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In Evidenza - 30 gen 2021

Rinnovato per il 2021 l’accordo Cia-Fca per l’acquisto di autoveicoli nuovi

Rinnovato l’accordo Cia-Fca anche per il 2021 per l’acquisto di autoveicoli nuovi a condizioni vantaggiose. Nel file in allegato tutti i dettagli.

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In Evidenza - 27 gen 2021

Recovery: Cia, agricoltura protagonista del Piano con i giovani al centro

L’agricoltura può giocare un ruolo da protagonista per uscire dalla crisi scatenata dalla pandemia e guardare a una ripresa più sostenibile e digitale. Inserite in progetti concreti, innovativi e trasversali, le risorse del Recovery Plan, di cui almeno 2 miliardi al settore primario, possono fare da moltiplicatore per costruire un nuovo modello di sviluppo socio-economico e ambientale dei territori italiani, rilanciando le aree rurali, che rappresentano più della metà della superficie nazionale. Lo ha detto il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, in audizione in Commissione Agricoltura alla Camera sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un obiettivo fondamentale anche per le nuove generazioni, che “sono il futuro del Paese”, ha aggiunto, sostenuto dal presidente dell’Agia, l’associazione dei giovani di Cia, Stefano Francia.

             “Il ruolo dell’agricoltura si evolve oggi in molte direzioni, non solo quella produttiva che resta evidentemente centrale, come dimostrato in questi mesi con il settore garante dell’approvvigionamento di cibo -ha spiegato Scanavino- ma contribuisce alla tenuta dei territori e, ora, può fare da perno dello sviluppo integrato del Paese, in un’ottica di sistemi interconnessi, con l’obiettivo di aumentare la competitività del sistema alimentare, ma anche di produrre energia da fonti rinnovabili, tutelare il paesaggio, salvaguardare suolo e foreste per prevenire il dissesto idrogeologico, migliorare la sostenibilità dei processi produttivi con nuove tecnologie digitali, blockchain e rinnovo parco macchine, puntare sul turismo rurale con gli agriturismi e le fattorie sociali, didattiche e sportive”. Ovviamente, per fare tutto questo, “servono investimenti dedicati alle grandi infrastrutture e alle direttrici di trasporto”, ha evidenziato Scanavino, nonché immaginare “un’autorità centralizzata di gestione del territorio presso la Presidenza del Consiglio, per superare i limiti del sistema delle bonifiche e rimettere in sicurezza il Paese, evitando nuove emergenze e tragedie legate al maltempo”.

            Quanto alle misure specifiche del PNRR, è stato Francia a indicare in audizione le priorità dei giovani Cia. Sulla digitalizzazione “bisogna verificare l’accesso e implementare l’ultimo miglio nelle aree interne -ha detto il presidente Agia- e sostenere l’utilizzo delle rilevazioni satellitari a supporto dell’agricoltura di precisione”. Apprezzato, poi, “il richiamo all’imprenditoria giovanile in agricoltura sia per la per rivitalizzazione dei siti minori, delle aree rurali e delle periferie, oltre che per gli interventi speciali di coesione territoriale -ha continuato- per cui si richiede la connessione con politiche per l’accesso alla terra”. Sulla scia dell’ospitalità diffusa, inoltre, “si può prevedere l’impiego dei fabbricati rurali nelle aree interne anche per creare le Case di Comunità previste nel capitolo Salute per il potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale”. Sulla transizione verde, ha aggiunto Francia, “occorre una progettazione integrata di formazione, ricerca e condivisione delle conoscenze, con un maggior protagonismo dell’agricoltura nella fissazione di CO2, visto che studi recenti hanno dimostrato come alcune coltivazioni, tipo vite e fruttiferi, se correttamente gestite, sono in condizione di fissare più anidride carbonica di un bosco” e “assicurare forme di premialità” in tal senso. Indispensabile, infine, “il coinvolgimento diretto degli agricoltori per la manutenzione del territorio e della risorsa idrica”, così come “la scelta di riformare gli Istituti tecnici e professionali. Per quelli a indirizzo agricolo -ha concluso il presidente dei giovani Cia- auspichiamo l’incremento delle ore professionalizzanti (meccanica, entomologia, patologia vegetale etc.) per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità”.



