E ancora, i rincari fino al 50% su gasolio, energia e plastiche, oltre quelli sugli alimenti per gli animali, mettono ko gli allevatori di vacche da latte per i quali è già una sfida, la conquista di un aumento di almeno 5 cent al litro sul prezzo del latte.
“Siamo in una fase chiaramente speculativa -interviene Gabriele Carenini della giunta nazionale di Cia- e bisogna intervenire, come l’organizzazione sostiene da tempo, lungo la catena del valore e della distribuzione. Va reso democratico il processo di redistribuzione del valore che paga il consumatore finale. Perché gli agricoltori attraggono ancora troppo poco e non hanno alcuna garanzia di reddito. Il governo vigili su quanto sta accadendo -conclude Carenini- e, sempre con le istituzioni, si ragioni seriamente per la competitività delle imprese italiane e la priorità rappresentata dal reddito. Serve un vero ‘Patto di sistema’ che incentivi aggregazione, promozione unitaria, sviluppo dell’economia contrattuale, contrasto alle pratiche commerciali sleali e operatività piena dell’interprofessione. Altrimenti, dimentichiamoci il raggiungimento di standard di sostenibilità degni del Green Deal Ue”.
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In Evidenza - 26 ott 2021
Un’alleanza “fortissima” tra le donne di tutto il mondo “per la vita, l’ambiente e la pace, per costruire un mondo migliore”. Perché oggi, dopo una pandemia globale e alle soglie di grandi cambiamenti e nuove sfide, da quelle geopolitiche a quelle climatiche, “le donne devono essere là dove si decide. Ѐ un’occasione storica e una grande battaglia per la governance”. Questo l’obiettivo del “Manifesto delle donne per la Terra”, una Carta dei valori ma anche un Documento programmatico, presentato da Donne in Campo, l’associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani, in occasione dell’Assemblea annuale che si è tenuta a Pompei.
“Dobbiamo dare forza alle donne perché guidino culturalmente e democraticamente le prospettive comuni -ha detto la presidente nazionale di Donne in Campo, Pina Terenzi-. C'è bisogno di una visione univoca tra le donne che sono nei luoghi strategici del pianeta, nelle campagne, ma anche alla guida degli Stati in Africa, Asia, America Latina”. In questa fase “le sfide non sono distinguibili: la battaglia per un’agricoltura competente, quella per la sopravvivenza dell’umanità, per i diritti dei più deboli, per la giustizia, la nutrizione, la salute e l’educazione. Per questo -ha spiegato Terenzi- le donne impegnate in agricoltura vogliono far sentire la propria voce, insieme a quella di tutte le altre”.
In particolare, come associazione Donne in Campo, in rappresentanza delle oltre 200.000 imprenditrici agricole italiane e del 40% della forza lavoro del comparto, “pensiamo che l’agricoltura del futuro debba nutrire la salute e il benessere, ricamare paesaggi, intessere comunità, produrre biomateriali, conservare biodiversità e tradizioni, custodire semi, coltivare foreste, fornire fitoterapici, ristabilire equilibri naturali -ha evidenziato Terenzi-. L’etica del produrre è la nostra visione”.
Il “Manifesto per la Terra” è stato liberamente ispirato dalle parole di Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi e speciale madrina dell’Assemblea delle Donne in Campo: “Vogliamo ricucire gli strappi tra passato e futuro -ha dichiarato- figlie di un’epoca di donne che ha fatto la storia, ma anche madri di una nuova generazione, che dovrà conservare la forza dei nostri valori”.