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In Evidenza - 26 gen 2021

Psr: l’Abruzzo evita il disimpegno ma resta in fondo alla classifica

La Regione Abruzzo è riuscita a spendere il 103% della dotazione finanziaria relativa agli anni 2015, 2016, 2017 del Psr (Piano di sviluppo rurale) evitando così il disimpegno automatico degli stanziamenti. Obiettivo di spesa raggiunto, ma non sufficiente a inserire l’Abruzzo tra le regioni virtuose. Essa infatti risulta in terzultima posizione per quanto riguarda l’avanzamento di spesa della dotazione complessiva poiché ha raggiunto solo il 47,27% delle risorse previste per la programmazione 2014-2020. A seguire, nella classifica, ci sono le Marche (41,79%) e la Puglia (41,74%).


Il disimpegno automatico è un meccanismo che scatta alla fine di ogni anno: le somme stanziate devono essere spese entro il 31 dicembre del terzo anno successivo all’anno dell’impegno di bilancio secondo la regola “N-3”. Quindi, le risorse impegnate nel 2015 dovevano essere erogate entro il 2018, quelle del 2016 entro il 2019 e via discorrendo. Nel 2020 tutte le regioni italiane hanno evitato di restituire fondi all’Unione europea grazie a uno sforzo importante concentrato negli ultimi mesi dell’anno, dove sono stati spesi 1,413 miliardi di euro, ad eccezione della Puglia che si vede costretta a restituire 95 milioni di euro. 


In linea generale l’attuazione dei Piani di sviluppo rurale procedono a rilento con notevoli differenze tra le varie Regioni, le quali iniziano già a programmare il prossimo sessennio 2021-2027 avendo speso solo il 57,9% dello stanziamento 2014-2020. È  necessario migliorare la gestione dei Psr cercando di alleggerire innanzitutto il peso burocratico snellendo le procedure e migliorando gli strumenti di accesso, oltre a maggiore lungimiranza nelle prossime programmazioni. Privilegiare misure strutturali rispetto a quelle “a superficie” garantirebbe una maggiore competitività delle imprese agricole le quali potrebbero beneficiare di aiuti concreti migliorando la propria dotazione strumentale ad esempio in termini di innovazionazione oppure sostenibilità ambientale.




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In Evidenza - 17 gen 2021

Governo: Cia, agricoltura strategica non può restare senza ministro

L’agricoltura resta senza un ministro di riferimento in un momento davvero complesso per il Paese, in cui il settore primario continua a mostrare tutta la sua strategicità, garantendo ogni giorno cibo fresco, sano e sicuro agli italiani. Così Cia-Agricoltori Italiani interviene sulle dimissioni della ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova.

“Non possiamo che auspicare tempi rapidissimi nel ripristinare la guida del Mipaaf e risolvere la crisi di governo -spiega il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. Le aziende agricole, così come i cittadini, hanno bisogno di certezze e di stabilità, per continuare a fronteggiare la pandemia in atto e imboccare la strada della ripresa”.

Intanto, ha aggiunto Scanavino, “vogliamo ringraziare la ministra Bellanova, con cui abbiamo sempre collaborato in maniera costruttiva, per il lavoro fatto e l’impegno profuso a tutela e sostegno del settore agroalimentare e di tutta la filiera”.     



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In Evidenza - 11 gen 2021

Maltempo: Cia, aree rurali ostaggio della neve. Subito piano di messa in sicurezza

Prosegue l’ondata di maltempo che sta investendo tutta Italia con piogge e neve anche a quote basse e soprattutto al Centro-Sud con ripercussioni assai preoccupanti soprattutto per le aree rurali e di montagna, dove copiose nevicate, frane e smottamenti stanno mettendo a dura prova centri abitati e aziende agricole. Strade chiuse e tralicci divelti, rischiano di tenere troppo a lungo in isolamento famiglie e attività produttive. Lo segnala Cia-Agricoltori Italiani che sta costantemente monitorando la situazione e, mentre fa la conta dei danni ormai di svariati milioni di euro, ricorda al Governo l’urgenza di un Piano nazionale di manutenzione del territorio con programmi che possano trovare spazio nel Recovery Fund.