Ospiti dell’iniziativa anche la vicepresidente dell’Anp, l’associazione pensionati di Cia, Anna Graglia e la presidente dell’Agia, l’associazione giovani di Cia, Liana Agostinelli. Ampio spazio, poi, alle testimonianze delle Donne in Campo su valore etico del cibo e agricoltura sociale e sostenibile: Luisa Broggini e Camilla Crugnola degli Orti Broggini (Varese), Francesca Mantovani della Copaps Coop onlus (Sasso Marconi - Bologna), Paola Fattorini della Fattoria didattica l’Asino che ride (Ancona) e Concetta La Rocca del Parco del Pollino (Matera). Nel suo video-saluto, l’eurodeputata Pina Picierno ha quindi descritto l’impegno sulla Pac a favore delle donne, mentre la segretaria generale dell’OMA Arianna Giuliodori ha ricordato come l’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori crede fortemente nella natura multidimensionale del settore, non soltanto per la lotta all’insicurezza alimentare e al cambiamento climatico, ma anche come veicolo di sviluppo sociale ed economico.
“Ringrazio Donne in Campo per il lavoro che fa e per l’impegno che mette a sostegno delle imprenditrici agricole -ha sottolineato il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino, chiudendo l’Assemblea-. Fortunatamente, in una società che evolve con fatica, la forza, la determinazione, l’intraprendenza e il merito delle donne si impone sempre di più. E sono tutte caratteristiche che servono ancora di più oggi, di fronte a un momento storico così strategico, così delicato, in cui Cia vuole esserci e dare il suo contributo di visione e di progetti”.
News Chieti-Pescara
In Evidenza - 25 ott 2021
Riaperto il bando per l’accesso ai contributi per la prevenzione dei danni da cinghiali alle produzioni agricole nel comprensorio dell'ATC Vastese. Possono accedere al bando esclusivamente imprese agricole, agricoltori o imprenditori professionali iscritti all'INPS, che svolgono tale attività in modo esclusivo. Il bando prevede la concessione di contributi per l'acquisto di recinzioni elettriche mobili a due o più fili. Ogni richiedente può presentare un'unica istanza. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata a lunedì 6 dicembre, ore 12:00.
Maggiori dettagli nel bando in allegato.
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In Evidenza - 21 ott 2021
No a misure estensive del divieto di caccia, in caso di dichiarazione dello stato di calamità per gli incendi boschivi. Così Cia-Agricoltori Italiani, dopo le proposte di emendamento in sede di conversione del decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120, che dispone misure di contrasto agli incendi boschivi. L’allargamento del divieto dell’esercizio venatorio a Comuni e Regioni in zone molto più ampie rispetto a quelle percorse dal fuoco, farebbe temere un’ulteriore diffusione della fauna selvatica, in particolare di alcune specie come i cinghiali.
Cia-Agricoltori Italiani chiede pertanto un forte impegno delle forze politiche a opporsi all’approvazione di tali proposte. I danni causati dagli ungulati -sottolinea Cia- sono sempre maggiori per le aziende agricole, arrivate all’esasperazione, e sono in costante aumento anche i rischi per l’incolumità dei cittadini, non solo nelle aree rurali.
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In Evidenza - 21 ott 2021
Un drone “terreno” per campi in pendenza, con motore elettrico, impianto satellitare e sensori che monitorano, in tempo reale, lo stato fisiologico delle piante e, quindi, aiutano a prevenire malattie, ridurre sprechi e rendere competitiva anche l’agricoltura eroica sopra i 700 mt. Un dirigibile ecosostenibile con un grande ombrello capovolto per intercettare e poi aspirare e raccogliere le olive dall’alto. Serve in zone impervie, ma dove l’altitudine è sinonimo di esclusiva qualità dell’olio. E ancora, un esoscheletro ispirato alla saga di Star Wars, ma più realistico, per supportare e potenziare il lavoro dell’uomo quando troppo gravoso o in aree difficili da raggiungere. Sono questi alcuni dei più visionari e sostenibili, prototipi tecnologici messi a punto da Under 20 per migliorare l’agricoltura delle aree interne d’Italia, nonché i primi tre classificati del contest “La macchina agricola che vorrei!” ideato per studenti di scuole superiori da Agia, l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia-Agricoltori Italiani con FederUnacoma e Rete Istituti Agrari Senza Frontiere. Oggi, a EIMA International 2021, in occasione dell’Assemblea nazionale di Agia-Cia, la premiazione che finanzia la ricerca nelle scuole e crea nuove sinergie con i costruttori di macchinari per il settore.