Al momento, fa sapere Cia, la situazione è critica per la Garfagnana alle prese con una nevicata che non si ricordava da decenni e ora a rischio frane, in particolare in provincia di Lucca, nel territorio della Valle del Serchio, nel comune di Gallicano e in quello di Fabbriche di Vergemoli. Nel frattempo, già dalla scorsa settimana, è stato chiesto lo stato d’emergenza per le zone di montagna del pistoiese, tra cui Abetone Cutigliano, dove oltre 2 metri di neve stanno facendo emergere tutte le criticità infrastrutturali e strutturali del territorio.

Gli oltre 50 cm di neve della scorsa notte tengono, invece, in ostaggio l’Alto Maceratese e il territorio di Fermo, nelle Marche delle zone terremotate. Qui, la situazione, già precaria dopo il terremoto, rischia di precipitare a causa di frane e strade chiuse, mettendo in difficoltà i piccoli centri e gli imprenditori agricoli della zona.

In stato d’allerta anche la Liguria con temperature sotto lo zero, fino a meno 7 nel savonese e raffiche di vento che arrivano a 102 km orari. Preoccupa anche la frana in Irpinia che ha rotto la condotta del gas metano a Montefalcone in Val Fortone. Anche la Sardegna è sotto osservazione. Le ripetute piogge e la neve stanno mettendo in allarme gli agricoltori che fanno appello alle istituzioni. Allerta gialla sopra i 500-800 metri in Abruzzo, Molise, nelle zone orientali del Lazio, in Umbria, Emilia-Romagna e Toscana.  

“Non smetteremo mai di segnalare la situazione di criticità estrema che sta vivendo il territorio italiano -ribadisce il presidente di Cia, Dino Scanavino-. Il problema non sono solo i danni al settore primario, è che ancora oggi quasi 7.000 comuni e 150.000 imprese agricole sono esposti a rischi ambientali. E ci sono più di 6 milioni di cittadini che risiedono in aree soggette a frane e alluvioni”.

Infine, guardando anche alle previsioni pessime per i prossimi giorni, il presidente Scanavino avverte: “Non è più rinviabile un Piano nazionale di manutenzione e di governo del territorio, che sia capace di far fronte alla drammatica questione del rischio idrogeologico legato a fenomeni climatici incontrollabili e sempre più frequenti. Un Piano, lanciato con il nostro progetto ‘Il Paese che Vogliamo’, che attivi un dialogo costante con le strutture e i protagonisti delle aree interne, a partire dagli agricoltori; sia sotto la regia della Presidenza del Consiglio e non di un singolo ministero; attinga -conclude Scanavino- risorse necessarie alla messa in sicurezza dell’Italia con un progetto inserito nel Recovery Fund”.



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In Evidenza - 08 gen 2021

Legge di Bilancio: Anp-Cia, pensioni minime in stallo. A lavoro su priorità

Una legge di Bilancio sicuramente difficile da comporre a causa della crisi per il Covid. Ha trovato risorse per il sistema sanitario e aperto un varco importante, con provvedimenti per l’agricoltura, al rilancio economico delle aree rurali del Paese. Resta ancora inevasa però, la richiesta di aumento delle pensioni minime ferme a 515 euro. Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani riparte da qui, dando voce alla grande delusione di tanti ex-agricoltori e facendo ordine sulle priorità per il 2021 pronte per nuovo confronto istituzionale.

In cima alla lista, dunque, l’assegno al minimo percepito da oltre un milione e mezzo di anziani, in prevalenza ex-agricoltori, ancora costretti a vivere con la pensione più bassa d’Italia. Per Anp-Cia, si tratta di una grave ingiustizia già ampiamente esposta dall’Associazione, in numerosi incontri in tutto il Paese, a parlamentari e istituzioni tutte, proprio con l’intento di una risoluzione definitiva. Una pratica, dunque, che resta aperta e dovrà trovare risposte nei prossimi provvedimenti del Governo in relazione all’annunciato aggiornamento delle norme sulle azioni di contrasto alla povertà: il “dopo quota 100”, la pensione contributiva di garanzia, la separazione tra previdenza e assistenza, il rilancio della previdenza complementare e la riduzione del carico fiscale sulle pensioni.

Dunque, nei prossimi incontri in commissioni e nei tavoli preposti a delineare un nuovo intervento di riordino del sistema previdenziale e pensionistico, Anp-Cia non mancherà di sollecitare di nuovo, la stabilizzazione della quattordicesima e la modifica del sistema di indicizzazione, ma anche l’estensione dell’Ape sociale agli agricoltori, una tassazione in linea con quanto previsto nei Paesi europei e l’istituzione della pensione base per i giovani agricoltori.

Sono, invece, significative di un cambiamento d’indirizzo, sottolinea Anp-Cia, le risorse destinate al sistema sanitario. La legge di Bilancio dimostra una visione oltre l’emergenza Covid e affronta il tema del potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale e delle politiche socio-sanitarie. In questo ambito, è bene sottolineare la misura di sostegno alle funzioni dei caregiver familiari. E’ modesta nelle risorse dedicate, ma potenzia gli strumenti a sostegno delle famiglie nelle cure domiciliari per anziani e disabili. Vera sfida sarà anche per il 2021, l’urgente rafforzamento dei servizi sanitari territoriali per migliorare la qualità della vita nelle aree rurali e soprattutto a supporto delle persone anziane. Cruciale la necessità di una sanità più vicina ai cittadini, con strutture ambulatoriali o case della salute di prossimità, potenziare l’assistenza domiciliare, utilizzare diffusamente le nuove tecnologie come la telemedicina, valorizzare, infine, le reti sociali e del volontariato.

Strategici, secondo Anp-Cia, anche i provvedimenti previsti per il settore agricolo, utili a favorire il rilancio economico delle aree rurali. Portano risorse sulla manutenzione e la messa in sicurezza del territorio, condizione indispensabile per garantire la presenza delle persone nelle aree interne, come lo è anche il potenziamento del sistema dei servizi civili, di infrastrutture, trasporti, scuole e banda larga.

“Facciamo appello alla responsabilità e all’impegno di politica e istituzioni -interviene il presidente nazionale di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo. In questa fase delicatissima dovuta alla pandemia, le risorse del Recovery Fund, siano occasione non solo per sostenere la ripresa economica e occupazionale ma, anche per avviare un cambiamento del sistema di sviluppo, per superare le diseguaglianze sociali e territoriali e accompagnare il Paese verso una nuova coscienza pubblica e collettiva. Confermiamo il nostro fattivo contributo -conclude Del Carlo- e la disponibilità al dialogo costruttivo guardando anche alle raccomandazioni della Commissione Ue per accedere ai fondi del Next Generation Eu”.



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In Evidenza - 07 gen 2021

Troppi danni da fauna selvatica, Cia Chieti-Pescara chiede interventi alla Regione

Viste le sempre più numerose segnalazioni da parte delle aziende agricole associate circa la presenza massiccia di fauna selvatica su terreni coltivati in zone di ripopolamento e cattura (in modo particolare a seminativo) e di conseguenza degli ingenti danni che tale fenomeno crea, la Cia Agricoltori Italiani Chieti-Pescara, con una lettera inviata alla Regione Abruzzo, chiede l’attivazione dell’attività di controllo per risolvere il problema. “E’ possibile affermare che siamo di fronte a una situazione di assoluta emergenza”, afferma il presidente Antonio Sichetti, “La proliferazione incontrollata di alcune specie selvatiche, in particolare cinghiali, ha raggiunto livelli intollerabili per l’attività agricola”. 


Ai sensi del dell’Art. 44, comma 5, della Legge Regionale n. 10 del 28 Gennaio 2004, la confederazione richiede un intervento urgente all’interno delle zone di ripopolamento e cattura ricadenti delle province di Chieti e Pescara. 