Grande soddisfazione da parte di Agia-Cia, dunque, per un’iniziativa che ha fatto emergere, ancora una volta, il grande potenziale per l’agricoltura, rappresentato dalle giovani generazioni. Non a caso, sottolinea l’Associazione, in dieci anni, il numero degli imprenditori agricoli laureati è raddoppiato (dal 10 al 20%) e le aziende del settore condotte da giovani, in controtendenza rispetto ad altri settori produttivi, sono aumentate del 5% negli ultimi 5 anni, portando i giovani agricoltori e allevatori a superare quota 50 mila e a rappresentare, nel settore, il 20% dei più interessati investitori in chiave sostenibile e innovativa.
Nel dettaglio, i tre progetti vincitori del contest -nell’ordine “My S.A.S. - My Smart Agricultural Sensor” (Ist. Omnicomprensivo del Fortore Riccia - Sant’Elia, CB); “DirigibilITA” (Ist. Einaudi-Alvaro - Palmi, RC) e “Camminatore I-TA21” (Ist. Einaudi-Alvaro - Palmi, RC)- sono stati selezionati, da una giuria di esperti, tra più di 100 proposte, arrivate da 37 Istituti agrari che con la Rete Ita senza Frontiere riunisce oltre 7 mila studenti in tutta Italia, diversi dei quali già coinvolti, tra il 2020 e il 2021, in webinar online su meccanica agricola e centralità zone rurali, già protagoniste del progetto nazionale Cia “Il Paese che Vogliamo”.
Ad accomunare, infatti, molte delle idee presentate, tanta analisi di settore e sul territorio, attività sollecitata dalla consapevolezza che difficoltà d’accesso per morfologia del Paese e gap infrastrutturale, sia fisico che digitale, rappresentino ancora il vero grande limite allo sviluppo agricolo e, quindi, economico di gran parte della dorsale appenninica dove vivono 12 milioni di persone. Ma non è tutto, precisa Agia-Cia. La rivoluzione digitale ed ecologica del New Green Deal Ue, richiede anche un cambio di passo culturale.
“In primo luogo -è intervenuto il presidente di Agia-Cia, Stefano Francia- occorre intervenire nelle scuole superiori a indirizzo agrario dove, negli ultimi 10 anni, la riforma non ha valorizzato l’insegnamento delle materie tecnico-scientifiche, portate a sole 32 ore settimanali, e si è persa, per esempio, la meccanica agraria. Un danno notevole anche per le imprese, se si tiene conto del lavoro autonomo. Poi -ha aggiunto Francia- dobbiamo chiudere il cerchio sul Data Governance Act, necessario a riportare equità e inclusione sulla proprietà dei dati e, quindi, a restituire valore ai suoi diretti produttori. Nel nostro caso, gli imprenditori agricoli che devono poter essere riconosciuti proprietari dei dati che forniscono dai campi e beneficiare dei risultati che con essi vengono raggiunti da ricerca e industria”.
Su questi due fronti, Agia-Cia è tornata a fare il punto nella sua Assemblea nazionale a Eima International, forte di una lunga importante collaborazione con FederUnacoma proprio per investire insieme su formazione e innovazione nel campo della meccanica agricola. Inoltre, Agia-Cia è interlocutore di riferimento per la Commissione Ue nella stesura del documento per un quadro giuridico comune sulla gestione del dato.
“Infine -ha concluso Francia- non è pensabile tirare in ballo il mondo dell’istruzione, come le istituzioni nazionali ed europee, affinché valorizzino competenze e risorse, se come organizzazioni del comparto agricolo non guidiamo la transizione digitale anche al nostro interno e attraverso i servizi per gli associati. Per questo Cia ha già siglato un accordo con xFarm, Image Line e Ruralset, tra i più interessanti e promettenti player dell’agritech italiano”.