“È fondamentale che tale provvedimento venga attuato al più presto al fine di evitare che la situazione, già grave, non diventi più gestibile. Questa potrebbe essere anche l’occasione di ripensare le forme di contenimento degli animali selvatici, attraverso l’impiego di metodi più efficaci e in linea con le esigenze attuali dei territori”.




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In Evidenza - 05 gen 2021

Covid: Cia, agriturismi ko con nuovo decreto. Tiene la consegna a domicili

Il nuovo decreto anti-Covid, con ulteriori restrizioni fino al 15 gennaio, continua a togliere agli agriturismi e alle aziende agricole importanti occasioni di ripresa, facendo sfumare definitivamente anche i potenziali guadagni degli ultimi giorni di festività. Alle aziende agrituristiche resta, dunque, la possibilità dell’asporto e della consegna a domicilio, che ha funzionato bene tra Natale e Capodanno, e ha agevolato in questi giorni gli acquisti per l’Epifania che, domani, vedrà l’Italia in zona rossa. A ricordarlo è Cia-Agricoltori Italiani, anche in vista del prossimo week-end del 9 e 10 gennaio, con il Paese in zona arancione e, quindi, con i 24 mila agriturismi italiani ancora chiusi anche a pranzo.

Vietati gli spostamenti tra regioni, confermata la chiusura di bar e ristoranti alle 18 e il coprifuoco alle 22, gli italiani confermeranno, secondo Cia, la propensione agli acquisti di prossimità, alla spesa di materie prime direttamente in aziende o alla consegna a domicilio con la vendita diretta sempre più a portata di click. Lo confermano le oltre 100 mila consegne a domicilio registrate dagli agricoltori di Cia in sei mesi dall’attivazione del portale “I Prodotti dal campo alla tavola” (https://iprodottidalcampoallatavola.cia.it/) che oggi ospita, organizzate per regioni, oltre 1.000 attività tra aziende e agriturismi, pronte a recapitare, tutti i giorni, direttamente a casa, prodotti agricoli freschi e piatti tipici regionali preparati dagli Agrichef.

Nelle ultime settimane, sottolinea Cia, le aziende agricole presenti sul portale, hanno confezionato migliaia di cesti di Natale e consegnato in anticipo altrettante calze della Befana che saranno immancabili, nonostante le restrizioni, in 3 famiglie su 4. Rigorosamente rispettose della tradizione, contengono dolci tipici e frutta di stagione, senza far mancare caramelle e carbone.

Il portale di consegna a domicilio si conferma, per Cia, una scelta necessaria e strategica per dare sostegno alle famiglie e supportare la tenuta delle aziende agricole e degli agriturismi ma, ribadisce l’organizzazione, non può certo rappresentare la soluzione, tanto più nel lungo periodo.

Con il Covid, le strutture agrituristiche hanno perso, durante le festività, più di 2 milioni di presenze. È in gioco, a livello nazionale, la sussistenza di 100 mila operatori e un fatturato annuo di circa 1 miliardo prima della pandemia. Servono, dunque, come già sollecitato al Governo, contributi a fondo perduto più sostanziosi e, in particolare, la cassa integrazione per i dipendenti. Molte attività rischiano di chiudere i battenti, mentre la primavera è dietro l’angolo e richiederebbe sin da ora una reale programmazione e strategie efficaci.



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In Evidenza - 03 gen 2021

Capodanno: Cia, il Covid taglia 1 zampone su 3 dalla lista della spesa

Forte calo negli acquisti dei tradizionali zamponi e cotechini per le feste di fine anno: ennesimo colpo che conferma la grave crisi della filiera suina, fiore all’occhiello del Made in Italy agroalimentare. Secondo Cia-Agricoltori Italiani, il calo sarà di 1/3 rispetto ai 6 milioni di kg di prodotto (di cui 4 Igp, il resto tradizionale), consumato nello stesso periodo del 2019. Sono, infatti, fortemente diminuiti i ritiri di carne suina negli allevamenti da parte dell’industria alimentare, malgrado il -20% dei prezzi medi degli ultimi 2 mesi, ampiamente sotto i costi di produzione.

Per gli insaccati precotti con cui tradizionalmente si festeggia il nuovo anno, ci sarà dunque, una contrazione dei consumi, a seguito delle misure imposte dal Governo per contrastare la pandemia. Sarà un San Silvestro sobrio, senza parenti e amici, né veglioni o ritrovi di famiglia e si dirà addio alle maxi-tavolate imbandite, che avevano nel 2019 un budget alimentare di quasi 2 miliardi, fra cenone e pranzo del primo gennaio.

Il giro d’affari di zamponi e cotechini è di circa 28 milioni di euro per i soli prodotti Igp, considerati più sicuri dal punto di vista della qualità, grazie al disciplinare che ne indica con precisione il luogo di produzione, le modalità di lavorazione e la conservazione delle carni. Cotechini e zamponi sono fatti della stessa sostanza: carne di maiale magra e grassa, macinata grossolanamente, unita poi a cotenna di maiale e tritata. La differenza fra i due prodotti è data dall’involucro: la zampa di maiale anteriore per lo zampone, il budello per il cotechino. Nonostante la diffusa credenza, non si tratta di prodotti particolarmente grassi, anche perché la cottura favorisce il calo della parte lipidica: 100 grammi contengono le stesse calorie di un etto di mortadella e meno della stessa quantità di salame, con un interessante apporto proteico fornito dalla cotica, oltre a buone percentuali di ferro, zinco e delle vitamine del gruppo B.

La crisi delle vendite di zampone e cotechino nelle feste del 2020 rappresenta, dunque, per Cia un ulteriore danno per il settore suinicolo nazionale già in crisi, che ha toccato addirittura un -18%, nonostante il lieve recupero registrato durante i mesi estivi. La forte contrazione dei prezzi è in parte dovuta alla saturazione del mercato europeo, con il mancato export in Cina delle carni suine tedesche, dopo i casi di Peste suina africana nei cinghiali in Sassonia, che hanno provocato un danno enorme agli allevatori di quel Paese.

 In Italia, la crisi della zootecnia suina è amplificata dalle generali difficoltà del canale Ho.re.ca (hotel, ristoranti, bar, mense) dopo la crisi pandemica, che ha avuto un impatto particolarmente negativo su questa filiera. Ultima beffa per gli allevatori del settore, la deroga al 31 gennaio imposta dal Mise sull’obbligo di etichettatura di origine sulle carni suine trasformate dalle industrie (prosciutti, salumi, mortadelle), dilazionando la possibilità di una maggiore valorizzazione del Made in Italy.



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In Evidenza - 03 gen 2021

Covid: Anp-Cia lancia appello alla vaccinazione a tutti i suoi 400mila associati

La campagna vaccinale contro il Covid-19 appena iniziata è uno straordinario risultato frutto di un grande impegno della ricerca e della scienza, che potrà consentire di sconfiggere l’epidemia per un ritorno alla normalità in campo economico e nella vita sociale. Questo il commento positivo di Anp-Cia (l’associazione dei pensionati Cia-Agricoltori Italiani), che condivide ed incoraggia il Governo a proseguire sulla strada della somministrazione dei vaccini con il principio della gratuità e della disponibilità a tutti, senza discriminazioni sociali o territoriali e adottando un corretto criterio di priorità nei confronti delle categorie più a rischio, come il personale sanitario e tutte le persone impegnate nelle attività e servizi di pubblica utilità.

L’Anp-Cia apprezza che sia stata data priorità alla popolazione anziana, in virtù della loro fragilità fisica, con tutte le ulteriori distinzioni che le autorità sanitarie intendono prevedere. La disponibilità del vaccino è la buona notizia di fine anno, che dà speranza: “una puntura di ottimismo” dopo un lungo periodo di sacrifici e paure. Tuttavia, sarà necessario non abbassare la guardia e continuare ad avere comportamenti responsabili tesi alla massima prudenza, proseguendo con l’uso delle protezioni per proteggere se stessi e gli altri.

La campagna di vaccinazione potrà essere più efficace nella misura in cui vi sarà un controllo puntuale della diffusione del virus e raggiungere quanto prima l’auspicata immunità di gregge, condizione indispensabile per un ritorno alla normalità. L’Anp-Cia fa appello ai propri associati e a tutti gli anziani di mettersi a disposizione delle autorità sanitarie ascoltandone le indicazioni e i consigli relativi alle modalità e tempi per potersi vaccinare: il vaccino contro il Covid non è obbligatorio, ma è fortemente consigliato. Lo strumento dei vaccini è stato nella storia, in Italia e nel mondo, quello che ha consentito di sconfiggere importanti malattie, salvando la vita e milioni di persone, alleviando sofferenze anche atroci, e conquistare livelli importanti di sanità e di salute pubblica; in sostanza, la conquista di un diritto fondamentale per tante persone nel mondo. 

L’Anp-Cia considera il vaccino contro il Covid un risultato straordinario che segna un punto alto di collaborazione fra la scienza, le istituzioni e la politica, soprattutto a livello europeo, avendo l’Ue favorito intese e azioni che si sono rivelate decisive per i risultati conseguiti.  Occorre imparare da questa esperienza quando inizierà la fase di ricostruzione, dovrà essere l’occasione per introdurre elementi di cambiamento per coniugare la ripresa con il progresso sociale, combattendo le diseguaglianze per una maggiore equità sociale. Questo è importante soprattutto per le persone anziane, in particolare per chi vive in quelle delle aree interne con pensioni basse e minori servizi, che hanno subito le maggiori conseguenze della recente crisi economica causata dalla pandemia.



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In Evidenza - 28 dic 2020

Natale: Cia, tavole più leggere (-5%). Vince il menù tipico regionale

Il Dpcm di Natale con le festività blindate in casa, le restrizioni sugli spostamenti e il coprifuoco, chiude il 2020 nel segno dell’emergenza, ma a tavola non toglie agli italiani il gusto del mangiare sano e di qualità nel segno della tradizione. Nel carrello, ridimensionata la spesa alimentare media, che perde meno degli altri comparti, scendendo del 5% e portandosi a 4,6 miliardi di euro tra la Vigilia e Capodanno. Queste le stime di Cia-Agricoltori Italiani, secondo cui è l’anno del menù tipico regionale, scelto in 2 case su 3, con il classico cenone del 24 a base di pesce per circa 15 milioni di famiglie.

Più in dettaglio, per le tavole natalizie si spenderanno fino a 2,6 miliardi di euro in totale. Quasi 2 miliardi, invece, il budget alimentare previsto per allestire il cenone di Capodanno e il pranzo del primo gennaio.

Rispetto ai menù, immancabili le ricette regionali delle aree rurali d’Italia con ragù, bollito, tortellini in brodo, verdure in pastella, abbacchio, pandoro e panettone farciti. Per la prima volta, invece, in calo gli acquisti di zampone e cotechino. Cia registra, quest’anno, una diminuzione di 1/3 rispetto ai 6 milioni di kg di prodotto (di cui 4 Igp, il resto tradizionale) consumati nel 2019. Una batosta su un giro d’affari prettamente natalizio da circa 28 milioni di euro.

A compensare, almeno in cucina, le ricette di pesce, che in questi giorni segna da sempre il consumo più elevato dell’anno. Lockdown e, soprattutto, stretta sulla ristorazione hanno tolto al mercato ittico delle feste il 25% degli incassi, ma nelle case non si rinuncerà ai classici. Capitone e spigola in testa, seguiti da baccalà e tonno, ma anche da alici, sarde e sgombri, che avranno la meglio sul pescato più pregiato. Molluschi e crostacei solitamente protagonisti dei cenoni fuori casa, stanno registrando un calo già da mesi. 

Il Made in Italy trova, comunque, tutti d’accordo, dal cibo alle bevande e fino alla notte di San Silvestro, più sobria, ma con ritrovato gusto per le produzioni nazionali. Spumante e prosecco trionfano sullo champagne, con il 90% dei brindisi tricolori e oltre 70 milioni di tappi pronti a saltare da qui all’anno nuovo. Le feste valgono di solito il 35% delle vendite annuali di sparkling in Italia e anche in questo 2020, nonostante tutto, il settore reggerà. Dei 600 milioni di euro per spumante e vino, finiti sulle tavole durante le festività del 2019, ne andranno persi “solo” 20 milioni (-3%). Tengono prosecco, Trento Doc, Franciacorta e gli altri vini spumanti nazionali.    

Infine, prosecco, vino, salumi e prodotti tipici italiani conquistano ancora di più il primato sotto l’albero di Natale. Le strenne con le eccellenze agroalimentari del territorio, spesso consegnate a domicilio direttamente dal contadino, sono tra le scelte regalo più gettonate per quasi il 40% degli italiani. In un cesto, il desiderio di portare l’Italia a casa, con i suoi odori, sapori e paesaggi, la volontà di donare cibo genuino Made in Italy e di contribuire alla rinascita, economica e non solo, del Paese.



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In Evidenza - 28 dic 2020

Covid: ASeS-Cia, al via donazioni alimentari in tutt’Italia per la Giornata internazionale della solidarietà

Frutta e verdura di stagione, pasta, conserve di pomodoro, vino e olio degli Agricoltori Italiani in dono alle famiglie in difficoltà a causa della crisi scatenata dalla pandemia. È in questo modo, attraverso una grande campagna di raccolta di cibo, che ASeS, la Ong di Cia, ha deciso di celebrare e dare un significato concreto alla Giornata internazionale della solidarietà, che si tiene ogni anno il 20 dicembre.

            A collaborare con ASeS in questa nuova iniziativa solidale ci sono le Cia regionali di Lombardia, Toscana, Lazio, Umbria, Marche, Calabria e Puglia, insieme alla Comunità di Sant’Egidio e a numerose Caritas sul territorio, fondamentali per individuare i beneficiari e consegnare le derrate alimentari raccolte.

            “L’accesso al cibo deve essere garantito a tutti -spiega la presidente di ASeS-Cia, Cinzia Pagni-. Ma la pandemia ha fatto emergere nuove povertà, tra chi ha perso il posto di lavoro o non ha riaperto l’attività, chi non è rientrato negli aiuti del governo o chi ha una pensione al minimo. Solo nel periodo maggio-settembre, confrontato con lo stesso periodo del 2019, l’incidenza dei nuovi poveri, per effetto dell’emergenza Covid, è passato dal 31% al 45%. Con oltre 2 milioni di famiglie a rischio indigenza e un aumento superiore al 100% del numero di cittadini che si rivolgono ai servizi delle Caritas e degli enti caritatevoli per avere un aiuto per mangiare”.

            Un problema italiano, ma non solo. La crisi economica scatenata dal Covid, infatti, rischia di far aumentare la povertà a livello globale, quando già ci sono oltre 800 milioni di persone che non hanno cibo a sufficienza in tutto il mondo. Anche per questo motivo, contestualmente alla campagna in Italia, ASeS-Cia lancia iniziative analoghe di donazioni alimentari per la Giornata internazionale della solidarietà presso le sue sedi estere in Paraguay, Senegal e Mozambico, dove porta avanti da anni progetti di cooperazione allo sviluppo.

            “Ci auguriamo che il 20 dicembre sia solo una data simbolica e che le donazioni continuino anche successivamente -aggiunge la presidente Pagni-. Attraverso questa raccolta vorremmo, infatti, sensibilizzare l’opinione pubblica non solo in occasione delle prossime festività, ma attivarci affinché il gesto del donare a chi ha meno diventi il nostro modello di vita. Anche se ogni sede Cia e ognuno dei tre Paesi esteri parteciperà all’evento nei modi e nelle forme a loro più consoni, lo spirito che animerà la raccolta è da tutti condiviso ed è il desiderio di tornare a investire sulle persone, di essere responsabili verso gli altri, di restituire il valore del cibo, così come quello della solidarietà”.


CIA Abruzzo

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Tel 085 4216816 / 388255 - Fax 085 4223819

CIA Chieti-Pescara

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Tel 0871 64342 / 65939 - fax 0871 404322

CIA Teramo-L’Aquila

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